Il braccio violento della legge

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Il braccio violento della legge

Un poliziotto americano, Jimmy Doyle, sta indagando insieme a un collega, Buddy Russo, su un grosso traffico di droga, gestito da un inafferrabile spacciatore francese, Alain Charnier. Lo scontro tra quest'ultimo e Jimmy si consuma per le trafficate strade di New York. Nel 1972 Il braccio violento della legge vinse cinque Oscar, Miglior Film, Miglior Regia (William Friedkin), Miglior Sceneggiatura Non Originale (Ernest Tidyman), Miglior Attore Protagonista (Gene Hackman) e Miglior Montaggio (Jerry Greenberg), e tre Golden Globe, Miglior Film Drammatico, Miglior Regia (William Friedkin) e Miglior Attore in un Film Drammatico (Gene Hackman).
schizoidman ha scritto questa trama

Titolo Originale: The French Connection
Attori principali: Gene Hackman, Fernando Rey, Roy Scheider, Tony Lo Bianco, Marcel Bozzuffi, Frédéric de Pasquale, Bill Hickman, Ann Rebbot, Harold Gary, Arlene Farber, Eddie Egan, André Ernotte, Sonny Grosso, Benny Marino, Patrick McDermott, Alan Weeks, Al Fann, Irving Abrahams, Randy Jurgensen, William Coke, Charles McGregor, Mostra tutti

Regia: William Friedkin
Sceneggiatura/Autore: Ernest Tidyman, William Friedkin
Colonna sonora: Don Ellis
Fotografia: Owen Roizman
Costumi: Joseph Fretwell III
Produttore: Philip D'Antoni, G. David Schine
Produzione: Usa
Genere: Azione, Thriller, Poliziesco
Durata: 104 minuti

Dove vedere in streaming Il braccio violento della legge

top / 29 Aprile 2020 in Il braccio violento della legge

per me è un grande film, manifesto del poliziesco anni 70.Alcuni momenti da grande cinema

Il poliziesco per antonomasia / 7 Marzo 2016 in Il braccio violento della legge

Insieme al primo Callaghan, The French Connection è il film che ha rivoluzionato il poliziesco a stelle e strisce all’inizio degli anni Settanta, sull’onda delle innovazioni portate dal cosiddetto Nuovo Cinema Americano.
In particolar modo, il film di Friedkin recepisce nel genere le novità stilistiche e contenutistiche (con riferimento alla rappresentazione cruda e verosimile della violenza) di due degli archetipi della New Hollywood: il Gangster Story (Bonnie and Clyde) di Arthur Penn e Il mucchio selvaggio di Sam Peckinpah.
Il tutto viene trasposto in ambiente urbano, una New York fotografata in toni opachi.
Friedkin abusa del teleobiettivo e dello zoom, restituendo un forte realismo alle scene d’azione e un tocco di anonimato alle sequenze metropolitane, dando il là a quello che verrà definito il realismo urbano.
Le riprese esterne vengono spesso effettuate da lontano, come a voler spiare gli interpreti. Automezzi sfocati passano continuamente davanti all’obiettivo.
Quando si ricorre alla profondità di campo è soltanto per svelare pedinamenti e appostamenti, anche se spesso si tratta di violente e veloci zoomate rivelatrici, con improvvisa variazione della messa a fuoco.
È un modo completamente diverso di fare cinema, eppure così realistico.
Friedkin sembra volersi riconciliare con il cinema classico con la doppia citazione di Ėjzenštejn (le due madri con carrozzina: la prima colpita dal cecchino e la seconda quasi investita dall’auto guidata a folle velocità da Doyle).
Grande successo di pubblico e tanti riconoscimenti (5 oscar, tutti di peso) per una pellicola che è troppo spesso ricordata soltanto per la celeberrima scena dell’inseguimento tra auto e metropolitana. Una sequenza frenetica, arrembante, tutta adrenalina, realistica perché reale (pare che uno degli incidenti sia stato tutt’altro che una messinscena), che si chiude con un capolavoro di inventiva registica: lo scontro tra la metro in corsa e il vagone fermo è ottenuto con l’onnipresente zoom, mentre l’impatto all’interno dei vagoni è reso semplicemente mediante movimenti improvvisi della macchina da presa.
La sceneggiatura, tratta da un’opera letteraria a sua volta ispirata da un reale fatto di cronaca, fila esattamente come quel convoglio per le due ore scarse di durata (altro meritato oscar).
Ma ciò che più colpisce è la caratterizzazione mai così ambigua dei personaggi, di buoni e cattivi le cui sfumature caratteriali sembrano costantemente amalgamarsi.

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Gene Hackman giovane… / 30 Gennaio 2012 in Il braccio violento della legge

Che spettacolo vedere l’attore americano giovane che corre come un ragazzino ma infondo lo era anche lui quando è stato girato questo poliziesco (1971).
Capolavoro.
Intenso ma non noioso.
Non c’è azione come ai tempi d’oggi che è un continuo ma non per nioente viene considerato come uno dei più bei film polizieschi della storia e confermo tale giudizio.
Da vedere…

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