Recensione su Il GGG – Il Grande Gigante Gentile

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Un buon piano! / 23 Marzo 2017 in Il GGG – Il Grande Gigante Gentile

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Dubito si possa parlare sensatamente di un film sul GGG che ho letto un milione di volte da piccolo, grande era l’ansia mia di vedere dal vivo cinematografico la faccia dello schifiltoso cetrionzolo o dell’Inghiotticicciaviva (nel film solo Inghiotticiccia, tra amici). Per cui. Sophie è un’orfana un po’ saccente sofferente d’insonnia (a quell’età è un po’ grave, ma vabbè). Sta sempre senza scarpe, e proprio non me lo spiego, il gigante ha le scarpe e lei no. Insomma che una notte viene rapita dal GGG – uno di quei rari casi in cui la traduzione IT, Grande Gigante Gentile, risulta palesemente più figa dell’originale Big Friendly Giant. Che la porta nel paese dei Giganti (Mi). Nella sua grotta questo GGG parzialmente dislessico le spiega che lui è buono e per gli altri giganti, cattivi già dai nomi, è un nano, che loro sono sempre esistiti ma lui è veggie, e mangia solo il CETRIONZOLO schifiltoso e il paradisiaco sciroppio, che permette di scoreggiare a tutta grazie alle bollicine che vanno al contrario. La porta nel suo laboratorio dei sogni, e nel mondo capovolto dove i sogni li cattura, per poi iniettarli ai bambini addormentati tramite un trombone che allunga nelle finestre aperte. Insomma, serve un piano per far desistere questi giga dal mangiar la gente, e il piano è andare dalla Regina d’Inghilterra, farle sognare cose brutte, farla scoreggiare di felicità con lo sciroppio e attaccare i giga con gli elicotteri della Royal Army. Un buon piano!
Spielberg si mette di buzzo buono, il materiale è una bomba (per forza, il GGG) ma ben difficile per certi versi da rendere visivamente. Perché la deformità del GGG, su un attore con lo sguardo di Robin Williams, resta artificiosa, la prima parte esplicativa gira un po’ a vuoto e si rianima giusto quando i giganti lo picchiano. Wow. Il GGG finisce per essere un po’ uno spacciatore che mischia droghe per insufflarle alla gente, ma almeno è gratis. Nel finale, che però quello è, lui resta solo nel paese dei Giganti (Mi) degigantizzato, che ok bene perché erano cattivi, ma mi sembra comunque la cosa più triste del mondo, a pensarci.
Poi appunto, catafottomene in questo più che altrove caso dell’obiettività, amato ogni pezzetto di messa in scena di quella che è una storia che tengo scolpita in testa come se da sempre, ogni singolo pezzettino di schifiltoso cetrionzolo.

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