Recensione su Il buono, il matto, il cattivo

/ 20087.055 voti

28 Aprile 2013

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Un western, però ambientato in Manciuria. Wtf? Che è uguale al Texas, non lo sapevate? e i cow-boys hanno gli occhi a mandorla e gli indiani sono predoni del deserto, con tanto di moto e pennacchi, and so on. Tutto ruota inevitabilmente intorno alla mappa di un fantomatico tesoro. A contendersela i tre del titolo, più la gang del Ghost Market, l’esercito imperiale giapponese-banzai e le truppe per la liberazione della Korea. Oserei dire Kasino. In realtà è il matto a condurre le danze, a rubare per primo la mappa in un assalto old-style al treno, e tutti gli altri a inseguire, le loro azioni finiscono per dipendere dalle sue. Il che è un po’ il leitmotiv del film, concretizzato in un assurdo e interminabile e spassoso inseguimento nel deserto. Il matto davanti, e dietro tutti quanti :/ ovverossia il matto fa la lepre, su di un sidecar, inseguito dagli altri cinque gruppi/singoli/eserciti, che come vettori confluiscono su di lui, sparandosi a vicenda e arrivando ognuno a tanto così. Essendo tutto così smaccatamente omaggioso del western all’italiana, le musiche a tratti morriconeggianti ma a tratti anche no, nessun elemento proprio del genere è trascurato, come nessuno manca di essere portato all’esasperazione. L’omaggio, si diceva, è palese, ma è un omaggio tra il pop ed il korean powwa, non so bene come dire ma me ne frego e mi piaceva dirlo così 😀
Duello finale tra i tre, primi piani degli occhi a mandorla, il cattivo ha il ciuffo emo e i vestiti da Oscar Wilde. Tutti sparano tantissimo, nessuno muore. Muori ca**o muori bang bang!
Un western quindi puramente sintetico quindi, creato in laboratorio e trapiantato. Un cyborg. Con la vena comica ma anche gli zampilli di sangue, i cattivi che choppano dita, sparatorie a perdita d’occhio e tutti questi coreani con gli occhiali da sole di John Lennon. Al netto della linearità della trama, una volta che si capisce chi è chi (perché con gli asian all’inizio dei film è sempre un casino, capire chi sia chi; fingono di essere tutti uguali!), parte la sarabanda e ciao.

3 commenti

  1. yorick / 28 Aprile 2013

    Mah, secondo me è un esperimento poco riuscito, come 3/4 dei film asiatici che cercano di emulare gli spaghetti-western nostrani. Comunque, non è del tutto da buttar via. Anche se, forse, l’unico spaghetti-western asiatico che ho apprezzato appieno è, ovviamente, “Sukiyaki Western Django”, ma con Miike sono prevenuto, e, sì, insomma, a quanto pare hai una propensione per i sudcoreani, ma se ti capitasse tra le mani potrebbe non farti del tutto schifo.

  2. tragicomix / 30 Aprile 2013

    sìsì lo vedrò, con miike non son prevenuto ^^ ma ne ho già visti uhm non-so-quanti, un po’. Comunque quel film è in una qualche lista di cose da vedere, da qualche parte, ma mi scordo sempre di cercarlo :/

Lascia un commento