Ambientato alla fine degli anni ottanta in una Dublino in pieno degrado sociale e con i quartieri ghetto come naturale sottofondo visivo questo film racconta la storia di un guppo di giovani irlandesi, capitanati da Jimmy Rabbitte, che cercano di fondare un guppo di musica soul.I Fili portanti della storia sono la determinazione di Jimmy per questo progetto, la rabbia, l'animosità e le gelosie che governano le dinamiche del gruppo e le capacità musicali di alcuni, tra tutti la voce di Deco, un bianco dall'anima soul e le doti da leader di Joey Labbra Fagan un trombettista che forse chissà dice di aver suonato con i più grandi al mondo. Saranno proprio questi elementi a determinare un discreto successo della band e poi la sua caduta. Tutti si eleveranno, anche se per poco ad uno stato sublime di notorietà, necessario per uscire dall'anonimato quotidiano della city. luca.curtaz ha scritto questa trama
Titolo Originale: The Commitments Attori principali: Robert Arkins, Michael Aherne, Angeline Ball, Maria Doyle Kennedy, Dave Finnegan, Bronagh Gallagher, Glen Hansard, Félim Gormley, Johnny Murphy, Dick Massey, Andrew Strong, Ken McCluskey, Colm Meaney, Anne Kent, Andrea Corr, Gerard Cassoni, Ruth Fairclough, Lindsay Fairclough, Ger Ryan, Liam Carney, Michael O'Reilly, Mark O'Regan, Phelim Drew, Sean Hughes, Philip Bredin, Aoife Lawless, Lance Daly, Conor Malone, Jezz Bell, Colm MacConiomare, Emily Dawson, Dave Kane, Kristel Harris, Maria Place, Brian MacAodha, Tricia Smith, Canice William, Patrick Foy, Jody Campbell, Allan Murray, Eanna MacLiam, Philomena Kavanagh, Peter Rowen, Eamonn O'Conner, Maura O'Malley, Blaise Smith, Derek Herbert, Owen O'Gorman, Pat Leavy, John Cronin, Rynagh O'Grady, Sheila Flitton, Michael Bolger, Mick Nolan, Eileen Reid, Bob Navan, Derek Duggan, Paddy O'Connor, Jim Corr, Larry Hogan, Bernard Keelan, Ronan Hardiman, Mikel Murfi, Josylen Lyons, Winston Dennis, Alan Parker, Paul Bushnell, Sharon Corr, Caroline Corr, Mostra tutti
Decisamente, è meglio il film del libro, a parer mio: Parker ha messo in scena col giusto piglio descrittivo (e perfino gradevolmente didascalico: vedi i nugoli di bambini, i casermoni-dormitorio, gli onnipresenti simboli del cattolicesimo) ciò che nel romanzo di Roddy Doyle era vagamente suggerito. La caratterizzazione dei personaggi è ottima, il lavoro relativo alla scelta delle fisionomie ha portato ottimi frutti. La mia scena preferita è, ovviamente, la lunga sequenza dei provini per la band: una carrellata di volti e stereotipi davvero adorabile che, con la sua “leggerezza” chiarisce, se necessario, quanto implacabilmente la musica rappresenti l’unica via per il riscatto personale e sociale.