4 Recensioni su

Tempi moderni

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Je la tu la ti la twah / 3 Ottobre 2016 in Tempi moderni

Insieme a Il grande dittatore, Tempi moderni è sicuramente il film più visivamente memorabile di Chaplin, quello che ha saputo imprimere indelebilmente alcune immagini nella mente degli spettatori di ogni generazione.
Le pluricitate scene della fabbrica, che aprono la pellicola, hanno una potenza visiva unica e riescono perfettamente nel loro intento di critica al capitalismo selvaggio e allo sfruttamento dei lavoratori.
Continua qui, con uno speciale dedicato al primo maggio.

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Riconoscersi / 5 Agosto 2014 in Tempi moderni

Questo piccolo grande capolavoro di Chaplin è essenzialmente una storia d’amore.
In una realtà ostile ciò che può dare la forza di vivere è la capacità, la fortuna di riconoscere qualcuno come te lungo il cammino. Un vagabondo, uno Charlot qualunque.
Un atto effettivamente straordinario perchè riconoscersi è raro e spesso non capita in una intera esistenza. Ma in questa favola Chaplin di fa sognare, portandoci in un mondo dove dietro un angolo puoi riconoscere quel sorriso, quella figura che in fondo avevi dentro perchè già conosciuta, un riconoscimento, la forza di andare avanti, contro le macchine divoratrici, contro una società disumanizzata, contro un destino avverso.
Una favola che nessuno dovrebbe perdersi.

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Smile / 10 Settembre 2013 in Tempi moderni

Vietato “immaginarsi” questo film. Non pensate di conoscere in anteprima “Tempi moderni” solo perchè aveve visto da qualche parte la gag degli ingranaggi o della catena di montaggio, perchè il mondo di Charlot in questo magnifico film non si limita solo alla fabbrica, che certo ben rappresenta una società dove l’uomo viene inghiottito dai suoi stessi ingranaggi; è tutta la città ad essere presa nel vortice, dai suoi locali alla strada, dai negozi al porto. Non c’è spazio per chi sbaglia, per chi rallenta, per chi non cede passivamente ad una vita assorbita e annullata; quel “sorridi” di Chaplin nel commovente finale non è faciloneria, è arte di vivere.
Molto brava la Goddard che non apprezzai particolarmente ne Il Grande Dittatore, probabilmente qui si trova in un ruolo più consono.
La canzone Smile è magnifica, io ne ebbi l’imprinting conoscendola nella stupenda versione jazz di Dexter Gordon, tuttora uno dei miei pezzi preferiti; scoprire che è stata composta da Chaplin è stata una sorpresa incredibile.

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22 Gennaio 2013 in Tempi moderni

Bellissima rappresentazione della disumanizzazione e meccanicizzazione del lavoro operaio agli inizi del ‘900

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