Terraferma

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Terraferma

In una imprecisata isola del Mediterraneo la vita scorre immutabile da secoli; si ripetono i soliti rituali: ogni giorno gli uomini escono per la pesca, le donne rigovernano la casa. A sconvolgere questo arcaico stile di vita sono, però, arrivati il turismo, con le problematiche che comporta, e gli sbarchi dei clandestini. Durante una consueta battuta di pesca un anziano pescatore si imbatte in un barcone alla deriva e riesce a salvare una giovane donna dall'annegamento. Questo atto di generosità avrà notevoli conseguenze.
lithops ha scritto questa trama

Titolo Originale: Terraferma
Attori principali: Filippo Pucillo, Donatella Finocchiaro, Giuseppe Fiorello, Mimmo Cuticchio, Tiziana Lodato, Claudio Santamaria, Martina Codecasa, Filippo Scarafia, Timnit T., Pierpaolo Spollon, Rubel Tsegay Abraha, Lois Clottey, Filippo Luna, Giovanni Cintura, Tindaro Veca, Biagio Barone, Carmelo Marchetta, Mary Di Malta, Mostra tutti

Regia: Emanuele Crialese
Sceneggiatura/Autore: Emanuele Crialese, Vittorio Moroni
Colonna sonora: Franco Piersanti
Fotografia: Fabio Cianchetti
Produttore: Marco Chimenz, Fabio Conversi, Giovanni Stabilini, Riccardo Tozzi
Produzione: Francia, Italia
Genere: Drammatico
Durata: 88 minuti

Dove vedere in streaming Terraferma

19 Dicembre 2012 in Terraferma

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Crialese, Crialese è fedele alla linea e sta nel solco dei film precedenti (che avreste già dovuto vedere, ed erano Respiro e Nuovomondo). Per cui i temi, narrativi e visivi, sempre quelli sono, al servizio di una poetica che sempre più è sicura di sé e di una storia che è un enorme palo telegrafico ficcato nel culo alla Lega Nord e alle suo farneticazioni anti-immigrazione. Filippo, una sorta di moderno RossoMalpelo ingenuo e buono, vive su di un’isola in mezzo al mare. Accanto a lui il nonno, vecchio lupo di mare, la madre vedova che sogna un futuro altrove per il figlio e lo zio, un quasi quasi lo rivaluto Beppe Fiorello, meschino e che sfrutta in tutti i modi il turismo dell’isola. La scena di lui che guida i turisti in barca a ballare Maracaibo mi ha piegato dal ridere. Ma verso l’isola, oltre al turismo estivo, si dirigono a nuoto e gommone anche le braccia nere e gli occhi impauriti dei clandestini africani. In barba alla legge il lupo di mare raccoglie una donna incinta. La portano di nascosto a casa, la fanno partorire, nel loro garage, perché in casa ci sono i ragazzotti universitari ricchi e viziati del nord. Tematiche visive: il mare, l’acqua, il liquido; narrative: l’emigrazione, il rapporto madre/figli.
E alla fine Filippo, tra una storia abortita con la ragazzotta gnocca di Milano e l’elaborazione di quanto i tempi siano cambiati, decide di aiutare la donna clandestina a raggiungere la Terraferma. Niente, è finito, con questa musica, e un’immagine terrificantemente bella con una ripresa dall’alto, della barca sempre più piccola in mezzo a un mare che pare carbone per quanto sembra materiale e duro e corrucciato e immenso.

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25 Novembre 2012 in Terraferma

Non il solito film all’italiana che ci si aspetta. Anzi, curatissimo, per niente facilotto (com’era in fondo facile scadere con i soliti temi di immigrazione / lavoro al sud).
Il nonnino e il suo peschereccio sono adorabili.

