9 Maggio 2014 in The Garden

Bisogna chiudere gli occhi su certe cose: pensare alla situazione personale di Jarman al termine della sua vita, a ciò che aveva passato negli anni precedenti, all’evidente carenza di budget da cui parte questo film… È un gioco a incastri di immagini e suoni, colmo di riferimenti biblici e non, forse uno dei film migliori di Jarman, certamente ‘delirante’ rispetto a Caravaggio o Wittgenstein o agli altri suoi lavori (o dovrei dire più delirante!), e anche più amaramente rassegnato all’avvicinarsi della fine.

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