10 Recensioni su

Terminator

/ 19847.3471 voti

26 Febbraio 2023 in Terminator

Insieme ad Alien 2 il film più bello di James Cameron, una pellicola realizzata con un budget irrisorio ma con effetti speciali che, per quello che era l’anno, il 1984, eccezionali, una trama che per noi è stravista ma originale per l’epoca, un film che mescola fantascienza, azione e una tra le più belle storie d’amore del panorama cinematografico in un mix a mio parere spettacolare.
Attori tutti in parte, soprattutto Schwarzenegger, all’epoca all’apice del suo successo.
Il futuro apocalittico immaginato e descritto da James Cameron è quanto di più bello sia mai stato realizzato sul grande schermo.
Un cult degli anni ’80 e uno tra i più bei film di fantascienza.

Leggi tutto

no titolo / 30 Luglio 2020 in Terminator

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Ma quindi sul serio mi state dicendo che James Cameron non si è mai reso conto del paradosso temporale su cui si basa Terminator?

John Connor è figlio di Reese, un umano del futuro mandato indietro nel tempo da John Connor stesso per proteggere la madre Sarah da un terminator, mandato a sua volta indietro nel tempo per ucciderla per impedire che, un giorno, dia alla luce chi? John Connor.

Eppure se John non mandasse indietro Kyle… Beh, non nascerebbe. In pratica John Connor è l’unico uomo al mondo ad aver deciso di nascere. Potremmo dire che è il fautore di se stesso.

Un evidente problema di causa-effetto.

Ma paradosso a parte, la fotografia è bellissima.

Leggi tutto

Rimarrà nella storia / 11 Aprile 2020 in Terminator

Terminator ha scritto una bellissima pagina di cinema negli anni 80, e fatto felice una generazione amante dei film fantastici. La trama è originale e ben raccontato, con momenti di vera tensione che strizzano l’occhio anche al genere horror. La scelta degli attori è perfetta, Cameron dimostra la sua bravura con questo genere di film, regalando una pellicola che sarà ricordata per anni. Nonostante qualche effetto speciale non proprio perfetto, vero che siamo nel 1984, ma per l’epoca si poteva anche fare meglio. Sicuramente non minano la visione del film ed anzi risultano anche giustificati dato il non enorme budget a disposizione. Resta comunque tutto davvero credibile, emozionante e tiene incollati davanti lo schermo fino alla fine. Il T800 di Schwarzenegger finalmente da l’idea di un cattivo che non esita e che non indugia per dare sempre modo ai protagonisti di risolvere la situazione.

