Recensione su The Burning Plain

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The burning plain / 29 Novembre 2012 in The Burning Plain

Guillermo Arriaga, già sceneggiatore di fiducia di Inarritu (Amores Perros, 21 grammi, Babel) si prende ora il compito di dirigere, oltre che di scrivere, il film. Il risultato è una pellicola in cui si fa riconoscibile la personalissima firma di Arriaga nella sceneggiatura e nel particolare montaggio, mentre è chiara la distanza presa dalle scelte registiche di Inarritu, come ad esempio l’uso della telecamera a spalla.
Nel film sono affrontati quattro percorsi, quattro storie associate ai quattro elementi, la cui relazione è di natura puramente poetica, e accompagna con grande enfasi la narrazione. La trama è complessa e le storie si incrociano in un finale unico, in cui rimorsi, emozioni e travagliati passati vengono al pettine, lasciando lo spettatore con la sottile speranza che tutto possa migliorare. La sensazione che ne scaturisce è quello di una rinascita dalle ceneri, amori che nascono da altri amori, dove il fuoco della purificazione è reale e inevitabilmente porta a nuove possibilità per cui, si spera, ciò che è stato bruciato non diventi solo tossico fumo.
Merito a Charlize Theron e a Kim Basinger per le grandi prove di recitazione.

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