Recensione su The Doors

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1 Settembre 2013

Prima di iniziare a recensire la pellicola, si rende necessario un piccolo processo alle intenzioni, laddove è stato posto l’accento dalla maggior parte della critica: qual è il fine di questo film e, più in generale, qual è la missione di un regista? Riprodurre fedelmente personaggi ed eventi con taglio documentaristico o tentare di creare un’opera d’arte? “The Doors” non vuole essere il film – documentario sui Doors ma “The Doors” di Oliver Stone. È in quest’ottica che il nostro giudizio deve muovere. Poco importa, dunque, se il Jim Morrison di Stone sia decisamente esasperato, enfatizzato ed estremizzato rispetto all’originale. Il character si addice perfettamente al film, è riuscito, lo sospinge e di questo ci deve importare; il suo unico difetto è, probabilmente, quello di essere fin troppo verboso, di patinare la pellicola con un’eccessiva retorica, ma è questo che deve essere il discrimine, non, ripeto, la perfetta o meno riproduzione della persona di Morrison.
Inoltre, restando sempre sul personaggio di Jim, l’interpretazione di Val Kilmer è riuscitissima (considerando le difficoltà aggiuntive che comporta interpretare un personaggio eccentrico ed eccessivo), non altrettanto buona, invece, quella di Meg Ryan, che ci regala una versione di Pamela piuttosto monoespressiva, decisamente superata, tra le “controparti” femminili da Kathleen Quinlan con la sua Patricia Kennealy.

Per il resto la regia alle spalle è quella dello Stone dei tempi d’oro, la sua impronta è solida e decisa, una firma di stile più che evidente per chi ha visionato altri suoi lavori del tempo. La fotografia, curata da Robert Richardson (e basterebbe dire solo questo) è un trionfo di colori caldi e saturi, preponderanti per l’intera pellicola. Le musiche, infine, sono quelle dei Doors (ma va?) e per un estimatore del gruppo ciò non può che regalare un punto in più ad un film egregiamente riuscito.

1 commento

  1. Bisturi / 1 Settembre 2013

    è un discreto film, ben diretto da Oliver Stone. Curatissima l’interpretazione di Kilmer, davvero credibile, come anche quella dei restanti memebri della band. Meg Ryan è, come si presenta lei nel film quando gli chiedono “occupazione”, ornamento! 🙂 Poteva venir meglio, forse, ma resta un film da vedere…

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