Recensione su Non è mai troppo tardi

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Non è mai troppo tardi
Regia:

Gli ultimi mesi della sua vita sono stati i migliori della mia / 17 Maggio 2013 in Non è mai troppo tardi

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Il film ci mette un grande impegno nel cercare di apparire una di quelle classiche melensaggini stereotipate e strappalacrime da fiction tv. Ma non ci riesce. La grandezza dei due attori lo impedice. Si può facilmente accusare il film di essere ingenuo e semplicistico, ma è proprio nell’ingenuità e nella semplicità che troviamo la bellezza di questo film, affiancate ad una buona dose di sana ironia.

Due sono i pilastri che reggono la storia, e che sono saldamente uniti tra loro, indispensabili l’uno all’altro: l’amicizia, che si viene qui ad instaurare tra i due protagonisti; e questo legame è tanto forte per il triste destino che li accomuna, nonostante la loro grande diversità di mentalità e di carattere. L’altro è il desiderio, che tutti abbiamo, di non dover sacrificare la nostra vita interamente al lavoro, agli impegni più gravosi, cui dobbiamo sottometterci o per il bene di chi ci sta intorno (Carter-Freeman, che in cuor suo avrebbe desiderato diventare professore di Sotria, piuttosto che fare il meccanico) o per il bene del nostro portafoglio (Edward-Nicholson), ma di poter anche creare del tempo solo per noi. I due protagonisti, paradossalmente, troveranno l’amicizia e il coraggio per appagare, insieme, i propri desideri solo negli ultimi mesi della propria vita; ma la loro rivincita non sarà circoscritta solo a questo! Grazie al loro viaggio finale infatti Carter scoprirà quanto in fondo ancora amava la moglie, ed Edward, nonostante il rifiuto iniziale dettato dal suo orgoglio, troverà l’umiltà di presentarsi davanti alla figlia che non vedeva da anni.

Una piccola curiosità finale: il primo desiderio espresso da Carter, potere ammirare qualcosa di veramente maestoso, sarà l’ultimo ad essere soddisfatto, per sempre.

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