16 Gennaio 2012 in Terraferma

Non posso dire che non mi sia piaciuto questo film. E neppure che sia sopravvalutato il premio riconosciuto a Crialese all’ultima Mostra del cinema di Venezia. Sicuramente il fatto di aver mescolato il vecchio modo di vivere e di pensare di una popolazione isolana in via d’estinzione, le spinte intestine di chi guarda alla terraferma come ad un nuovo mondo e alla possibilità di una nuova vita ed, infine, il fenomeno dell’immigrazione clandestina (particolarmente sentito a Lampedusa) non era facile. C’era modo di banalizzare tutto e fare la solita fiction e invece il risultato è un film apprezzabile, con un ritmo volutamente rallentato, un film che non giudica ma che si limita ad esaminare animi e coscienze. Quella del vecchio nonno pescatore, del nipote felice della sua vita sull’isola, della madre vedova con l’ambizione di rifarsi un’esistenza e dello zio che non vuole ridursi ad un povero essere da bacheca. E poi c’è la donna clandestina, bella e statuaria nella sua dignità. E Crialese gioca con le ombre sul suo viso, dipinge ritratti per ogni personaggio ma dedica particolare attenzione a lei, che in fondo non è così diversa da quelli che, sull’isola, un futuro non sembrano avercelo.
Lasciando da parte le connotazioni politiche va detto che il film ha la sua grazia, la sua integrità ed è particolarmente abbellito dalla splendida fotografia di Fabio Cianchetti che, in particolare dà un tono meraviglioso al mare che circonda l’isola ed alla sabbia di cui è fatta la spiaggia.
Uniche cose che non ho apprezzato: il parlato in dialetto (senza sottotitoli non avrei capito nulla). So che ci voleva ma è stancante. E l’attore Filippo Pucillo, che sinceramente avrei preso a ceffoni.
Bravo, invece, Beppe Fiorello. Tanto apprezzo lui quanto non sopporto suo fratello.

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“ la nostra isola è troppo piccola per comparire sul mappamondo” / 7 Novembre 2011 in Terraferma

Il vero protagonista è il Mare , che può significare vita , divertimento , lavoro , prosperità economica , ma anche sacrificio , fatica , morte . Crialese , che evidentemente trae dalle sue origini siciliane questo profondo rapporto col mare , ancor più che nell’altro suo film “Respiro” qui mette l’accento sulla forza dei contrasti traendone un buon lavoro artigianale che presenta alcune banalità (lo scontato stereotipo dei tre ragazzi turisti ospiti della casa ) , ingenuità (la giovane profuga che impara l’italiano in pochissimi giorni) , dialoghi talvolta inverosimili se non addirittura comicheggianti , ma anche scene notevoli (quella di Filippo che respinge l’assalto dei disperati che cercano di salire a bordo della barca e di grande ed intensa drammaticità ) in un film che non passerà alla storia come capolavoro , ma sicuramente vedibile .
Fra gli attori mi sentirei di citare solo Timnit , la ragazza che interpreta la giovane madre , e gli isolani di Linosa che hanno interpretato se stessi

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Didascalico / 17 Settembre 2011 in Terraferma

Dov’è finita la potenza visiva, onirica, visionaria del Crialese di Nuovo mondo? Svanita, evaporata nelle acque calde di Linosa.
Terraferma mi è sembrato un film a tesi, manicheo, didascalico nel voler contrapporre le vecchie generazioni alle nuove, la modernità alla tradizione, l’intolleranza all’empatia.
Chi ha parlato di film girato a Lampedusa non è che avesse poi tutti i torti: a Linosa non c’è più da tempo gente che vive di pesca (si fa solo pesca alla lampuga, stagionale), non si sono mai visti così tanti turisti, non ci sono spiagge (la Pozzolana, l’unica spiaggia, è chiusa per frane e per le tartarughe), né si affittano ombrelloni, i prospetti delle case sono stati deturpati per il film (le vere case sono da cartolina, bellissime e coloratissime) e soprattutto a Linosa ci sono stati pochissimi sbarchi, non c’è la guardia di finanza, né la polizia (ci sono, credo, solo tre carabinieri). Perché non l’ha girato direttamente a Lampedusa? Davvero strano.
Bravissimo Filippo Pucillo e brava (e bella) anche la Finocchiaro.

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