Leggi tutto

“Niente lo fermerà prima di averti eliminata! “ / 1 Febbraio 2017 in Terminator

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Terminator di James Cameron (1984) si segnala, insieme ai precursori Blade Runner e Tron (Steven Lisberger, 1982), come uno dei primi film a parlare di tematiche cyberpunk, perlomeno per quello che riguarda la commistione uomo/macchina. Per la prima volta vediamo sullo schermo in maniera chiara e sconvolgente, grazie agli effetti speciali, un corpo che sembra umano ma che, all’interno delle sue carni, possiede meccanismi metallici.
Nella Los Angeles del 1984 arriva dal futuro un cyborg (Arnold Schwarzenegger) programmato per uccidere Sarah Connor (Linda Hamilton), la futura madre del capo della resistenza in lotta contro le macchine che, dopo una guerra apocalittica, hanno preso il controllo del pianeta e sterminato gran parte dell’umanità.
Dal futuro arriva anche un ribelle, Kyle Reese (Michael Bien), inviato dallo stesso figlio di Sarah, John Connor, per difenderla dall’implacabile sicario biomeccanico.
Il terminator uccide tutte le donne di nome Sarah Connor che trova seguendo l’elenco telefonico e facendo strage di chi cerca di fermarlo, ma quella giusta, aiutata da Kyle, riesce a scappare. Durante l’inseguimento i due fuggitivi trovano il tempo di innamorarsi e concepire John. Nel finale Kyle perde la vita ma Sarah riesce comunque a distruggere il cyborg con l’aiuto di una pressa idraulica.
Sarah – come una novella Madonna che porta in grembo il futuro salvatore dell’umanità – è salva, ma sa che il mondo è condannato. Da quel momento inizierà a prepararsi all’apocalisse prossima futura.
La trama è semplice e lineare, per quanto si parli di viaggi nel tempo, il film è violentissimo, sicuramente il più cruento realizzato dal regista.
La storia prende spunto da un film degli anni sessanta, Cyborg anno 2087 (Cyborg 2087, Franklin Adreon, 1966) e, per l’incedere irrefrenabile del cyborg, dal robot interpretato da Yul Brynner nel film Il mondo dei robot (Westworld, Michael Crichton, 1973). Un soggetto simile è presente anche in alcuni racconti, tra cui I Have No Mouth, and I Must Scream (1967), e in un paio di episodi della serie televisiva The Outer Limits (1963-1965 inedita in Italia), tutte opere dello scrittore e sceneggiatore Harlan Ellison, che ottenne, minacciando una causa legale, di essere citato nei credits del film (oltre che una congrua somma di denaro).
In compenso il film mostra, con vent’anni di anticipo sulla trilogia dei fratelli Wachowski, Matrix (1999, 2003, 2003), una disastrosa e cruenta guerra tra umani e macchine.
Il film è, a sorpresa, uno dei maggiori incassi del 1984, anche in considerazione del fatto che il budget per la realizzazione non era certamente elevato. Il successo clamoroso di questa pellicola spalancò al regista le porte della seria-A hollywoodiana. Il suo film successivo fu infatti Aliens – Scontro finale (Aliens, 1986), produzione dal budget nettamente superiore.
Terminator esce un anno prima di Ritorno al futuro (Back to the Future, Robert Zemeckis, 1985), col quale condivide il tema del viaggio nel tempo, uno dei temi classici della fantascienza e di cui parleremo nel capitolo apposito. Anche se nel film di Zemeckis il tema è centrale e in quello di Cameron appare invece secondario, alcune domande sorgono spontanee. La principale è ben descritta dalla frase che Sarah registra su nastro a beneficio del futuro figlio:
“Devo raccontarti di tuo padre… però è una cosa molto difficile! Influenzerà la tua decisione di mandarlo qui sapendo che è tuo padre? Se tu non mi mandi Kyle non nascerai mai. Mio dio c’è da impazzire pensando questo! Ma credo che debba dirtelo. Io lo devo proprio a Kyle. Magari ti aiuterà sapere, che nelle poche ore che abbiamo avuto ci siamo amati tanto… ci siamo amati per tutta la nostra vita.”
In effetti c’è da impazzire nel cercare di risolvere il paradosso. John sa quindi, quando lo invia indietro nel passato, che Kyle è suo padre (e Kyle non lo sa ancora), e dai nastri della madre sa anche che morirà. Ha quindi scelta nel prendere la decisione di assegnarli la missione?
L’elemento memorabile del film, più della coppia di personaggi positivi Sarah e Kyle, è ovviamente l’indistruttibile cyborg giunto dal futuro. Insieme a Jena Plissken, Mad Max, Predator e RoboCop, è divenuto un’icona della fantascienza cinematografica degli anni ottanta. Senza vincoli sociali ed emotivi, segue la sua programmazione, uccidere Sarah Connor, in maniera fredda e ossessiva, ogni suo pensiero e azione è indirizzato a quello, anche a discapito della propria conservazione. Introdotto con un aspetto umano, per quanto eccezionale, in seguito a vari scontri, sparatorie ed esplosioni, mostra il suo vero aspetto, perdendo gradualmente lo strato di carne che lo riveste e mostrando nella resa dei conti finale il solo scheletro metallico.
Azzeccata la scelta di farlo interpretare dal monolitico Arnold Schwarzenegger, perfettamente nella parte. Inizialmente la produzione aveva pensato per il ruolo a Jurgen Prochnow, è stato Cameron a volere assolutamente, e a ragion veduta, l’attore di origine austriaca.
Per Schwarzenegger si tratta del suo primo e quasi unico ruolo da villain, nei sequel del film il suo personaggio è riprogrammato per proteggere John Connor, diventando un personaggio positivo. La fantascienza ricorrerà abbastanza spesso nella carriera dell’attore. Di lì a poco interpreterà in successione: Predator (John McTiernan, 1987), L’implacabile (The Running Man, Paul Michael Glaser, 1987), Atto di forza (Total Recall, Paul Verhoeven, 1990), Batman & Robin (Joel Schumacher, 1997), Il sesto giorno (The 6th Day, Roger Spottiswoode, 2000), oltre che tre dei quattro sequel di Terminator (mentre nel quarto mancante, Terminator Salvation, compare solo in un cameo sotto forma di immagine ricostruita al computer). Tutti film ad alto tasso adrenalinico, elemento costante, se si escludono alcune commedie, della sua filmografia.
Nello scontro virile tra i due guerrieri giunti dal futuro, emerge la figura femminile della protagonista, Sarah Connor, voce narrante della vicenda, la cui vita è la posta in gioco del contendere.
Il film si apre con la sua voce off (presente anche nel sequel) che racconta la vicenda declinandola al passato. Durante la narrazione assistiamo alla sua trasformazione da cameriera di un fast-food in combattente per il futuro dell’umanità. Sarà lei a eliminare il terminator nel finale del film, invertendo il ruolo con quello del suo protettore, Kyle, e relegandolo alla funzione di traghettatore della metamorfosi della protagonista, nonché di padre di John, il salvatore dell’umanità, mero strumento del destino ormai scritto. Come detto, Sarah è investita in questo modo di un’aura sovrapponibile a quella della Madonna cristiana, madre dell’eletto, e come tale ricordata dai superstiti del futuro.
Il ruolo è ricoperto dall’attrice Linda Hamilton, futura moglie del regista. Ironia della sorte, nella creazione del character Cameron si era ispirato al suo primo amore del college, una cameriera come Sarah.
Il personaggio ritornerà anche nel primo sequel, con un aspetto ancora più guerresco (mentre nella serie televisiva The Sarah Connor Chronicles sarà interpretata da Lena Headey e in Terminator Genisys dalla poco convincente Emilia Clarke).

