9 Recensioni su

T2 Trainspotting

/ 20176.7220 voti

20 anni dopo… / 29 Ottobre 2018 in T2 Trainspotting

Cosa è cambiato nelle vite di Mark Renton&C?
Praticamente tutto e niente.
Molto belli i flashback che riportano al primo Trainspotting e che quindi rende tutto più divertente e spichedelico.
A mio avviso un secondo riuscito. Certo che il primo ha qualcosa di più ma anche il T2 fa la sua figura.
“SCEGLIETE LA VITA…”
Slogan che molti decidono di non seguire e si accontentano.
Una vita buttata… Peggio per loro…
Piccoli brividi per chi ha superato gli ‘anta…
La scena in cui Mark torna a casa dai suoi genitori e sale in camera sua lasciata volutamente intonsa dalla madre come 20 anni prima. Lui che prende un vinile, lo appoggia sul piatto, prende la puntina e l’appoggia sul disco e…. BRIVIDO….
Solo chi ha in memoria quel suono unico, inimitabile, magico della puntina che si appoggia sul solco muto del vinile prima che inizi la musica.
Pelle d’oca amici over 40… Credetemi… Pelle d’oca…
Ad maiora!

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Il voto sarebbe un 6.5 / 28 Gennaio 2018 in T2 Trainspotting

Danny Boyle torna a raccontare dei “drogati” di Trainspotting 20 anni dopo.
Mark Renton (Ewan McGregor) torna da Amsterdam a Edinburgo per il funerale della madre; sarà l’occasione per trovare e rinnovare le vecchie amicizie anche se non tutti sono contenti del suo ritorno (per come aveva lasciato le cose).
Sono passati 20 anni e si sentono, se il primo era anche un po’ innovativo per la storia e i toni narrati, adesso non fa quasi più notizia. Il personaggio che fa un misto di rabbia e tenerezza è quello di Spud (Ewen Bremner) che non riesce a uscire dal circolo della droga; il rapporto invece tra Mark e Sick Boy (Jonny Lee Miller) continua a essere abbastanza tormentato, da amici per la pelle a “nemici” con contrasti anche pesanti tra i due.
Intanto Franco (Robert Carlyle) scappa di prigione e cercherà la sua vendetta.

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Inutile riesumazione di un film di culto / 15 Gennaio 2018 in T2 Trainspotting

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Il desiderio di voler trovare a tutti i costi specifici appigli con il film del ’96, in una sorta di “riportiamo in vita un cult”, ha affossato definitivamente un film che, benché girato e interpretato bene, soffre di una sceneggiatura stanca, poco accattivante e, a sua volta, ripetitiva.
Fra l’altro, alcuni esperimenti tecnico-estetici di Boyle (certe inquadrature sghembe, la fotografia satura) mi sono sembrati vezzi inconcludenti, slegati sia dal racconto che dal tentativo di creare un contesto. Ecco, questa mancanza di specificità, di “circoscrizione”, tanto lampante nel primo film, emerge anche dalla colonna sonora, alquanto scialba e affatto incisiva (come, invece, era accaduto con quella del primo film, bla bla bla).

Nota micragnosa a latere: possibile che, a fronte di un’evasione, la polizia non si presenti mai, dico mai, a casa di Begbie, almeno per dare un’occhiata?

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Buon sequel! / 22 Agosto 2017 in T2 Trainspotting

Non so cosa abbia spinto Boyle a riprendere in mano i personaggi di “Trainspotting”, anche se storicamente, tutti eravamo curiosi di sapere come sarebbe andata a finire…
Ebbene eccoli qui: 20 anni dopo, tra gli stessi problemi, tra redenzione e peccato, tra voglia di riscattarsi e di vendicarsi.
Non ha quell’impatto visivo che forse speravamo, ma a me è piaciuto: completa il giro, chiude la storia e ne aggiunge piccole altre.
Davvero bello.
6.5

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T2 / 15 Giugno 2017 in T2 Trainspotting

Evitabile sequel di un film diventato cult negli anni 90. Nel giudizio pesa molto la scelta di non adattare il naturale seguito letterario di Trainspotting: quel Porno che avrebbe sicuramente avuto un appeal tutt’altro che commerciale, come lo stesso titolo suggerisce, e un Ewan McGregor declassato ad attore di supporto in favore di Jonny Lee Miller (Sickboy). Questo T2 resta solamente una grande operazione nostalgia, un film che si sviluppa esclusivamente in funzione del suo illustre predecessore.

