17 Dicembre 2012
Film palesemente nella scia del Gomorra di Garrone, due sceneggiatori sono gli stessi, tratto da un libro di Saviano. Il protagonista, interpretato dal campione olimpico Clemente Russo, è Michele, un giovane pugile di Marcianise che sogna di andare alle Olimpiadi. Ma già da giovane si fa fottere, finendo in galera 8 anni per parare il culo al suo amichetto di furti e d’infanzia. Quando ne esce, l’amichetto è diventato un piccolo camorrista boss, al servizio di altri boss ecc, e lo fa entrare in un mondo di incontri sulle spiagge e nei centri commerciali, soldi, donne e gare truccate. Lui rifiuta di perdere e scappa in Germania, dove molla la teutonica milf che si scopava e diventa ancora più figo vincendo una specie di torneo sotterraneo dove si menano solo i migliori. Torna, l’amichetto finalmente ripagherà il suo debito, fine. “You’re a fuckin tatanka”, gli dice un americano quando da giovane vince il suo primo torneo. La storia del giovane pugile che deve stare alla larga dai guai, cattive amicizie, di cui è disseminato il suo ambiente non è per nulla originale ma raccontata assai bene, con in più il merito di dare una fotografia di stampo quasi documentaristico di questa vita infiltrata a tutti i livelli da affari sporchi e crimine, che scorrono più o meno a fondo. Per cui questa specie di Rocky nostrano insegue tenacemente il suo sogno, nel tentativo di dimostrare che una via d’uscita, boxe o quant’altro, esiste, e che la forza delle proprie scelte vale pur sempre qualcosa.

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