The Bad Seed

Remake del film “il giglio nero” del 1956 e a sua volta tratto da un romanzo di William March “il seme del male”(che io sto cercando invano di leggere da tempo) e’ un interessante thriller psicologico che verte sulla figura di una bambina di nove anni asociale e psicotica che, senza alcuna forma di etica, cerca di soddisfare ogni suo minimo desiderio e capriccio non preoccupandosi minimamente di fare fuori chiunque si frapponga a questo suo progetto, una figura fredda, inquietante, misteriosa, oscura, priva di qualsiasi forma di empatia verso cio’ che la circonda, una presenza la sua segnata da eventi macabri come il ritrovamento del gatto annegato nella vasca che lei accoglie con estrema indifferenza, devo dire perfettamente interpretata dalla giovane attrice.
Molto buona l’atmosfera gelida che fa da cornice a tutto il film e che accompagna perfettamente il disturbo mentale di questa terrificante bambina.
Ci sono alcune lacune nella sceneggiatura ma nel complesso un buon film.

Rifacimento di un classico, “The bad seed” sconta il confronto con l’originale, ma, considerato a sé stante, non è disprezzabile. Pur essendo un prodotto concepito per il piccolo schermo, direzione, montaggio e fotografia palesano tratti connotativi, in particolare sono efficaci certe profondità di campo, i primi piani, i dettagli (non sempre di oggetti-simbolo). La scena è dominata dall’adolescente algida e malvagia, attorno a cui ruotano i destini per lo più ferali degli altri attanti, risucchiati in un vortice di menzogna e follia. La scelta della focalizzazione zero stempera gli ingredienti del thriller e la suspense. Emblematico il cromatismo rosso-nero già nella locandina.