Recensione su La vendetta di un uomo tranquillo

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Guagliò / 24 Giugno 2017 in La vendetta di un uomo tranquillo

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

In un quartiere un po’ delle balle di una città un po’ delle balle (hopefully, Madrid) c’è José che va al bar. Poi passa Paperino, con la pipa in bocca… no. Nel prologo un tipo faceva il palo&autista durante una rapina, ma si fa pizzicare. José va al bar in un quartiere di periferia, ed è proprio un uomo tranquillo. Un po’ inquietante, perché è come me, guarda come me una gnocca spagnola (vabbè, è spagnola, fa quel che si può – io sono antispagnolo. E antiitaliano. E anti a caso altri :/ ) ma non le parla, pare proprio innamorato, va alle feste e non si diverte, non ha il suo nome scritto sul bicchiere, ma lo stesso guarda malinconico la gente che balla con una birra in mano. I mean, c’est moi! La barista amica sua gli dice qualcosa all’orecchio, supposedly “vai e stantuffala”, ma in spagnolo. Quindi lui segue Ana (il coro greco circostante grida “Anala!”), la trova in un locale con musica così tipicamente hola olè vale vale vale, che si sbronza da sola. Ora, io sono un po’ (molto) sulle mie, ma gente che vada a sbronzarsi da sola non ne conosco, nei film succede sempre. Comunque, finiscono a letto. Intanto Curro esce di prigione. Curro è brutto, pettinato corto a scodella. E, soprattutto (soprabbrutto), nessuno è abbastanza spiritoso da dirgli “Curro curro quaglio’”. Ana aspettava che Curro uscisse dal carzaro, lui era l’autista&palo, e hanno un figlio. Ma ora Ana tentenna, vuole stare con José, che è pure ricco e parassita (cioè, uao) ed è proprio tranquillo? Ana segue José nella casa di campagna. E qui avviene il twist, on decouvre che José era fidanzato con la commessa di una gioielleria uccisa durante una rapina, sì lei, in cui Curro faceva il palo. BUAAAAAAAAAAAA, non te l’aspettavi eh? Scusa. Da 8 anni aspettava che Curro uscisse, insinuandosi a mo’ di MachiavelMefistofelAltrobadassrandom nella vita di Ana nel bar povero, per scoprire chi fossero i suoi complici e fargliela pagare – pagherete caro, pagherete tutto. Da qui diventa una rincorsa, alternando Ana nella casa che scopre molto lentamente la verità e Curro e José, insieme per motel e strade polverose di Spagne polverose, a inseguire i vecchi altri criminali, tre, che si erano rifatti una vita grazie al silenzio di Curro, e a ucciderli in vari modi. Con un cacciavite in gola, sparandogli in testa con un fucile, cose del genere. Del resto vagli a scassare il ca**o all’uomo tranquillo, quello è metodico, se la prende un sacco.
Si tratta di un film così spagnolo, nella linea di altri film altrettanto, opera prima di uno degli attori di Balada triste de trumpeta (BOOM). Per cui si sente l’Almodovar lontano, i titoli sparati in giallo, ma anche una certa aria di nouvelle vague fatta con la paella, e si scopre progressivamente chi è chi e perché. Tipo all’inizio io Curro lo odiavo, poi s’è scoperto che era meglio non somigliar troppo all’uomo tranquillo :/ Che l’è propi’n pataton!
E infine, ma non alla fine, c’è un nano, gli spagnoli (e io) adorano i nani (ricordiamo: Blancanieves) e io e gli spagnoli abbiamo infine qualcosa in comune.

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