Leggi tutto

L’assassino con lo scheletro di ferro / 2 Gennaio 2017 in Terminator

Ci sono film che ho apprezzato al cinema ben prima che iniziasse la mia vera e propria passione cinefila. Sono quei blockbuster di qualità – come Indiana Jones, Ritorno al futuro, All’inseguimento della pietra verde – che ben pochi (me compreso) si ricordano di mettere quando fanno le loro top list; questo vale ancor più per i cosiddetti film di genere, quali ad esempio la fantascienza o l’action, visti i passi da gigante fatti nel reparto degli effetti negli ultimi anni (metro di giudizio da cui si salvano sempre, per fortuna, i cult).
Era il 1984 quando Cameron portò nelle sale Terminator, prodotto cyberpunk che allora fece clamore per l’utilizzo degli effetti speciali. Oggi chiaramente possiamo considerare la camminata finale dell’esoscheletro del cyborg come quella di un vecchio burattino metallico, o notare come i primi piani allo specchio delle celebri sequenze di auto operazioni chirurgiche svelino una inequivocabile maschera di gomma sopra un teschio robotico quasi preistorico. Non aiutano le pettinature e i look così sfacciatamente anniottanta, così come alcuni pezzi della colonna sonora “da walk-man” che rimane comunque vibrante nel sottolineare coi suoi bassi la spietata caccia all’uomo dell’inesorabile macchina semiumana. Ma se siamo in grado di arginare la nostra dipendenza da computer graphic ci godremo un grande film, dove rimane altissimo il coefficente spettacolare; gli inseguimenti in macchina sono tra i più mirabolanti, splendidamente esaltati dalla qualità dell’edizione bluray, di cui evidenzio anche l’incremento qualitativo dell’immagine nelle sequenze di flashback, dove lo scenario post-apocalittico viene screziato dai lampi laser delle macchine assassine.
Troppo commerciale per essere considerato universalmente come un cult – non siamo alle altezze inespugnabili di Blade Runner – Terminator resta un pezzo forte della sci-fi vintage, una delle migliori interpretazioni del colossale Schwarzenegger (forse proprio perchè parla assai poco…), che addirittura giganteggia su due attori non proprio di razza quali Linda Hamilton e Michael Biehn. Tutto è sorretto da una validissima sceneggiatura, scritta con intelligenza dal regista stesso e dall’allora compagna Gale Anne Hurd.

