Le bombe a mano Russe / 17 Marzo 2018 in The Fool

C’è questo film, si chiama Durak, penso derivi da un gioco di carte russo (il gioco di carte a cui giocano dei vecchi alcolizzati e tossici in una sequenza), incentrato su un ragazzo che cerca in tutti i modi di salvare una palazzina della periferia russa ed ha una sceneggiatura meravigliosa no?
Un film russo con una sua identità e che ha la forza di mettersi in gioco intraprendendo una sua strada e che ha il coraggio di non ripercorrere per forza il cinema di Tarkovsky come fa Lopushanskiy* che adoro.
Scritto e diretto da Yuriy Bykov, il film ha come protagonista Dima Nikitin, interpretato da Artyom Bystrov, un idraulico che cerca di laurearsi in ingegneria civile o una roba simile. Vive una vita di me**a: 30 e rotti anni, è a casa con la madre e il padre con il figlio e la moglie, sopravvive in un ambiente povero dove le persone rubano quotidianamente e picchiano le proprie mogli o figlie e in dieci minuti di film capisci tutti i limiti e il potenziale di un Paese come la Russia.
C’è un protagonista che evidentemente incarna dei valori positivi (i valori di una persona e del sistema Sovietico, perché sicuramente è onesto e coraggioso e capisci il ca**o di motivo per cui per i Russi la Seconda guerra mondiale è la Grande Guerra Patriottica) ma poi ci sono anche i limiti di quel Paese no? C’è tutta la periferia, c’è il crimine, l’omertà, c’è il silenzio, l’accettazione di una situazione, la classe dirigente corrotta e Dima combatte per tutto il film contro queste cose qua. Il film è quindi anche una analisi critica della Nazione in cui vive il regista.
Perché ho fatto questa lunga premessa? Perché a un certo punto della sua vita Dima si trova di fronte a un bivio: esce di casa per andare a lavoro, controlla dei tubi che sono esplosi e vede. Vede una lunga crepa che parte dal primo piano e arriva diretto al nono. Deve decidere Dima, contattare i burocrati locali, che sono alla festa di compleanno “Mama” ubriachi come cocuzze, avvisandoli dell’emergenza oppure tacere. Voltare lo sguardo e terminare la vita di 800 persone di un vecchio dormitorio. Il film è cattivissimo, per tutta la durata ti aspetti di vedere il palazzo crollare mattone dopo mattone ma questi non sono americani, “so’ russi signo’!” Tenetevelo bene a mente e diffidate dalle recensioni che vi parlano di “film che sembra uscito dalla scuola americana”. Il film per me è un capolavoro ed ha un finale che ci sta tutto, perché la me**a non sta solo ai piani alti, sta anche ai piani bassi e se la smuovi puzza uguale.

DonMax

*Mi verrebbe da dire anche Sokurov ma prima dovrei rivedermi bene i suoi film, perché potrei prendere delle cantonate.

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