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The Game - Nessuna regola

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Troppo calcolato / 21 Agosto 2017 in The Game - Nessuna regola

La seconda visione del film, dopo qualche anno 🙁 dalla prima, ha confermato il buon ricordo che avevo, tuttavia la storia (il gioco) si basa su scelte troppo calcolate del protagonista.
Voglio dire che non sempre le reazioni umane sono così prevedibili come il film ci lascia credere, in ogni momento il protagonista avrebbe potuto fare scelte diverse, scelte fuori dagli schemi previsti; vero che molte di queste sono state “guidate”, ma prevedere tutto lo trovo alquanto inverosimile! Resta comunque un buon film.

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13 Gennaio 2013 in The Game - Nessuna regola

Intenso thriller psicologico che lascia letteralmente di stucco lo spettatore, riuscendogli perfettamente a trasmettere il senso di ansia ed impotenza provato dal protagonista.
Ottima regia, forse solo un po’ artificioso in alcune situazioni della storia.

Finch ++ / 12 Giugno 2012 in The Game - Nessuna regola

Porca miseria che film…
lo voglio anch’io un fratello come Conrad…!!!

30 Agosto 2011 in The Game - Nessuna regola

Sublime. Un confine labile, se non impercettibile, tra finzione e realtà. Confesso di essere caduto nella trappola degli ultimi minuti.
Un film che confonde per poi lasciarti sorpreso, di sasso.
Mica come quella chiavica di Matrix.

1 Agosto 2011 in The Game - Nessuna regola

in prima visione gli si dà facilmente un otto, per la sorpresa e la tensione mantenute altissime fino all’ultimo minuto utile del film. disgraziatamente, la seconda volta il “game” è ormai rotto e non diverte più come prima.
confermo che michael douglas recita meglio quando si spettina (“la guerra dei roses” insegna), sarà merito del contrasto con l’abito gessato.

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29 Luglio 2011 in The Game - Nessuna regola

Una matrioska di eventi che stupisce lo spettatore ed il protagonista: Fincher gioca con la psiche, preparando il terreno a Fight Club.
Il film parte a rilento, non si comprende bene quando il meccanismo si avvia, ma dopo una quarantina di minuti -oh!- le montagne russe iniziano la loro discesa.

Micheal Douglas entra nel gioco (è il caso di dirlo) e azzecca la parte solo dopo la vicenda del risveglio messicano. Sean Penn è irrilevante. Non si tratta di un film d’attori: è un vero e proprio film d’azione ed è l’azione, ovvero il gesto pensato, la reale protagonista.

Emblematica la scelta di White Rabbit dei Jefferson Airplane: dopotutto, tra chiavi e bevande “truccate”, sembra di trovarsi proprio in un Paese delle Meraviglie.

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