11 Recensioni su

The Counselor - Il procuratore

/ 20135.0167 voti

11 Maggio 2015 in The Counselor - Il procuratore

Il Procuratore è un film girato da Ridley Scott e scritto da Cormac McCarthy che frana impietosamente fin dal suo incipit tra le lenzuola. Inutilmente verboso, pretenzioso e costituito da mille mila scene di 60 secondi attaccate una dopo l’altra senza una omogeneità di fondo e girate da uno Scott che inspiegabilmente si diverte a zoomare pian piano sui faccioni dei suoi attori impegnati a recitare aria fritta; tra un Fassbender completamente e sorprendentemente sottotono (ho trovato molto irritante che la sceneggiatura gli abbia riservato il privilegio di recitare 542 volte “Jesus”, “God”, “Jesus Christ” ), che toppa totalmente una tra le ultime scene, in teoria ricca di struggimento, in realtà sul filo del ridicolo, una Cruz esclusivamente accessoria, una Diaz male utilizzata per tutto il film per poi buttarla nella mischia sul finale (e no, della scena sulla Ferrari non c’era questo grande bisogno ai fini della trama) e tutta una serie di personaggi che fanno numero e che sono caratterizzati alquanto poveramente, la storia, di un pretestuoso davvero da applausi, procede per salti squilibrati, lasciando fin troppo da sbrogliare allo spettatore. Non c’è neanche una fotografia o una OST da esaltare particolarmente, quindi tutto quello che rimane è Michael Fassbender in completo, bello come il sole, non c’è che dire.

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sufficiente / 5 Maggio 2015 in The Counselor - Il procuratore

sufficiente

Il voto sarebbe un 5.5 / 3 Gennaio 2015 in The Counselor - Il procuratore

Piccola delusione da questo film di Ridley Scott tratto da una sceneggiatura di Cormack McCarthy (“Non è un paese per vecchi”). Pensavo narrasse l’ascesa e il declino di un procuratore invece il film parte già con i personaggi ben avviati. Un avvocato (quindi perchè il titolo italiano indica un procuratore?) di successo (Michael Fassbender) tratta un misterioso affare con Reiner (Javier Bardem) probabilmente perchè in difficoltà economiche (o per mantenere il lusso con la bella fidanzata Penelope Cruz). Ma quando ci si immischia in affari pericolosi, non può certo andare tutto bene. Personaggi poco approfonditi, i dialoghi e alcune scene un pò splatter ma efficaci non bastano a salvare completamente il film. Brava un’ambigua Cameron Diaz (è la compagna di Reiner), un Brad Pitt nei panni dell’intermediario tra l’Avvocato e vari camei in ruoli minori (Goran Visnjic di ER in una scena finale).

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Mah… 4! / 2 Giugno 2014 in The Counselor - Il procuratore

Film pieno di deja-vù con una trama vista e rivista. Mi sono lasciato ingannare da questo cast stellare, ma la loro bravura non regge una trama risaputa e ovvia. Due ore sprecate, magari per chi ama il genere potrebbe essere emozionante. Per me no. Unica scena che ha catturato a mia attenzione: Cameron Diaz che fa sesso “con” il parabrezza della Ferrari, e la sorte che aspetta a Brad Pitt. Per il resto….4!

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Ridley never again / 14 Maggio 2014 in The Counselor - Il procuratore

Veramente poca cosa. Sconclusionato. Cerca l’esagerazione e rasenta il ridicolo. Perfino la fotografia, che raramente si può sbagliare di questi tempi così nitidamente tecnici, riesce a sbavare in un giallo soffuso quasi fastidioso. Cormac McCarthy è uno dei miei scrittori preferiti, ma qui c’è un difetto bello grosso anche nel soggetto e nella relativa sceneggiatura.
Ridley Scott credo sia un caso unico nella storia del cinema; come si fa a non azzeccarne mai più una, dopo i capolavori dei primi anni? Neanche una ne ha più azzeccata, oh, è un record.

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14 Febbraio 2014 in The Counselor - Il procuratore

Di solito, quando un film ha una media così bassa e viene massacrato un po’ da tutte le parti, o è davvero pessimo, o è un capolavoro incompreso. Questo non è un capolavoro, ma poco ci manca. Uno dei migliori lavori di Scott da parecchi anni a questa parte. Un’opera quasi tutta parlata, in cui la mano di Cormac McCarthy è ben visibile. Dialoghi superlativi, poesia cruda, dura e polverosa. In una parola: cazzuto.

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6 Febbraio 2014 in The Counselor - Il procuratore

Diretto da Ridley Scott e scritto da Cormac McCarthy (The Road) “Cameron Diaz fa una spaccata sul parabrezza di una Ferrari gialla e viene” meglio noto come The Counselor è un film che si muove agilmente fra nudo, scene divertenti e al limite dell’assurdo, opulenza, violenza esplicita e violenza celata. The Counselor non è solo questo, è una tragedia dai risvolti distruttivi.
E’ stata una bella sorpresa e, che se ne dica, ve lo consiglio caldamente. Tutto ruota attorno alla discesa, nell’Ade, di tre personaggi. Più di una discesa stiamo parlando di un aereo che precipita e di brutto.

