L’ammutinamento del Caine / 2 Novembre 2016 in L'ammutinamento del Caine

Tratto dall’omonimo romanzo Premio Pulitzer per la narrativa, The Caine Mutiny è un film dalla sceneggiatura impeccabile, suddivisa in due parti ben distinguibili: quella delle avventure in mare del Caine durante la seconda guerra mondiale e quella del processo davanti alla corte marziale del comandante in seconda, accusato, insieme all’ufficiale di guardia, di ammutinamento.
La riuscita della pellicola è in gran parte merito delle interpretazioni di Humphrey Bogart, nel ruolo del comandante paranoico ai limiti della follia (grandiosa la recitazione durante l’interrogatorio finale in cui crolla la maschera dietro la quale riusciva a celare la propria patologia) e del meno celebre Van Johnson, il vice-comandante che dopo un lungo travaglio interiore dovrà assumere la dolorosa decisione di destituire il suo superiore.
È uno degli ultimi film di Bogart, che morirà ancora relativamente giovane dopo tre anni per un tumore, ed anche uno dei pochi girato da Robert Francis, anche lui scomparso un anno dopo, giovanissimo (25 anni), in un incidente aereo.
Francis recita nei panni del coprotagonista (e coimputato) guardiamarina Keith, che ha una relazione sentimentale che magari poteva essere buona per riempire alcune pagine del romanzo, ma che sembra fuori posto nella pellicola (se non per saziare la sete di storie romantiche ritenuta indispensabile da una certa concezione di cinema).
La fotografia di Planer è davvero notevole, soprattutto per l’utilizzo di una tonalità cromatica decisamente moderna, che sembra di quasi venti o trent’anni posteriore.
Ma la vera forza di questo film è proprio nella storia narrata, che lascia nel finale con molti dubbi e poche certezze, grazie alla lettura della vicenda che fa l’avvocato difensore degli imputati: prima, durante il processo, per farli discolpare mettendo a nudo le debolezze del comandante destituito; poi, dopo la sentenza, per accusarli a loro volta delle proprie colpe, che forse non avevano ben compreso.
In realtà non si sono mai verificati ammutinamenti nella storia della marina militare statunitense. Il cartello in apertura lo precisa a chiare lettere, ma ciò nonostante quello del film resta un argomento scomodo, ed infatti la marina non volle fornire la propria collaborazione per il progetto.
Una storia di questo genere non poteva che uscire a Hollywood in quel 1954 che segnò la fine della caccia alle streghe maccartiste, di cui Dmytryk era stato vittima, finendo pure in prigione per le sue simpatie comuniste e “vendicandosi” con quest’opera in cui sono ravvisabili i prodromi di uno spirito ribelle nei confronti dell’autorità che sboccerà soltanto nel decennio successivo.

Leggi tutto