Leggi tutto

Schwarzy della preistoria…. / 7 Dicembre 2015 in Terminator

Se non conosci Terminator, sei OUT.
La trama ormai risaputa é molto convincente e dará alla luce sequel piu e meno belli. Linda Hamilton affascinante e espressiva (a differenza di uno Schwarzenegger nella sua espressione unica!!!).
Rivederlo senza annoiarsi pensavo fosse dura, invece mi sorprendo nel lasciarmi coinvolgere nonostante lo conosca a memoria…
Un bel 7.

Leggi tutto

Terminator / 17 Luglio 2015 in Terminator

In teoria direi che si deve aver vissuto sotto un sasso per non conoscerlo, ma ormai credo basti non avere genitori amanti della fantascienza o del cinema.
Quindi, trama: nell’anno 2029 la guerra tra le macchine, guidate da Skynet, e gli umani, guidati da John Connor, è giunta alla fine. In un disperato tentativo di ribaltarne gli esiti Skynet invia un Terminator (cyborg di altissimo livello) nel passato per uccidere Sarah Connor – madre di John – prima che lo metta al mondo. Gli umani, scoperto il piano, mandano indietro il soldato Kyle Reese per proteggerla.

È difficile fare una recensione di un film che ormai è iconico nella storia del cinema, che ha inventato uno di quei temi musicali riconoscibili e che, incidentalmente, è uno dei miei film preferiti. È difficile restare obbiettivi.
Facciamo un po’ di storia: siamo nel 1984, alla regia c’è James Cameron, per la seconda volta dietro la macchina da presa (esperienza precedende: il seguito di Pirana, un film horror che era di serie b anche negli anni ’80), per la prima volta con un soggetto suo. In sostanza, l’esordio di un grande: girato con due lire (e con due lire intendo che è costato più o meno quanto il catering di Terminator 2), l’attore di punta è un Arnold Schwarzenegger fresco di Conan, che chiama pubblico ma non è così famoso da fare lo schizzinoso e/o chiedere una baracca di soldi. In effetti siccome è l’attore di punta la produzione lo vorrebbe nei panni di Reese, ma l’idea non piace né a Cameron né a lui.
Ci sono aneddoti esilaranti, come l’ultima scena girata in post produzione con la segretaria bionda (Linda Hamilton non poteva), il cane della zia e il figlio adolescente di non ricordo chi a fare manovalanza. E il poliziotto che gli ha chiesto se avevano i permessi per girare in strada, e siccome non li avevano si sono inventati che era un progetto scolastico del ragazzino e se per cortesia poteva chiudere un occhio, grazie, gentilissimo.
È uno di quei film che quando vedi i contenuti speciali capisci la passione per il cinema, l’inventiva che non avere mezzi può tirare fuori dalle persone, come il talento sia qualcosa che si percepisce.

