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The Doors

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Sempre un cult! / 17 Novembre 2020 in The Doors

A distanza di anni lo recupero in 4K ma ahimè l’audio è 2.0
Mi complimento con la Eagle Pictures che dopo aver edito a quasi 30€ un bluray 4K del film, non ha manco provveduto a recuperare una traccia audio decente (poi di un film musicale….).
Detto questo, il film è un cult, non c’è molto da dire: Oliver Stone imprime il mito di Morrison in pellicola, contornando di droghe, visioni e psichedelìa una biografia che sul video è scarna, ma che si concentra più sul percorso psicologico del frontman che sui fatti.
Val Kilmer è veramente bravo, nonché mostruosamente somigliante a Jim, e questo ha reso ancora più bella in termini di fascino questa pellicola, che tenta di dare un tono forse troppo rivoluzionario, risultando onirico e trasgressivo.
Per me ha fatto comunque un ottimo lavoro: anche se non avesse rispecchiato il vero Jim, lo ha di fatto impresso nel cinema come lo conosciamo dai libri, dalle sue poesie e testi.
Bello bello, invecchiato benissimo!
7.

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1 Settembre 2013 in The Doors

Prima di iniziare a recensire la pellicola, si rende necessario un piccolo processo alle intenzioni, laddove è stato posto l’accento dalla maggior parte della critica: qual è il fine di questo film e, più in generale, qual è la missione di un regista? Riprodurre fedelmente personaggi ed eventi con taglio documentaristico o tentare di creare un’opera d’arte? “The Doors” non vuole essere il film – documentario sui Doors ma “The Doors” di Oliver Stone. È in quest’ottica che il nostro giudizio deve muovere. Poco importa, dunque, se il Jim Morrison di Stone sia decisamente esasperato, enfatizzato ed estremizzato rispetto all’originale. Il character si addice perfettamente al film, è riuscito, lo sospinge e di questo ci deve importare; il suo unico difetto è, probabilmente, quello di essere fin troppo verboso, di patinare la pellicola con un’eccessiva retorica, ma è questo che deve essere il discrimine, non, ripeto, la perfetta o meno riproduzione della persona di Morrison.
Inoltre, restando sempre sul personaggio di Jim, l’interpretazione di Val Kilmer è riuscitissima (considerando le difficoltà aggiuntive che comporta interpretare un personaggio eccentrico ed eccessivo), non altrettanto buona, invece, quella di Meg Ryan, che ci regala una versione di Pamela piuttosto monoespressiva, decisamente superata, tra le “controparti” femminili da Kathleen Quinlan con la sua Patricia Kennealy.

Per il resto la regia alle spalle è quella dello Stone dei tempi d’oro, la sua impronta è solida e decisa, una firma di stile più che evidente per chi ha visionato altri suoi lavori del tempo. La fotografia, curata da Robert Richardson (e basterebbe dire solo questo) è un trionfo di colori caldi e saturi, preponderanti per l’intera pellicola. Le musiche, infine, sono quelle dei Doors (ma va?) e per un estimatore del gruppo ciò non può che regalare un punto in più ad un film egregiamente riuscito.

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4 Maggio 2012 in The Doors

Stone osò, osò assai e, forte di una superba nimesi tra Val Kilmer e Morrison, azzardò derive oniriche francamente pesanti sulla lunga distanza: laddove queste supportano la confusione sensoriale legata all’uso di alcool e stupefacenti del leader dei Doors, a conti fatti dilungano abbastanza inutilmente il racconto.
Kilmer e poco altro giustificano le sette stelline piene.

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