The Conspirator

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The Conspirator

La storia del processo agli assassini di Lincoln ed in particolare del processo alla madre di uno dei cospiratori, sudista, sola e difesa da un giovane e brillante avvocato che crede nei diritti costituzionali e nelle libertà civili ed è capace di mettere in gioco tutto per provare l'innocenza - o la colpevolezza - della sua cliente, oltre ogni ragionevole dubbio.
henricho ha scritto questa trama

Titolo Originale: The Conspirator
Attori principali: James McAvoy, Robin Wright, Evan Rachel Wood, Kevin Kline, Alexis Bledel, Danny Huston, Justin Long, Colm Meaney, Tom Wilkinson, Norman Reedus, Toby Kebbell, Jonathan Groff, Stephen Root, Johnny Simmons, James Badge Dale, Shea Whigham, Chris Bauer, Gerald Bestrom, Cal Johnson, Mostra tutti

Regia: Robert Redford
Sceneggiatura/Autore: Gregory Bernstein, James D. Solomon
Colonna sonora: Mark Isham
Fotografia: Newton Thomas Sigel
Costumi: Louise Frogley, Richard Schoen
Produttore: Bill Holderman, Brian Peter Falk, Robert Redford, Greg Shapiro, Robert Stone, Joe Ricketts, Jeremiah Samuels, Webster Stone
Produzione: Usa
Genere: Drammatico
Durata: 122 minuti

Dove vedere in streaming The Conspirator

Colonna sonora / 18 Maggio 2016 in The Conspirator

Bellissima la canzone che si sente sui titoli di coda: la ciliegina sulla torta!

L’insostenibile pesantezza di una mancata contestualizzazione. / 22 Novembre 2013 in The Conspirator

Bocciato.
Pur avendo compreso il desiderio di Redford di raccontare l’andazzo degli States contemporanei sfruttando un episodio fondamentale della Storia degli stessi, ho mal sopportato alcuni difetti evidenti della pellicola: scarsa contestualizzazione sociale (es.: si parla continuamente di “ribelli”, ma di chi si tratta, a conti fatti?), “buoni e cattivi” disegnati con l’accetta (presunti dubbi morali compresi), caratterizzazioni mediocri (salvo solo Robin Wright che conferisce palpabile dignità ad una donna letteralmente massacrata e tanto, tanto, tanto avrei gradito, in questo senso, un accenno alla condizione della Surratt in quanto donna, non solo in qualità di capro espiatorio).

Detto ciò, ho trovato pessimi anche i dettagli “di colore”: le luci di scena, nette come lame, che fanno scintillare tutte le superfici chiare come in una vecchia telenovela sudamericana; alcuni movimenti di macchina “fasulli” e ridondanti; attori apparentemente incoscienti di muoversi in un contesto “storico” (la scena in cui il Senatore Johnson parla attraverso la porta di un W.C. ad Aiken è una “modernizzazione” tirata per i capelli, sui cui ho perfino diversi dubbi filologici in relazione all’esistenza di quel tipo di stanze da bagno nel 1865… ma si tratta di fisime da architetto, pardon).

A discolpa degli attori, a questo proposito, attribuisco il danno agli sceneggiatori (o agli adattatori italiani) che hanno imbastito dialoghi caratterizzati da modi espressivi e tempi discorsivi assolutamente contemporanei, senza badare alle convenzioni dell’epoca, senza provare neppure per un attimo a giocare con le complessità verbali del tempo.

Avrei apprezzato decisamente di più, visto l’argomento, una messinscena “teatrale”, in cui gli accenni storici (costumi, scenografie, tecnologie…) fossero confinati sullo sfondo, quasi invisibili, per ridurre all’essenziale la questione, ponendola su un piano quasi esclusivamente morale e/o politico.