Mi sono chiesta spesso cosa renda Terminator un film così riuscito: la trama è semplice, soprattutto oggi che i viaggi nel tempo non sono più una tema mai narrato prima.
Ci sono un sacco di cose che funzionano alla grande. Partiamo dal ritmo: è serratissimo, nel momento in cui Sarah viene raggiunta da Reese e dal Terminator inizia una fuga continua. Non c’è un’attimo di respiro perchè ad ogni pausa segue la perdita del vantaggio sul nemico, un vantaggio che è solo ed unicamente lo spazio che i due riescono a mettere tra loro e il cyborg.
Sarah e Reese non possono fermarsi, devono costantemente scappare perchè sono di fronte a qualcosa che può solo essere rallentata. Il costante pericolo si riflette nel loro rapporto, che procede al contrario: prima c’è la fiducia, poi l’amicizia. I momenti di intimità, le confidenze… sono successivi all’aver messo la propria vita nelle mani dell’altro: ci deve essere fiducia totale e completa immediatamente, e tutto quello che generalmente porta a tale fiducia è da scoprire in seguito.
Vieni con me se vuoi vivere è la prima cosa che Reese dice a Sarah, e riassume perfettamente il loro rapporto.
Sottile è la caratterizzazione di Sarah: una ragazza come tutte le altre. Cameriera in un fast food, divide l’appartamento con un’amica, ha un’iguana e uno zainetto rosa per andare al lavoro. E scopre di essere la chiave per la salvezza del genere umano: Sarah Connor, il mito, la madre eroica che crescerà il figlio in modo che possa guidare l’umanità nella guerra contro le macchine.
Inizialmente è sconvolta ed inutile, un pacco che Reese si porta appresso. Ma più si va avanti più la si vede emergere. Un paio di iniziative, in situazioni dove fare esattamente quello che le dicono sarebbe la cosa più sensata. Vuole distruggere il Terminator e non fuggire in eterno. Alla fine sono lei e il Terminator, e lei ha un’espressione di odio, di rabbia, di sfida e non di paura. E allora lo vedi che questa ragazza ha una tempra d’acciao, ed è credibile che possa rendere John Connor quello che sarà.
E c’è Reese, perfetto opposto del Terminator: un personaggio con una tristezza di fondo notevole, con una determinazione pari a quella del nemico ma che nasce dalla sua umanità. Fuori posto nel presente, che per lui è un passato destinato a sparire, l’action hero spaventato come la damigella da salvare. Non è il classico protagonista d’azione, in lui c’è una sensibilità di fondo che lo rende accessibile come Sarah, anche se viene da un futuro apocalittico.
Suoi sono i flashback/flashforward del film, una guerra continua dove non c’è speranza anche se sai che gli uomini hanno vinto.

Ma il punto forte del film è il Terminator: non c’è niente da fare, Schwarzenegger ruba la scena a tutti in un film dove pronuncia 17 battute. La sua è una recitazione prettamente fisica, e non nel senso “È Schwarzenegger, basta che sia lì e fa paura”: riesce a sembrare non umano.
O meglio, riesce a sembrare qualcosa che sembra umano senza esserlo. Il modo in cui si muove, in cui guarda (Schwarzenegger ha detto di essersi ispirato alle telecamere di sicurezza), il modo in cui non cambia mai espressione o tono…
Il Terminator è inarrestabile: è così minaccioso perchè tu, spettatore, sai perfettamente che non si arrenderà mai, che andrà avanti sempre e comunque, che se raggiungerà i protagonisti questi non potranno parlargli, non potranno cercare di convincerlo, rallentarlo a parole. Non ha freni inibitori: nascondersi alla luce vuol solo dire che ucciderà tutti quelli che ti stanno intorno. Non prova dolore, non può morire e non può fermarsi.

Poi c’è anche quell’atmosfera cupa, di sconfitta, perchè anche se Sarah sopravvive il genere umano sta procedendo spedito verso l’olocausto nucleare, una tragedia creata dagli umani stessi con la loro frenesia di costruire senza mai fermarsi a riflettere sulle conseguenze, se c’è un limite da non superare.

