Recensione su La parte degli angeli

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La parte degli angeli
Regia:

22 Aprile 2013

Non sono mai stato un grande fan del cinema smaccatamente politico e l’impronta socialista di Loach non mi ha mai particolarmente attirato, ma dopo aver visto L’altra verità mi sono incuiriosito. La parte degli angeli funziona perchè parla di crisi e riscatto. La prima parte ha una forte impronta drammatica, tende a caratterizzare un manipolo di sconfitti ed emarginati che rappresentano un pò la parte marcia del tessuto sociale scozzese, mentre la seconda parte è decisamente più allegra e sopra le righe, è intrisa dell’elemento favolistico e spensierato (la canzone dei Proclamers sembra quasi dare una svolta al tono del film).
Le due parti non cozzano una con l’altra, Loach sa divertire partendo da una base realistica a lui evidentemente ben nota. Definire questo film sono una commedia è riduttivo, ma non si può non vederci un pò il timbro dolciastro di miracolo a Le Havre, anche se espresso in un’altra forma e in relazione a una tematica diversa.
Ogni tanto è bello vedere un’ideologia che trova concretezza tra le pieghe surreali del cinema.

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