21 Gennaio 2014
È piuttosto difficile recensire “The Counselor – Il Procuratore” senza scadere in uno sproloquio d’insulti. Ma bisogna provarci.
Ultimo (e, se questi sono i presupposti, si spera letteralmente) film di Ridley Scott, alias “il regista più decaduto di Hollywood” (il titolo di “regista più decaduto del Cinema” spetta ancora a Dario Argento, per il momento), “The Counselor” è la classica pellicola che ti fa pentire di non aver utilizzato i soldi del biglietto per qualcosa di più costruttivo, tipo buttarli in un tombino.
La produzione, mossa probabilmente dal successo di una storia come quella di “Breaking Bad” – a cui paga anche il dovuto tributo con un piccolo cameo di Dean Norris (Hank Schrader in Br.Ba.) – realizza un’opera che, come la nota serie TV, racconta lo scadimento morale del protagonista, un avvocato il cui nome resta taciuto (Michael Fassbender), andatosi a immischiare in un affare di narcotraffico che si rivelerà decisamente più grosso di lui.
Tutto questo viene affidato ad una sceneggiatura pessima, disomogenea, scoordinata e – a tratti – pure scontata. Si comincia direttamente in medias res: nulla sappiamo del “counselor”; soprattutto ignoriamo cosa mai abbia potuto spingerlo ad immischiarsi in una faccenda simile. L’empatia con il protagonista è del tutto impraticabile. Per la prima metà dell’intero film non succede nulla. Nulla, sul serio. Viene più che altro offerta una mal riuscita panoramica dei personaggi, tutti – insopportabilmente – verbosi. L’intera azione viene allora concentrata nella seconda parte, producendo uno sciatto e sbrigativo accavallamento di eventi. La performance di tutti i galli nel pollaio del cast è interamente sotto la media: un anonimo Fassbender, una Penelope Cruz sfruttata male, un Brad Pitt nonsense. Alzano di poco la testa Cameron Diaz (!) e Javier Bardem, ma di poco, davvero.
Mi limito ad elencare le (poche) note a favore: un paio di dialoghi (direttamente dalla penna dello scrittore statunitense Cormac McCarthy, infelice sceneggiatore dello stesso film) che destano interesse ma risultano piazzati completamente a caso, fomentando ancora di più la frustrazione dello spettatore; un paio di sequenze originali e realizzate a dovere; una discreta fotografia degli esterni. Piace la colonna sonora.
In giro, sento solo peste e corna di questo film.
In teoria, con il cast che si ritrova e con questa crew di prim’ordine (vedi, il citato McCarthy alla sceneggiatura, tra l’altro), una produzione del genere dovrebbe essere riuscita a prescindere.
Anche io ne ho sentito parlare solo male, quindi o è un capolavoro o una montagna di letame fumante. Sinceramente da Scott, ormai, non mi aspetto più nulla. Prometheus l’ho trovato imbarazzante.
Insomma, adesso chi glielo spiega alla gente che ho (faticosamente) convinto ad accompagnarmi a vederlo venerdì sera che m’avete fatto cambiare idea? 🙂
@laschizzacervelli: “Era crollata la casa! C’è stato un terremoto! Una tremenda inondazione! Le cavallette! Non è stata colpa mia!” :p
Mi servirebbe la faccia da schiaffi di Belushi per sopravvivere 😉 Il problema vero è che mooooolto probabilmente verrò trascinata a vedere ‘Angry Games’…. mi sa che mi butto malata 😀
Ih, mamma, no! (Quasi) tutto, ma quello no!