Voglio dire, quel che succede al trio accade in virtù delle azioni sbagliate compiute negli anni, scelte di vita azzardate, sono tutti e tre (in un modo lieve l’avvocato) appartenenti della mala. La mala tipica dei film americani, quella sgargiante, che alla fine ti fa tifare per essa stessa.
Il punto è, non avevano previsto il Cartello.
Il Cartello e Cameron Diaz, femme fatale di tutto rispetto. Una Cameron Diaz da borgata, pesante, volgare ma allo stesso tempo micidiale e velenosa come una serpe.

Cosa succede ai nostri cattivi buoni ?
Un avvocato (interpretato da Fassbender) accetta la proposta di un suo amico e cliente di prelevare un carico di cocaina. Apparentemente non avrebbe nessun motivo per farlo ma il diamante da comprare alla ragazza, nonché sua futura moglie, ha un prezzo e non si comprerà certo da solo.
Diciamocelo quindi, se vuole continuare a guidare auto sportive e a vestire abiti firmati, bisogna che scenda pure ad un compromesso.
I due verranno aiutati da un certo Westray (Brad Pitt leggermente fuori forma), una specie di santone appassionato di donne. Le sue parole sono quasi un presagio, l’avvocato non è consapevole della sua situazione. Fa finta di non sapere cosa comporterebbe il fallimento dell’operazione e Westray glielo dice chiaro e tondo cosa accadrebbe a lui e alle persone che gli sono vicine qualora si venisse a trovare in questa situazione.
Cosa che alla fine accade.

Buonissime le scene d’azione.
Ottima la scelta, nel suo esser violento, di non spettacolarizzare la violenza. Poche le scene sanguigne, molta la violenza nascosta.
Tanto è lasciato all’immaginazione dello spettatore, in particolare una scena a proposito del concetto di Snuff movie. L’unica cosa forse da criticare è la mano di Sir. Scott il quale fa tremare la telecamera neanche fosse malato del morbo di Parkinson.
A ogni modo, da quello che leggo, sembra che molti lo stiano sottovalutando e demolendo un po’ troppo e forse non se lo merita.

DonMax

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2 Febbraio 2014 in The Counselor - Il procuratore

Onestamente, questo film mi ha lasciata parecchio interdetta.
L’unica cosa che so per certa è che la Diaz dovrebbe andare a zappare la terra, per quanto mi riguarda, forse agli inizi di carriera era un pelino – ma proprio di poco – più convincente come attrice, adesso mi fa soltanto ridere. Facce stereotipate, il viso pieno di botulino, questo suo essere sempre prima donna, voler ostentare una femminilità e un sex appeal che, onestamente, per me non ha. Da quel che ho capito il personaggio che interpreta avrebbe dovuto essere un po’ una femme fatale, cosa che la Diaz non è – sempre mia opinione, eh.
E adesso, non per trovare difetti in più alla pellicola, ma onestamente vedere quei ghepardi sballottati a destra e sinistra ed usati come oggetto di intrattenimento mi ha veramente provocato nervosismo. A che pro inserirli nel contesto? Solo per far dire quattro stupidate in più alla Diaz nel finale? Nah, potevano risparmiarselo.
Mi dispiace per Fassbender, ma non hanno saputo valorizzarlo affatto. Ma poi questi personaggi stereotipati, Brad Pitt che ormai pare una macchietta. Cioè, io non lo so guarda.
Questa non è una recensione, è un commento sconclusionato.
Vorrei pregare i produttori di smetterla di aiutare Ridley Scott a realizzare film, perché son soldi buttati da un po’ di anni a questa parte. Io mi immagino questi tizi che leggono la sceneggiatura e pensano “bella bella, produciamo questo film, sìsì”. Ma bella per chi?
Ovviamente ci saranno sempre i quattro cristiani che inneggeranno al capolavoro, magari proprio per la scena della Diaz con l’auto, che personalmente ho trovato veramente la cosa più squallida, volgare ed inutile – ai fini della pellicola era proprio inutile, sì – che abbia mai visto.
E con questo concludo e, boh, un quattro solo per Fassbender, Cruz e Dormer.

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Il dramma dell’inazione / 26 Gennaio 2014 in The Counselor - Il procuratore

Gira voce che Ridley Scott, grandissimo regista, non brilli nel valutare le sceneggiature che decide di portare sullo schermo.

Così, quando si legge che lo script del suo ultimo film è scritto da Cormac McCarthy, le aspettative sono destinate, inevitabilmente, a salire.

