9 Recensioni su

The Box

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Credevo peggio a leggere le recensioni / 28 Novembre 2019 in The Box

A parte che è un Thriller Fantasy, e non solo Thriller come dice qualcuno… E può darsi che alcune cose non sono chiare perché non avendo letto il libro come sempre mancano dei punti. Non è stato male, anche se ci sono molte cose davvero parecchio assurde.

Si poteva fare di più. / 13 Febbraio 2016 in The Box

Un mezzo passo falso per il regista del sorprendente Donnie Darko. Tratto da un racconto di Richard Matheson, il film parte subito bene con una storia angosciante(decidere della vita di un altro essere umano), resa ancora più inquietante dall’ambiguità e dall’orrenda deturpazione del personaggio interpretato da Frank Langella.
La ricostruzione storica di fine anni’70 è notevole, così come l’uso della fotografia, tutta incentrata su colori dalle tonalità smorzate, ma alla fine il film si perde un po’ nel tentativo del regista di voler dare una spiegazione logica ai tanti fatti surreali che si susseguono, andando così a impantanarsi tra metafisica, religione, libero arbitrio, moralità e cupidigia dell’essere umano e filosofia.
Peccato perché poteva essere davvero qualcosa di superlativo come lo fu a suo tempo “Donnie Darko”, ma nonostante questo lodo ancora una volta la bravura di questo regista, anche se in questo caso si tratta di un’occasione sprecata.
La sequenza della biblioteca è quanto di più grottesco abbia visto in vita mia.

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20 Marzo 2014 in The Box

L’idea era buona: una scatola, una scelta da fare e tanti dubbi. Molto intrigante. Motivo per cui ho scelto di vederlo. Ecco, poi però oltre all’idea di buono non ho visto più niente. Sconsigliatissimo.

Carino, ma niente di più / 2 Marzo 2012 in The Box

Bello l’inizio, la suspence, la velocità delle scene… pecca sul finale, banalissimo e surreale.

Ma poi, chi ci crede ad una Cameron Diaz con handicap???

Buona l’idea ma non altrettando il film / 2 Marzo 2012 in The Box

Sufficienza perchè l’idea è buona poi però la sceneggaitura si perde parecchio ed il film diventa pesante, che per un thriller non è una bella cosa

12 Gennaio 2012 in The Box

Prima parte assolutamente avvincente e intrigante, con il quesito sulla scelta che non viene posto solamente ai Lewis ma anche agli spettatori… Poi parte centrale con alcuni personaggi stravaganti, per non dire altro: l’allievo di Norma e la loro babysitter che si comportano in modo strano. Il piccolo accenno alla donna ammazzata dal marito, la famiglia di Norma, qualche altro episodio particolare nei dintorni.
Qualche passaggio un pò strano e non perfettamente spiegato (o al massimo solo accennato) come già succedeva in Donnie Darko; per esempio i portali, non si capisce bene a cosa servono e come funzionano, ma anche i “dipendenti”.
Per arrivare al finale di nuovo avvincente e appassionante con un’altra scelta da fare sia per i Lewis che, per fortuna solo mentalmente, anche per gli spettatori.
Il film è comunque molto interessante e appassionante anche se, come già x Donnie Darko, non tutto viene spiegato. Bravi gli attori, Cameron Diaz e James Marsden nei panni dei Lewis, e bravo soprattutto Frank Langella con il viso inquietante.

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La nostra vita in una scatola. / 13 Marzo 2011 in The Box

E’ questo l’immediato concetto esistenzialista che resta nella memoria – la nostra scatola cranica – dopo aver visto The Box, l’ultimo film di Richard Kelly, regista di grandi promesse e di alterne fortune, osannato per il successo di “Donnie Darko” e spedito al tappeto qualche anno dopo per l’incredibile “Southland Tales – Così finisce il mondo”, miscela di stile e talento, ostentazione e spreco. Un grandissimo Frank Langella muove le fila di questo mistery-thriller dai primi venti, venticinque minuti quasi perfetti: è lui, con il volto orribilmente sfigurato, a consegnare una scatola alla famiglia Lewis, un meccanismo dalla forma sinistramente piramidale con un pulsante rosso in cima, la cui eventuale pressione scatenerà due fatti incontrovertibili: qualcuno, da qualche parte del mondo, morirà e la famiglia Lewis riceverà un milione di dollari in contanti. Tax free. L’accordo è spiegato con impassibile autocontrollo dal misterioso Langella (Arlington Steward nel film), che si muove con i gesti calcolati e imperturbabili da artefice del mondo, un demiurgo mefistofelico rigido e sinistramente autorevole, avvolto com’è in quel cappotto scuro. Sarebbe stato semplice calare tutto questo mistero nel freddo di un inverno gotico e monocorde, e invece, in pieno stile Richard Kelly, una scenografia sfarzosamente anni settanta avviluppa i protagonisti in un Natale psichedelico e allucinogeno, impacchettandoli in una carta da parati le cui geometrie sembrano rubate da quelle di Victor Vasarely. Il dubbio si insinua nello spettatore, che partecipa con angosciata commiserazione alla caduta verticale delle aspettative di vita di Norma (Cameron Diaz) e Arthur (James Marsden) Lewis: a lei viene comunicato l’aumento delle tasse scolastiche, a lui una brusca interruzione di carriera. Cosa fare col pulsante? E’ possibile convivere con il senso di colpa di aver provocato la morte di uno sconosciuto? Nel cuore di una irrequieta e tesa riunione domestica viene presa la decisione. Da lì in avanti il film cambia registro, e da mistery-thriller si fa thriller cospirazionista, fantascientifico, un impasto poco chiaro tra “X-Files” e “Ai confini della realtà”, anche se non mancano sequenze magistrali (su tutte il Babbo Natale col campanellino nell’unica scena d’azione del film). Un film irrisolto, che mette in luce ancora una volta pregi e difetti di un autore che incredibilmente, già a 26 anni, aveva raggiunto l’apice della carriera a carriera non ancora iniziata, firmando un capolavoro – Donnie Darko – che è oggi soprattutto un fardello artistico e stilistico inesorabile con cui fare i conti ogni volta. Ci ha provato, questa volta, adattando un racconto (“Button, button”) di Richard Matheson, con risultati ambigui e imprevisti. Poteva fare di più.

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26 Febbraio 2011 in The Box

E’ stata una grossa delusione questo film, che basato sul romanzo di Richard Matheson, aveva sicuramente delle ottime premesse per riuscire. La trama è inizialmente molto avvincente e inquietante, ma si perde lungo la via. Sconclusionato e incasinato, il regista (lo stesso di Donnie Darko) ha voluto strafare mettendo troppa carne al fuoco e sconvolgendo sicuramente il racconto originale. Scene prive di senso, da cui lo spettatore deve dedurre capitoli mancanti. Finale sciapo. Brutto.

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una rottura di scatole / 23 Febbraio 2011 in The Box

Un altro flop di Richard Kelly dopo il pasticcione di “Southland Tales”. In questo caso la prima metà del film non mi è neanche troppo dispiaciuta..l’idea della scatola, il dubbio, la scelta. Ma da metà in poi la trama scade ad un livello di demenzialità tale (il tema dell’egosismo nei protagonsti è ridicolo) che neanche l’indole visionaria del regista sembra poter risollevare le sorti del film. Frank Langella ha anche impersonato in maniera accattivante il personaggio mefistofelico del garbato tentatore, ma per il resto il film è da buttare.
Donnie Darko era un’altra cosa.

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