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The Burning Plain

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Capitolo extra della trilogia di Inarritu / 25 Aprile 2020 in The Burning Plain

A due anni di distanza dall’ultimo capitolo della trilogia della morte, Guillermo Arriaga, sceneggiatore dei tre film (Amores perros, 21 grammi e Babel), esordisce alla regia con una pellicola che sembra a tutti gli effetti un capitolo extra della famosa trilogia di Inarritu. Le tre linee narrative raccontate riescono a celare intelligente gli archi temporali della vicenda con una sceneggiatura asciutta e un montaggio degno di nota. La bravura di Arriaga sta tutta nella scrittura dei personaggi e nella scelta accurata delle parole da dire e, soprattutto, da non dire in determinati momenti. Il regista riesce incredibilmente a chiarificare i rapporti tra i personaggi e il disegno generale passo dopo passo senza mai svelare le carte in tavola. Con una regia quadrata e pulita, Arriaga, muove da buon burattinaio le marionette delle sue storie tristi, immergendo lo spettatore in un panorama torrido, che brucia letteralmente ma che è più vivo che mai.

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Capitolo extra della trilogia di Inarritu / 25 Aprile 2020 in The Burning Plain

A due anni di distanza dall’ultimo capitolo della trilogia della morte, Guillermo Arriaga, sceneggiatore dei tre film (Amores perros, 21 grammi e Babel), esordisce alla regia con una pellicola che sembra a tutti gli effetti un capitolo extra della famosa trilogia di Inarritu. Le tre linee narrative raccontate riescono a celare intelligente gli archi temporali della vicenda con una sceneggiatura asciutta e un montaggio degno di nota. La bravura di Arriaga sta tutta nella scrittura dei personaggi e nella scelta accurata delle parole da dire e, soprattutto, da non dire in determinati momenti. Il regista riesce incredibilmente a chiarificare i rapporti tra i personaggi e il disegno generale passo dopo passo senza mai svelare le carte in tavola. Con una regia quadrata e pulita, Arriaga, muove da buon burattinaio le marionette delle sue storie tristi, immergendo lo spettatore in un panorama torrido, che brucia letteralmente ma che è più vivo che mai.

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The burning plain / 29 Novembre 2012 in The Burning Plain

Guillermo Arriaga, già sceneggiatore di fiducia di Inarritu (Amores Perros, 21 grammi, Babel) si prende ora il compito di dirigere, oltre che di scrivere, il film. Il risultato è una pellicola in cui si fa riconoscibile la personalissima firma di Arriaga nella sceneggiatura e nel particolare montaggio, mentre è chiara la distanza presa dalle scelte registiche di Inarritu, come ad esempio l’uso della telecamera a spalla.
Nel film sono affrontati quattro percorsi, quattro storie associate ai quattro elementi, la cui relazione è di natura puramente poetica, e accompagna con grande enfasi la narrazione. La trama è complessa e le storie si incrociano in un finale unico, in cui rimorsi, emozioni e travagliati passati vengono al pettine, lasciando lo spettatore con la sottile speranza che tutto possa migliorare. La sensazione che ne scaturisce è quello di una rinascita dalle ceneri, amori che nascono da altri amori, dove il fuoco della purificazione è reale e inevitabilmente porta a nuove possibilità per cui, si spera, ciò che è stato bruciato non diventi solo tossico fumo.
Merito a Charlize Theron e a Kim Basinger per le grandi prove di recitazione.

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