Ma, dopo aver visto The Counselor, possiamo dire che né a Ridley né a Cormac importava granché delle aspettative. E non perché il film sia brutto, anzi, ma proprio perché nel suo rifiuto di una narrazione convenzionale, “da manuale”, il duo confeziona un prodotto che non scende a compromessi, infischiandosene di ciò che pubblico e critica vorrebbero da un film interpretato dal manipolo Fassbender/Diaz/Bardem/Cruz/Pitt (gli amanti delle serie tv riconosceranno invece con piacere Dean Norris e Natalie Dormer).

La trama, che vede interagire donne-ghepardo e donne-diamante, avvocati e trafficanti, il pragmatico Cartello e il fatale Caso, si sviluppa altrove rispetto allo schermo, dove irrompe solo quando arriva ai suoi picchi più estremi, per poi dileguarsi e tornare, di nuovo, a colpire.

A dominare sono infatti lunghi dialoghi con cui McCarthy scolpisce personaggi grotteschi e monolitici, vanamente pretenziosi, immersi in un lusso sfrontato e asettico che sembra assistere, impassibile quanto inutile, alle loro vicende (e l’abuso della Ferrari gialla è emblematico).

Vicende che, come già accadeva in Non è un paese per vecchi, sfuggono al controllo dei protagonisti per sfortunate casualità. Ed è paradossale che a ristabilire l’ordine non siano le autorità, bensì un’organizzazione criminale come il Cartello.

Come un letale bolito (altro ingegnoso strumento di morte, dopo la pistola ad aria compressa di Anton Chigurh), The Counselor è implacabile nel mettere in scena un piccolo mondo che nasce e muore con le azioni dei protagonisti, serrandosi intorno a loro fino alle estreme conseguenze. A condannarli è un vuoto chiacchiericcio che si affanna a cercare una soluzione senza metterne in pratica nessuna, mentre i loro destini vengono decisi altrove.

Una morale scomoda e fastidiosa, certo. Chi ha abbastanza stomaco per affrontarla, chi vuole stare al gioco nerissimo condotto da Scott e McCarthy, si accomodi.

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21 Gennaio 2014 in The Counselor - Il procuratore

È piuttosto difficile recensire “The Counselor – Il Procuratore” senza scadere in uno sproloquio d’insulti. Ma bisogna provarci.

Ultimo (e, se questi sono i presupposti, si spera letteralmente) film di Ridley Scott, alias “il regista più decaduto di Hollywood” (il titolo di “regista più decaduto del Cinema” spetta ancora a Dario Argento, per il momento), “The Counselor” è la classica pellicola che ti fa pentire di non aver utilizzato i soldi del biglietto per qualcosa di più costruttivo, tipo buttarli in un tombino.

La produzione, mossa probabilmente dal successo di una storia come quella di “Breaking Bad” – a cui paga anche il dovuto tributo con un piccolo cameo di Dean Norris (Hank Schrader in Br.Ba.) – realizza un’opera che, come la nota serie TV, racconta lo scadimento morale del protagonista, un avvocato il cui nome resta taciuto (Michael Fassbender), andatosi a immischiare in un affare di narcotraffico che si rivelerà decisamente più grosso di lui.
Tutto questo viene affidato ad una sceneggiatura pessima, disomogenea, scoordinata e – a tratti – pure scontata. Si comincia direttamente in medias res: nulla sappiamo del “counselor”; soprattutto ignoriamo cosa mai abbia potuto spingerlo ad immischiarsi in una faccenda simile. L’empatia con il protagonista è del tutto impraticabile. Per la prima metà dell’intero film non succede nulla. Nulla, sul serio. Viene più che altro offerta una mal riuscita panoramica dei personaggi, tutti – insopportabilmente – verbosi. L’intera azione viene allora concentrata nella seconda parte, producendo uno sciatto e sbrigativo accavallamento di eventi. La performance di tutti i galli nel pollaio del cast è interamente sotto la media: un anonimo Fassbender, una Penelope Cruz sfruttata male, un Brad Pitt nonsense. Alzano di poco la testa Cameron Diaz (!) e Javier Bardem, ma di poco, davvero.
Mi limito ad elencare le (poche) note a favore: un paio di dialoghi (direttamente dalla penna dello scrittore statunitense Cormac McCarthy, infelice sceneggiatore dello stesso film) che destano interesse ma risultano piazzati completamente a caso, fomentando ancora di più la frustrazione dello spettatore; un paio di sequenze originali e realizzate a dovere; una discreta fotografia degli esterni. Piace la colonna sonora.

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bah / 18 Gennaio 2014 in The Counselor - Il procuratore

Un film sconsclusionato , a tratti fastidioso , neanche il pur per me mitico Bardel ha un personaggio , come dire , azzeccato !
Ci sono 3-4 scene molto belle ma è come se il film fosse un insieme di colonne separate che viaggiano parallele e non si incontrano mai.
E pensare che io adoro Ridley Scott ,mi sa però che quando in un film ci sono tutti questi attori di grosso calibro diventa difficile ..

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