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Giù le forche / 7 Novembre 2012 in The Conspirator

Grande Robert Redford, questo film è un’altra spallata alla mentalità giustizialista americana. Un soggetto importante, una purificazione della memoria che sicuramente non si limita ai fatti che accaddero a Washington, nel pieno dei festeggiamenti dopo la vittoria dell’Unione, quel 14 aprile del 1865. L’uccisione di Lincoln è il colpo di coda degli sconfitti confederati, e come spesso avviene nei ricorsi della storia c’è bisogno di dissetare le fauci del popolo, c’è bisogno del senatore o del deputato che cavalchi la rabbia e allestisca la forca. C’è bisogno di vendetta, e poco importa se chi paga sia davvero colpevole o sia soltanto un capro espiatorio; non importa nemmeno se Mary Surratt è una donna, la prima donna ad essere punita con la pena di morte. Importa il gesto “politico” dell’impiccagione.
Il film parte un po’ manierato, le scene iniziali hanno un vago retrogusto di serie-tv, di “riassunto delle puntate precedenti”. Per fortuna è un’impressione che si dissolve ben presto, la regia di Redford prende il via e scivola magnificamente indipendente, senza le frenatine dettate dalla prudenza di una produzione sovrastante. Scivola giù per l’abisso di un finale vero, duro, accusatorio, limpido, che non può non ricordare un certo colonnello Dax e la sua donchisciottesca battaglia contro i mulini a vento del tribunale militare.
In fondo c’è il buio assoluto del patibolo, ancora oggi maledettamente in piedi.
Molto bravo James McAvoy, brava anche Robin Wright; ma questo è un film soprattutto eversivo, una blasfemia al patriottismo americano, questo è cinema che punta dritto al cuore, con eleganza ma più tagliente di un rasoio. Ed è questo che mi piace, di questo film.

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20 Luglio 2012 in The Conspirator

l’assunto è potente ed efficace e il film, pieno di dialoghi, di interni, di mancanza di avvenimenti, è appassionante. Il pregio maggiore è in una sceneggiatura equilibratissima che riesce a spargere temi, ad insinuare incertezze, ad essere attualissimo per gli usa (il tema fondamentale è se un civile possa o meno essere giudicato da un tribunale militare, se la legge debba essere sacrificata per la nascita di una nazione quando ancora c’è la guerra), ma anche per tutto il mondo occidentale.
E’ evidente il giocarsi della partita fra poteri che dovrebbero essere separati e che invece si sovrappongono (l’esecutivo cambia le regole del gioco e strozza la magistratura), è sempre interessante il senso di un sistema di regole condivise ed accettate che sono messe sotto silenzio di fronte a un ideale, una urgenza più grande. Si sente per tutto il film lo scivolare delle tesi a confronto: nell’insieme della gamma dei grigi che coinvolge chiari colpevoli, ma con un’imputata usata come arma dall’accusa è quasi impossibile schierarsi chiaramente in una vicenda storica in cui il gioco del potere (che con il senno di poi potremmo forse dire che avesse pure ragione) è inaccettabile a prescindere. Il populismo è uno degli spettri agitati e, se il protagonista poi sarà anche giornalista, Redford riesce a non tacere sul potere distorto dei media che agitano insensate paure.
Ad un certo punto, e molto realisticamente, una volta che la tesi dello schierarsi contro gli imputati in nome del patriottismo e della vendetta del popolo si fa più forte, la ragione diviene tradimento.
Gli attori sono molto bravi e molto in parte, c’è davvero tanto computer per gli esterni, Redford però usa bene le ombre profonde degli interni e poi non può esimersi dall’unico giudizio di tutto il film: quell’ombrello nero che oscura il sole sulla via del patibolo. Appassionante

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19 Luglio 2012 in The Conspirator

Interessante film su un pezzo di storia americana (attentato omicida a Lincoln) che però ha il merito di far riflettere anche sulla storia dei nostri giorni. In quei giorni con l’America sconvolta dall’assassinio del suo presidente (e dopo una sanguinosa guerra civile), il segretario della Guerra aveva come unico scopo la giustizia (o vendetta?) nei confronti dei cospiratori per tranquilizzare il popolo e per fare questo non lesina di calpestare i diritti civili.
Ottimo cast: a partire da James McAvoy che apprezzo ogni volta di più, Robin Wright invecchiata nei panni di Mary Surrat, le belle Evan Rachel Wood (la figlia di Mary) e Alexis Bledel (la ragazza di Frederik), un irriconoscibile Kevin Kline (il ministro della guerra).
Buon ritmo, buona dose di storia e riflessioni su quello accaduto post 11 settembre (in cui si è ripresentata una situazione molto simile).

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