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E invece no / 15 Giugno 2017 in T2 Trainspotting

Un bel vaffan**lo di Danny Boyle e Irvine Welsh nei confronti di quelli che vietavano la realizzazione di un seguito. Trainspotting 2 non è un operazione, è il degno seguito e finale di un Capolavoro che aveva segnato una generazione. Un ritratto sporco dell’amicizia e del tradimento,del perdono e del tempo che passa,ma che sembra non passare mai. La musica che la fa da padrone. Scene d’azione da antologia. Non perfetto come il primo che era pieno di citazioni e sequenze epiche; un po’ lenta la prima parte, ma sul finale spacca tutto.

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“Siamo solo turisti della nostra gioventù.” / 10 Marzo 2017 in T2 Trainspotting

Poteva essere una stronzata epocale, invece no.
Capita, quando il regista sa dirigere e gli attori sanno recitare.

Un sequel nostalgico / 28 Febbraio 2017 in T2 Trainspotting

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Son passati più 20 anni dallo schiaffo a mano aperta ricevuto da Trainspotting, (opera letteraria di Irvine Welsh) ma nonostante ciò l’ematoma lasciato sulla pelle fa ancora male, vivido come fosse passato molto meno tempo.

Abuso di droghe, alcool e cinismo, musica perennemente ad alto volume, bagni fatiscenti; l’esasperante disprezzo verso la società consumistica degli anni ’90 viene rappresentato così esplicitamente da rendere il film, tratto dal sopracitato libro e diretto da Danny Boyle, un cult fin dall’uscita.

Abbiamo lasciato i nostri compagni di eccessi ad un bivio: Mark Renton (Ewan McGregor), dopo aver concluso, assieme al resto del gruppo, un affare con un trafficante di eroina decide di lasciarli scappando con i soldi guadagnati. La decisione di abbandonare gli amici, di cambiare vita, o meglio scegliere la vita, lo porterà a quella normalità, quella regolarità che tanto odiava e disprezzava. Questo è ciò che si leggeva nel sorriso e negli occhi di Mark nel finale del film del 1996: la speranza.

Ma con T2: Trainspotting, incontrando nuovamente gli occhi di un Mark invecchiato, possiamo fin da subito capire che la vita non gli ha riservato la tranquillità che tanto sperava. Di ritorno ad Edimburgo, raggiunge il suo ex migliore amico Simon “Sick Boy” Williamson (Jonny Lee Miller) che lo accoglie inizialmente con affetto, non dimentico però del torto subito anni prima.

“Ciao Mark. Allora, che hai combinato… in questi vent’anni?”.

Nel frattempo, il nostro simpatico Daniel “Spud” Murphy (Ewen Bremner) non riuscendo a vincere la dipendenza da eroina, decide di togliersi la vita: solo il tempestivo intervento di Mark, che nel mentre era andato a trovarlo, lo salverà.

All’appello manca l’irascibile Francis ‘Franco’ Begbie (Robert Carlyle), rimasto in prigione per tutto questo tempo covando odio, evade e incontra Simon stringendo un’alleanza ai danni di Mark.

La trama in questa prima parte del film prende i tuoi tempi, lasciando spazio alle scene oniriche, semicit. e qualche taglia e cuci del precedente lungometraggio, piccoli collage che rendono godibile la visione e l’immedesimazione. Ma il colpo ricevuto vent’anni fa, in questo film tarda ad arrivare: la crudezza delle immagini, i colpi bassi che non ti aspetti, in questo sequel lasciano spazio a qualcosa di più profondo e maturo.

Si continua come ai vecchi tempi a fare truffe, a sentirsi forti e indistruttibili.

