Recensione su What If

/ 20146.587 voti

Una commedia romantica come tante / 24 Marzo 2016 in What If

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Non si può dire che sia un film da evitare o mal realizzato, anzi: nel complesso, il lavoro di Dowse è sufficientemente gradevole e confezionato bene, con dialoghi (perfino eccessivamente) scoppiettanti e, soprattutto, con una scelta ed una fotografia delle location molto accattivante (stando a questo film, Toronto è davvero una città da sogno, una piccola metropoli con spiagge e bocciofile, un po’ come Genova, ma con più verde pubblico e senza le colline).
Però, alla lunga, le tiritere dei due protagonisti, pur comprensibili (in ballo, ci sono cose importanti, come il lavoro e una relazione consolidata), mi hanno stufata: qualche tira e molla in meno, un po’ di azzardi in più (happy ending al cubo!) e, forse, avrei apprezzato davvero.

Purparlé, poi, non mi è piaciuto l’american style imperante in una produzione che statunitense non è: come dicevo, la confezione del film è molto apprezzabile, ma per via di molti dettagli mi ha ricordato spudoratamente le commedie sentimentali ambientate, che so, a New York, con relativi cliché, dagli hobby “originali” e cariiiiini della protagonista (fare la maglia, andare al cinema da sola a vedere vecchi film) ai coinquilini strambi ma che vogliono tanto tanto bene al protagonista, agli incredibili appartamenti naif in cui vivono i vari personaggi.
Al di là della rappresentazione da cartolina delle loro vite e della città in cui vivono, mi sono domandata se questa sorta di globalizzazione della commedia romantica non potesse essere evitata, se un film realizzato da un autore proveniente da un contesto culturale -diciamo- peculiare come quello canadese non potesse elaborare una forma di rappresentazione più autonoma. Ma giusto purparlé, eh…

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