Recensione su I morti non muoiono

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I morti non muoiono, il film è defunto / 8 Luglio 2019 in I morti non muoiono

Tra film, serie tv, fumetti e videogiochi, quello della “zombie apocalypse” è forse il genere più abusato. Normale nel 2019 averne le palle piene, ma Jarmusch – da snob qual è – se ne infischia e butta fuori una commedia (che incredibilmente non diverte mai) mista ad horror (che non ha né ritmo né momenti di tensione). Il buon Jim si destreggia tra due generi fallendo su entrambi i fronti. Insomma, se neanche Bill Murray riesce a strapparti un sorriso, significa che hai fatto davvero un pasticcio. I morti non muoiono è una sorta di mix dei film precedenti di Jarmusch con un cast stellare. Il problema è che i personaggi sono scritti davvero male (salvo solo lo zoticone Buscemi e forse la Swinton, che in lingua originale avrebbe probabilmente avuto il suo perché). Nessuno dice mai qualcosa di divertente. Nessuno fa mai qualcosa di interessante. Non c’è un solo dialogo memorabile. Tra espedienti metacinematografici, in cui ad esempio lo stesso regista si fa dare dello stronzo da Murray (giustamente aggiungo io) e citazioni di film horror, l’opera scorre via lenta tra sbadigli e scene viste in milioni di film. Romero – fosse vivo – potrebbe chiedere i diritti. Pure il messaggio anti-consumismo è rubato dalla sua saga zombesca. Eppure di ottime commedie con i non morti ce ne sono: L’alba dei morti dementi, Benvenuti a Zombieland e Planet Terror su tutte. Il cineasta statunitense avrebbe dovuto prendere appunti da lì. Un voto in meno per la sparata su Nintendo e il Game Boy: anche in questo caso bersaglio sbagliato alla grande.

3 commenti

  1. Stefania / 10 Luglio 2019

    Quel passaggio sui videogame ha fatto storcere il naso pure a me.
    Per il resto, il film non mi è dispiaciuto. In realtà, non mi ha fatto ridere, mi è sembrato troppo didascalico nell’uso della metafora, ma, nonostante tutto, mi sembra coerente con quanto sta raccontando ultimamente Jarmusch. Visto insieme a Solo gli amanti sopravvivono e Paterson ha una sua ragion d’essere (però, non regge il confronto).

    • michidark / 10 Luglio 2019

      Solitamente abbiamo gusti abbastanza simili. Mi ha stupito molto il tuo 7. Capisco che il film sia molto “jarmuschiano” e si collochi – dici bene – senza problemi tra i due precedenti. Secondo me però una commedia ha bisogno di dialoghi brillanti, sono l’essenza stessa del genere. Qua mancano totalmente di mordente. Anche a volerla vedere come tragedia, a me è parso che la sceneggiatura fosse ridotta all’osso. Un pretesto per divertirsi con i suoi attori feticcio e fargli fare del sano cazzeggio in un contesto un po’ splatter. Il messaggio – semplicissimo e abusato – sembra messo lì per giustificare l’esistenza della pellicola. Le scene con Tom Waits sembrano girate in un secondo momento per riempire il vuoto totale di contenuti. Io non salvo nulla. E Jarmusch solitamente mi piace molto

      • Stefania / 11 Luglio 2019

        Uhm, per me non è una commedia (infatti, non ho riso mai 😀 ). Diciamo che se lo era negli intenti di Jarmusch non ha raggiunto l’obiettivo. Shame on you, Jim. Però, siccome non sono andata al cinema con l’intenzione di vedere una commedia, non sono rimasta delusa, ecco. Non è neppure una tragedia propriamente detta. Secondo me, è una riflessione e basta. E assume toni angoscianti e drammatici, perché… Insomma, le cose sono così e ci siamo dentro. Jarmusch aveva bisogno di esternare qualcosa su cui rimugina da un po’ e l’ha fatto con questo film. Penso che l’abbia fatto molto meglio negli altri due film che citavo: questa è una variazione sul tema un po’ forzata e, forse, non del tutto necessaria. Ma, come dicevo, la giustifico se pensata insieme a quei due film là, come un terzetto un po’ sbilanciato ma, nel complesso, efficace. Il voto generoso è dovuto a questo: al fatto che questo film sembra completare un discorso che, in realtà, non avevo percepito prima 🙂

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