Recensione su Black Dahlia

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Proprio brutto / 4 Luglio 2017 in Black Dahlia

Durante il corso di storia del cinema all’università ho visto un paio di vecchie noir, davvero molto belli. Questo è la loro pallida pallida imitazione. Un noir slavato, scontato, brutto e poco chiaro. Dove si risolve tutto con la follia e il sesso. Attori fuori parte. Scene gratuite. Storia scontata. Davvero ho visto un po’ d film, ma questo è il primo film che ho detto che è proprio BRUTTO.
Brutto malgrado le scene in stile noir, e gli attori che di solito sono meglio. Così come il regista.
Da dimenticare.

3 commenti

  1. Stefania / 5 Luglio 2017

    Ecco, sì: è desolante pensare a come De Palma, in passato, sia stato capace di fare sua la lezione dei thriller (Hitchcock in primis) e dei noir classici, fornendone una visione molto personale, e, poi, mettendo mano a una materia che avrebbe dovuto modellare con maestria, abbia girato questa roba. A mio parere, una regressione paurosa.

  2. ailinon80 / 5 Luglio 2017

    Non tutte le ciambelle escono col buco… Non conosco il libro da cui è tratta quella che dicono una storia vera. Se è davvero la fedele rappresentazione di quella, è di una tristezza assoluta. 🙁

    • Stefania / 5 Luglio 2017

      Il discorso è un po’ più complesso: James Ellroy, l’autore del romanzo a cui De Palma si è ispirato, ha ipotizzato una soluzione all’enigma della Dalia Nera, ma, in realtà, non si è mai giunti a identificare l’autore (o gli autori) dell’omicidio. Il lavoro di Ellroy non è solo la trasposizione letteraria di un fatto di cronaca. Egli ha scritto questo romanzo principalmente per “esorcizzare” un suo tormento personale, il motivo principale che, a detta sua, l’ha condotto all’inferno (la sua vita stessa è degna di un libro). Quando Ellroy era ancora bambino, infatti, sua madre è stata brutalmente uccisa e, benché i fatti si siano svolti a diversi anni di distanza l’uno dall’altro, lui ha sempre identificato il delitto della sfortunata Elizabeth Short con quello della mamma. Se non ricordo male, il romanzo si apre proprio con una dedica “liberatoria” alla donna.
      Se ti piace il genere, ti consiglio di dare una scorsa ai lavori di Ellroy: c’è una malsana violenza che, spesso, turba, ma è uno scrittore che ha la grande capacità di disegnare benissimo contesti e personaggi. Tra i suoi lavori letti finora, mi sono piaciuti molto i racconti di Notturni hollywoodiani: in uno di essi, tornano anche i detective protagonisti di L.A. Confidential.

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