Un film perfetto? No, perchè non esistono film perfetti. Ma è un film che riesce a mascherare le proprie pecche: è oggettivo che Sarah e Kyle abbiano pochissimo tempo per legare, ma l’interpretazione umana e sofferta di Linda Hamilton e Michael Biehn bilancia la cosa, per fare un’esempio.
Poi ci sono le cose invecchiate male, come i capelli di Sarah.
La moda anni ’80 non perdona.
Gli effetti speciali si difendono bene per la maggior parte del tempo, a parte quanto il Terminator si aggiusta l’occhio e la testa è palesemente un modellino (da un lato non fa schifo perchè è ovvio che non è vera, dall’altro fa paura perchè sembra l’anticristo… e da un’altro ancora fa ridere).
Ci sono opinioni contrastanti sul Terminator in stop motion: a me non dispiace, ma è anche vero che è molto poco minaccioso. E lentissimo.

Insomma, come si sarà capito io questo film lo amo e lo consiglio. È uno di quelli che ho guardato per l’azione, ma mi ha incollata (e fatto tornare) per il cuore.

Leggi tutto

Vieni con me se vuoi vivere / 1 Agosto 2014 in Terminator

Il mondo così come lo conosciamo, nel 2029 non esisterà più. Una guerra nucleare lo spazzerà via, lasciando ovunque un cumulo di macerie. Ma una guerra tra chi? e tra quali nazioni? La prima domanda è legittima, la seconda è sbagliata. Skynet, un supercomputer il cui compito era la difesa, ha infatti acquisito intelligenza propria e ha deciso di ribellarsi agli umani, sfornando macchine assassine che hanno come unico scopo la distruzione della razza umana. Gli uomini, pur non passandosela benissimo, decidono di dar vita ad una resistenza, Capitanata da John Connor, Il quale si rivela, grazie alla sua abilità, una vera e propria spina nel fianco delle macchine.
Per questo, quest’ultime, decidono di mandare un Terminator Serie 800 modello 101 -che altro non è che una macchina simile in tutto e per tutto agli uomini ed in grado di infiltrarsi tra di essi – indietro nel tempo, per uccidere la madre di John, Sarah.
Ovviamente John, non rimane a guardare, ed invia nel passato un suo soldato: Kyle Reese, col compito per niente facile di proteggere Sarah.
La polizia in tutto questo? non starà a guardare, PURTROPPO.

Leggi tutto

31 Maggio 2011 in Terminator

Considerato all’epoca un film di fantascienza di serie B, può essere considerata delle migliori pellicole del genere. Un ruolo congeniale per Schwarzenegger, le espressioni richieste sono prossime a zero, e una storia valida, convincente ed avvincente. Il tema “viaggi nel tempo” causa sempre fastidiose emicranie a chi lo affronta e qui invece la prova è superata molto bene. Il rapporto uomo-macchina, intrigante e affascinante per ogni patito del genere fantascientifico, qui raggiunge ottimi livelli. Anche i sequel, tutti, sono di buona fattura.

Leggi tutto

Must / 31 Maggio 2011 in Terminator

Rivisto di recente insieme alla mia ragazza nella bassa qualità del formato VHS. Questo film a distanza di ormai 25 anni dalla sua uscita mantiene ancora un fascino che resiste al passare del tempo. Gli effetti speciali,rivoluzionari per quella volta fanno forse un po’ sorridere adesso, ma si difendono comunque abbastanza bene soprattutto perchè funzionali alla storia. Un personaggio entrato nel mito, un film leggendario, superato forse solo dal suo seguito diretto: Terminator 2. Chi non l’avesse mai visto (ahahah ma dai…e chi non l’ha visto…:-D) corra subito ai ripari e rimedi subito. Un vero must per tutti.

Leggi tutto
inserisci nuova citazione

Non ci sono citazioni.

Non ci sono voti.