Recensione su The East

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31 Dicembre 2013

Ultimo film dell’anno nonché visione molto coinvolgente, The East, scritto a 4 mani dal regista Zal Batmanglij e dall’attrice protagonista Brit Marling, è una storia di eco-terrorismo, tema interessante e di rado portato alla luce dai media. Basato sulla vera esperienza dei due sceneggiatori in una comunità che pratica il freeganesimo, è la storia di un gruppo anarchico, detto The East, che compie sistematici raid contro industrie farmaceutiche, colossi del petrolio e in generale contro le aziende colpevoli di distruggere l’ambiente e danneggiare gli essere umani. Come dicevo, è un thriller molto interessante, dal prologo folgorante e dalle grandi premesse tematiche. Le vicende sono fortemente collegate alla storia personale di ognuno dei militanti e ciò, senza dubbio, aggiunge un velo di drammaticità a tutte le dinamiche del film ma anche vero che secondo me sta qui il punto di debolezza di una storia che hai il pregio di concentrare l’attenzione su temi poco diffusi, ma la leggerezza di ancorarli solo ed esclusivamente alle storie private dei protagonisti, svilendo un po’ quello che poteva essere un discorso più grande e ideologico. C’è qualche scena superflua, in particolare una di sesso tra due dei protagonisti ma pure molte altre dalla forte carica emotiva che compensano e un gran cast. Io, personalmente, non amo molto il modo di recitare della Marling, benchè provi una certa simpatia per l’attrice, ma tutti gli altri, a partire da Alexander Skarsgard ( che si sta costruendo una bella carriera cinematografica) e Ellen Page sono bravi e credibili.
Si apprezza la volontà di parlare di simili argomenti e le belle scelte tecniche, quindi lo consiglio.

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