I 4 cavalieri dell'apocalisse
/ 19626.65 votiJulio Madariaga, padre di due figlie che si sono sposate una con un tedesco e l’altra con un francese, entrambi emigrati in Argentina, riunisce la sua famiglia per festeggiare il ritorno da Berlino di Heinrich, uno dei suoi cinque nipoti. Scoprire che Heinrich è diventato un fervente sostenitore del nazionalsocialismo sarà un duro colpo per il nonno, che avrà un malore poco dopo aver predetto la sciagura per la propria famiglia, simboleggiata dall'avvento dei quattro cavalieri dell'apocalisse: conquista, guerra, fame e morte...
hartman ha scritto questa trama
Titolo Originale: The Four Horsemen of the Apocalypse
Attori principali: Glenn Ford, Ingrid Thulin, Charles Boyer, Lee J. Cobb, Paul Lukas, Yvette Mimieux, Karlheinz Böhm, Paul Henreid, Marcel Hillaire, Harriet E. MacGibbon, Kathryn Givney, George Dolenz, Stephen Bekassy, Nestor Paiva, Albert Rémy, Brian Avery, Margarita Cordova, Richard Franchot, George Blagoi, Elizabeth Harrower, Mostra tutti
Regia: Vincente Minnelli
Sceneggiatura/Autore: John Gay, Robert Ardrey
Colonna sonora: André Previn
Fotografia: Milton Krasner
Costumi: René Hubert, Walter Plunkett
Produttore: Julian Blaustein
Produzione: Usa, Messico
Genere: Drammatico
Durata: 153 minuti
Dove vedere in streaming I 4 cavalieri dell'apocalisse
Remake del film muto del 1921 di Rex Ingram, I quattro cavalieri dell’Apocalisse di Vincente Minnelli è tratto anch’esso dal romanzo di Vicente Blasco Ibáñez, la cui storia viene tuttavia trasposta nel periodo della seconda guerra mondiale, anziché della prima.
È forse l’unica idea interessante di un film confezionato malamente, che cerca invano di assumere una connotazione da kolossal.
Il personaggio principale, il franco-argentino Julio Desnoyers, è davvero poco credibile, nonostante l’impegno messoci da un Glenn Ford gigioneggiante.
La Thulin si sciupa in un ruolo mediocre (arrivava da quattro film di Bergman, tra cui Il posto delle fragole).
Si dice che Minnelli abbia accettato controvoglia di dirigere quest’opera, che infatti rimarrà nella sua filmografia come un evidente passo indietro.
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