Recensione su Tempi moderni

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Smile / 10 Settembre 2013 in Tempi moderni

Vietato “immaginarsi” questo film. Non pensate di conoscere in anteprima “Tempi moderni” solo perchè aveve visto da qualche parte la gag degli ingranaggi o della catena di montaggio, perchè il mondo di Charlot in questo magnifico film non si limita solo alla fabbrica, che certo ben rappresenta una società dove l’uomo viene inghiottito dai suoi stessi ingranaggi; è tutta la città ad essere presa nel vortice, dai suoi locali alla strada, dai negozi al porto. Non c’è spazio per chi sbaglia, per chi rallenta, per chi non cede passivamente ad una vita assorbita e annullata; quel “sorridi” di Chaplin nel commovente finale non è faciloneria, è arte di vivere.
Molto brava la Goddard che non apprezzai particolarmente ne Il Grande Dittatore, probabilmente qui si trova in un ruolo più consono.
La canzone Smile è magnifica, io ne ebbi l’imprinting conoscendola nella stupenda versione jazz di Dexter Gordon, tuttora uno dei miei pezzi preferiti; scoprire che è stata composta da Chaplin è stata una sorpresa incredibile.

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