7 Recensioni su

The Conspirator

/ 20116.889 voti

Colonna sonora / 18 Maggio 2016 in The Conspirator

Bellissima la canzone che si sente sui titoli di coda: la ciliegina sulla torta!

L’insostenibile pesantezza di una mancata contestualizzazione. / 22 Novembre 2013 in The Conspirator

Bocciato.
Pur avendo compreso il desiderio di Redford di raccontare l’andazzo degli States contemporanei sfruttando un episodio fondamentale della Storia degli stessi, ho mal sopportato alcuni difetti evidenti della pellicola: scarsa contestualizzazione sociale (es.: si parla continuamente di “ribelli”, ma di chi si tratta, a conti fatti?), “buoni e cattivi” disegnati con l’accetta (presunti dubbi morali compresi), caratterizzazioni mediocri (salvo solo Robin Wright che conferisce palpabile dignità ad una donna letteralmente massacrata e tanto, tanto, tanto avrei gradito, in questo senso, un accenno alla condizione della Surratt in quanto donna, non solo in qualità di capro espiatorio).

Detto ciò, ho trovato pessimi anche i dettagli “di colore”: le luci di scena, nette come lame, che fanno scintillare tutte le superfici chiare come in una vecchia telenovela sudamericana; alcuni movimenti di macchina “fasulli” e ridondanti; attori apparentemente incoscienti di muoversi in un contesto “storico” (la scena in cui il Senatore Johnson parla attraverso la porta di un W.C. ad Aiken è una “modernizzazione” tirata per i capelli, sui cui ho perfino diversi dubbi filologici in relazione all’esistenza di quel tipo di stanze da bagno nel 1865… ma si tratta di fisime da architetto, pardon).

A discolpa degli attori, a questo proposito, attribuisco il danno agli sceneggiatori (o agli adattatori italiani) che hanno imbastito dialoghi caratterizzati da modi espressivi e tempi discorsivi assolutamente contemporanei, senza badare alle convenzioni dell’epoca, senza provare neppure per un attimo a giocare con le complessità verbali del tempo.

Avrei apprezzato decisamente di più, visto l’argomento, una messinscena “teatrale”, in cui gli accenni storici (costumi, scenografie, tecnologie…) fossero confinati sullo sfondo, quasi invisibili, per ridurre all’essenziale la questione, ponendola su un piano quasi esclusivamente morale e/o politico.

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Giù le forche / 7 Novembre 2012 in The Conspirator

Grande Robert Redford, questo film è un’altra spallata alla mentalità giustizialista americana. Un soggetto importante, una purificazione della memoria che sicuramente non si limita ai fatti che accaddero a Washington, nel pieno dei festeggiamenti dopo la vittoria dell’Unione, quel 14 aprile del 1865. L’uccisione di Lincoln è il colpo di coda degli sconfitti confederati, e come spesso avviene nei ricorsi della storia c’è bisogno di dissetare le fauci del popolo, c’è bisogno del senatore o del deputato che cavalchi la rabbia e allestisca la forca. C’è bisogno di vendetta, e poco importa se chi paga sia davvero colpevole o sia soltanto un capro espiatorio; non importa nemmeno se Mary Surratt è una donna, la prima donna ad essere punita con la pena di morte. Importa il gesto “politico” dell’impiccagione.
Il film parte un po’ manierato, le scene iniziali hanno un vago retrogusto di serie-tv, di “riassunto delle puntate precedenti”. Per fortuna è un’impressione che si dissolve ben presto, la regia di Redford prende il via e scivola magnificamente indipendente, senza le frenatine dettate dalla prudenza di una produzione sovrastante. Scivola giù per l’abisso di un finale vero, duro, accusatorio, limpido, che non può non ricordare un certo colonnello Dax e la sua donchisciottesca battaglia contro i mulini a vento del tribunale militare.
In fondo c’è il buio assoluto del patibolo, ancora oggi maledettamente in piedi.
Molto bravo James McAvoy, brava anche Robin Wright; ma questo è un film soprattutto eversivo, una blasfemia al patriottismo americano, questo è cinema che punta dritto al cuore, con eleganza ma più tagliente di un rasoio. Ed è questo che mi piace, di questo film.

