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La grande fuga

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. / 14 Maggio 2019 in La grande fuga

Se proprio vogliamo essere sinceri, “La Grande fuga” è un insulto a tutti coloro che hanno vissuto l’esperienza dei campi di concentramento Nazisti.
Se si esclude questo un film godibile.

19 Marzo 2014 in La grande fuga

The Great Escape.
MASTERPIECE.

Correva l’anno 1943, i tedeschi aprirono lo Stalag Luft Nord. Lo Stalag Luft Nord era un campo di prigionieri di guerra di massima sicurezza creato per detenere i più astuti criminali di guerra.
Fra questi si ritrovarono qui rinchiusi una serie di esperti dell’evasione militare, artisti della fuga, strateghi dell’ultima ora ed incalliti patrioti Liberal-Democratici (o presunti tali).
Il film, neanche a dirlo, è basato su una storia terribilmente vera. La vicenda è si drammatica ma allo stesso tempo rocambolesca, donchisciottesca e a tratti divertente. Cosa succede ai protagonisti del film ? A causa del gran numero di tentativi di evasione effettuati dai piloti alleati, il comando tedesco in quegli anni decise di concentrare tutti gli “specialisti” in fughe in un unico campo. E’ così che “tutte le mele marce” si ritrovarono in un unico “paniere” .

In questo modo i nazisti, senza volerlo, riunirono i migliori esperti della storia militare che dettero vita a ciò che divenne LA GRANDE FUGA. La grande fuga è stata la più grande evasione compiuta prima di allora, uno spettacolo epico e d’impatto che emoziona, diverte e commuove. Sublime e a renderlo così è stato sia il lavoro del regista John Sturges (Il vecchio e il mare; i magnifici sette) sia la collaborazione con il compositore Elmer Bernstein sia il lavorio degli sceneggiatori W.R. Burnett (Il Piccolo Cesare) e James Clavell.
Formidabile il cast nel quale spiccano tra gli altri CHARLES BRONSON E JAMES COBURN oltre ad un impareggiabile Steve McQueen nei panni di un testardo capitano che inizierà comportandosi da freerider fregandosene ampiamente del resto del “MUCCHIO” ma che cambierà i modi di vedere le cose arrivando a riflettere su quanto l’unione faccia la forza. Il personaggio interpretato da McQueen incarna l’ “americano”, un tipo orgoglioso e testardo, della serie “mi spezzo ma non mi piego”.
Gli altri prigionieri invece appartengono alla Royal Air Force Britannica ed è dai loro ufficiali prigionieri che parte la direttiva concernente un massiccio tentativo di fuga, basato sulla realizzazione di tre tunnel (chiamati Tom, Dick ed Harry) che avrebbero dovuto consentire l’evasione di 250 prigionieri, ma..

Signore e signori, non c’è retorica e anche se ci fosse ricordatevi sempre: “La II guerra mondiale per gli americani fu una crociata. Da un lato gli Yankees (che non gassavano certo le persone pur avendo dei campi di prigionia in suolo patrio) assieme ai Sovietici, ai Britannici e al Commonwealth, dall’altro i nazi-fascisti e i nipponici che attuarono una vera e propria epurazione”. Uno scontro fra civiltà, una guerra dei mondi. La pellicola in questione è un inno alla resistenza. Un inno alla creazione del disordine per destabilizzare i gerarchi del campo e per mettere in difficoltà l’intero Terzo Reich.
Alti ed altri livelli.

DonMax

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Uno spettacolare e coinvolgente film interpretato da un cast stellare / 3 Agosto 2011 in La grande fuga

“La grande fuga” è uno di quei film che si rivedono sempre con piacere: perché è una di quelle pellicole spettacolari che riescono ad intrattenere lo spettatore con intelligenza. Soprattutto regge benissimo la lunga durata – quasi tre ore – grazie a un’ottima sceneggiatura, di James Clavell e W. R. Burnett, che orchestra con precisione una storia ricca di personaggi; ad una regia senza fronzoli, sicura e precisa, di John Sturges, un regista che non è mai stato un genio ma che comunque era un solido professionista che sapeva il fatto suo (il suo film migliore è “Giorno maledetto”, con un grande Spencer Tracy); e a un cast talmente ricco di nomi famosi che da solo basterebbe a rendere vedibile anche il film più brutto di sempre: James Garner, Richard Attenborough, James Coburn, Charles Bronson, Donald Pleasence e, ovviamente, il grande Steve McQueen che interpreta il personaggio più bello della storia, ovvero l’irriducibile Virgil Hilts, uno spericolato motociclista che passa il tempo in cui è rinchiuso nel campo di prigionia a entrare e a uscire dalla cella di isolamento a causa dei suoi ripetuti tentativi di fuga, tutti regolarmente falliti. A proposito di fughe impossibili: mitica la scena in cui McQueen tenta di scappare dai tedeschi saltando una staccionata con la moto. Insomma, per tutti questi motivi “La grande fuga” è un classico che non ci si stanca mai di rivedere. Belle, infine, le musiche di Elmer Bernstein.

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