Recensione su I morti non muoiono

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I vivi non vivono / 4 Settembre 2019 in I morti non muoiono

Jarmusch disorienta lo spettatore tipico dello zombie movie con uno spettacolo farsesco e sprezzante. Una commedia pungente e caricaturale ( soprattutto nei dialoghi ) sublimata da un soggetto che il grande regista del cinema indipendente riesce a rendere suo, nonostante la miriade di omaggi e riferimenti ad altri esponenti del genere horror ( su tutti Romero).
Jarmusch confonde con la sua parabola morale infarcita di sketch e splatter, che mette le briglie a una narrazione fagocitata forse da troppe parole, ma sempre incisiva e attenta nel ritrarre un mondo alla deriva, dove gli stessi vivi non sono che claudicanti comparse di uno show già visto. Di una dimensione vinta dall’incomunicabilità, dal consumismo, dal desiderio di emergere e di conquistare.
Un capitalismo che si può contrapporre a quello alieno descritto da Carpenter in They Live, la metafora è la medesima, cambia solo la maschera.
Di certo Jarmusch non ha paura di riportare contenuto a un genere ormai sprofondato nel gore più esplicito, pur donandone la giusta misura, e così, all’occhio dell’interlocutore contemporaneo, può apparire prolisso, ridondante, ma è lo stesso Jarmusch di sempre, solo che non narra di mistici viaggi intrapresi da William Blake, o di sepolcrali amanti vinti dall’immortalità e dall’abitudine, ma di non morti, zombie, che incontriamo tutti i giorni al bar, in metropolitana o alla fermata di un autobus.

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