18 Dicembre 2011
Vedere quest’elogio al cinema di un tempo dimostra quanto grande e completa dovesse essere, allora, la preparazione di un attore: mimica facciale, gestualità, doti fisiche e capacità recitative dovevano comporre una macchina perfetta.
Il fatto che tutte queste caratteristiche, qui, funzionino davvero alla grande dimostra che il talento, affinato dalla pratica, è ancora in grado di sfornare veri gioielli.
Non è un caso che lavori analoghi, come quelli di Chomet per dire (es. L’Illusionista), siano altrettanto riusciti e parimenti poetici.
Perché di questo parla The Artist, della poesia del cinema, del suo potere totalizzante (vita = finzione, e viceversa), del piacere che genera “fare cinema” e goderne da spettatore.
Un lavoro impeccabile, per scelta del cast (vogliamo parlare del cagnetto?), ricostruzione (delle ricostruzioni!) d’ambiente e delle soluzioni tecniche (il sogno di Valentin è una bella trovata).
Dujardin é potente e credibile (e, quando balla, sorriso e capello complici, ricorda davvero Gene Kelly), la Dejo é davvero interessante e fresca, Cromwell ha un impeccabile phisique du role, Goodman pure, ma -purtroppo- il suo inconfondibile faccione sta invecchiando.
Dove sei riuscita a vederlo???
@enrico: a Genova. Ad una settimana dall’uscita in Italia, si sono decisi a distribuirlo anche qui, in due dico due sale 😉
Qui l’hanno smaccatamente ignorato…Seppure abbia ottenuto diverse nomination ai Golden Globe…porco cane! non sono neanche riuscito a scaricarlo 😉