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20 Luglio 2012 in The Conspirator

l’assunto è potente ed efficace e il film, pieno di dialoghi, di interni, di mancanza di avvenimenti, è appassionante. Il pregio maggiore è in una sceneggiatura equilibratissima che riesce a spargere temi, ad insinuare incertezze, ad essere attualissimo per gli usa (il tema fondamentale è se un civile possa o meno essere giudicato da un tribunale militare, se la legge debba essere sacrificata per la nascita di una nazione quando ancora c’è la guerra), ma anche per tutto il mondo occidentale.
E’ evidente il giocarsi della partita fra poteri che dovrebbero essere separati e che invece si sovrappongono (l’esecutivo cambia le regole del gioco e strozza la magistratura), è sempre interessante il senso di un sistema di regole condivise ed accettate che sono messe sotto silenzio di fronte a un ideale, una urgenza più grande. Si sente per tutto il film lo scivolare delle tesi a confronto: nell’insieme della gamma dei grigi che coinvolge chiari colpevoli, ma con un’imputata usata come arma dall’accusa è quasi impossibile schierarsi chiaramente in una vicenda storica in cui il gioco del potere (che con il senno di poi potremmo forse dire che avesse pure ragione) è inaccettabile a prescindere. Il populismo è uno degli spettri agitati e, se il protagonista poi sarà anche giornalista, Redford riesce a non tacere sul potere distorto dei media che agitano insensate paure.
Ad un certo punto, e molto realisticamente, una volta che la tesi dello schierarsi contro gli imputati in nome del patriottismo e della vendetta del popolo si fa più forte, la ragione diviene tradimento.
Gli attori sono molto bravi e molto in parte, c’è davvero tanto computer per gli esterni, Redford però usa bene le ombre profonde degli interni e poi non può esimersi dall’unico giudizio di tutto il film: quell’ombrello nero che oscura il sole sulla via del patibolo. Appassionante

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19 Luglio 2012 in The Conspirator

Interessante film su un pezzo di storia americana (attentato omicida a Lincoln) che però ha il merito di far riflettere anche sulla storia dei nostri giorni. In quei giorni con l’America sconvolta dall’assassinio del suo presidente (e dopo una sanguinosa guerra civile), il segretario della Guerra aveva come unico scopo la giustizia (o vendetta?) nei confronti dei cospiratori per tranquilizzare il popolo e per fare questo non lesina di calpestare i diritti civili.
Ottimo cast: a partire da James McAvoy che apprezzo ogni volta di più, Robin Wright invecchiata nei panni di Mary Surrat, le belle Evan Rachel Wood (la figlia di Mary) e Alexis Bledel (la ragazza di Frederik), un irriconoscibile Kevin Kline (il ministro della guerra).
Buon ritmo, buona dose di storia e riflessioni su quello accaduto post 11 settembre (in cui si è ripresentata una situazione molto simile).

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31 Maggio 2012 in The Conspirator

Mi è piaciuto molto.
Storia coionvolgente, ben narrata, che non annoia nonostante il ritmo non incalzante. Da vedere per dimostrarci, se ce ne fosse ancora bisogno, che le falle e le lacune della giustizia hanno fondamenta antiche e radici solide, purtroppo.
Bravo McAvoy, bravissima Robin Wright.

16 Novembre 2011 in The Conspirator

Sarebbe un 6.5 in realtà. Non posso dire che fosse fatto male, perchè è un film che si avvale di un ottimo cast su cui spiccano James McAvoy (comincia a piacermi davvero il suo percorso cinematografico dopo che lo avevo apprezzato in “L’ultimo re di Scozia”), un’invecchiata Robin Wright e un irriconoscibile Kevin Kline; interessante la fotografia che dà al tutto un tono patinato, da vecchia foto sbiadita e rimanda alla confusione sociale della trama. Notevoli in rimandi ed i confronti con l’attualità di cui ogni critica ha ampiamente parlato e discusso.
La sceneggiatura non brilla particolarmente, riciclando un pò frasi e situazioni già sentite in analoghi contesti.
E’ un film americano, su un pezzo di storia americana infarcito di una buona dose di retorica hollywoodiana.
Non è male ma non è il capolavoro di Redford. Si lascia guardare senza rimanere scolpito e senza deludere troppo.

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