In queste scene si può cogliere perfettamente il leit motiv del film: la nostalgia del passato. Aggiungete a ciò il riadattamento di alcuni pezzi della vecchia soundtrack, come Born Slippy dei Underworld (tramutata in Slow Slippy), assieme a qualche classico dei Queen e dei Blondie

Ma mentre Spud vive di ricordi, Franco ha tutt’altre intenzioni: incontrato casualmente Mark, intraprende un inseguimento con lui per regolare i conti e poter finalmente andare avanti con la propria vita, senza però riuscirci.

Personaggio su cui la narrazione converge è la compagna di truffe di Simon, Veronika, la quale intraprende un’ambigua relazione con Mark. È lei a notare le storie di Spud ed a incitarlo a continuare, notando del potenziale nei suoi semplici ma genuini racconti di eccessi.

È interessante notare l’intima corrispondenza tra i finali dei due film: Veronika si comporta nello stesso modo di Mark vent’anni prima, cogliendo l’occasione di poter cambiare vita.

Ad accompagnare i titoli di coda una interessante rivisitazione dei The Prodigy della intramontabile Lust for Life di Iggy Pop, un tentativo di elogio al passato.

T2 vuole essenzialmente differenziarsi dal precedente, portando lo spettatore a riflettere sulle conseguenze di una vita sregolata e priva di obiettivi, mostrandone le conseguenze. Contrappone alle forti scene d’impatto visivo (come non citare quella del neonato morto che gattona sul soffitto con la testa ruotata di 180 gradi) inquadrature meno opprimenti: basti pensare alle molte scene a cielo aperto, con i paesaggi suggestivi della Scozia.

L’evoluzione corale dei personaggi porta il film su un piano ben differente rispetto a quando li abbiamo lasciati anni fa. Il fanatismo del vecchio Mark è ormai passato, così come le surreali scene del primo film. Si sente la mancanza di quella sfacciata schiettezza del primo Trainspotting, quel disprezzo per il buonismo e la morale: proviamo anche noi nostalgia per quel film, accompagnati dai tanti richiami visivi e musicali innestati ad hoc nel lungometraggio di Boyle.

Chi si è seduto in sala con la pretesa di rivedere lo stesso genere di film, ne sarà sicuramente rimasto deluso: T2 non rende giustizia al tempo che scorre, tuttalpiù ne evidenzia l’incessante avanzata.

Chi invece è riuscito a veder il film senza troppe aspettative, ne resterà probabilmente soddisfatto.

“Scegliete la vita. Scegliete Facebook, Twitter, Instagram, e sperate che a qualcuno da qualche parte freghi qualcosa. Scegliete di cercare vecchie fiamme, desiderando di aver agito diversamente. E scegliete di osservare la storia che si ripete. Scegliete il futuro. Scegliete i reality show, lo sputtanamento, e la diffusione dei porno. Scegliete un contratto a zero ore, un tragitto casa-lavoro di due ore e lo stesso per i vostri figli, e alleviate il dolore con una dose sconosciuta di una droga sconosciuta fatta nella cucina di qualcuno. E poi, fate un respiro profondo. Siete dei tossici? Allora fatevi! Ma fatevi di qualcos’altro. Scegliete le persone che amate. Scegliete il futuro. Scegliete la vita.”

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Noi non siamo cambiati / 27 Febbraio 2017 in T2 Trainspotting

“Il mondo e’ cambiato, ma noi non siamo cambiati”. In questa battuta pronunciata da uno dei quattro protagonisti, e’ racchiuso il succo di questo inaspettato ritorno. Eccoli ancora qua, Renton, Sick Boy, Spud ed il cattivissimo Begbie, con i loro tratti se possibile ancora piu’ marcati nonostante siano passati circa 20 anni. Che dire? Il film scorre abbastanza bene, non mancano punte di nostalgia, con i tre famosi accordi di “Born Slippy”, che risuonano, piu’ dilatati, in ogni situazione significativa della storia e con nuova musica adeguata al tempo presente. (a mio avviso di qualita’ inferiore alla colonna sonora del primo, gusti personali…). Non manca nemmeno il monologo aggiornato di Renton sulle “scelte”. Tutto sommato, un giudizio positivo, senza esagerare.

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