Recensione su Come pietra paziente

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Interessante, però… / 31 Marzo 2013 in Come pietra paziente

Fin dalle prime battute ho avuto la sensazione che la sceneggiatura non avesse risolto bene il materiale offerto dal libro, in termini proprio di “escamotage” e soluzioni narrative che chiedono elaborazioni ad hoc tra testo scritto e testo filmico. Quanto ho letto riguardo al romanzo (che spero di procurarmi presto) e le affermazioni di Rahimi stesso sembrano purtroppo confermare tale sensazione.

Tuttavia, il film nel complesso mi è piaciuto, pur non essendo eccezionale. La fotografia è spesso molto ben risolta, bello anche l’uso dei colori e il contrasto eleganza/fatiscenza; la (non) trama ha un suo “perché”, sebbene l’impressione generale sia più quella di una “pièce” teatrale che di un “mov(i)e”… alias, ben poco movimento, ma molti riusciti quadri di messa in scena. La regia mi ha convinto, e l’ho trovata adatta a sostenere il tipo di narrazione. Il tema è fondamentale anche se non emerge dal film un particolare intento critico rispetto ai valori e costumi della cultura islamica sopratutto nei confronti delle donne. Sospetto qualche sbavatura da “stereotipo” in un paio di passaggi, ma come dicevo, penso sia dovuta alla resa non ottimale della sceneggiatura.

Golshifteh Farahani è entusiasmantemente bella e regge benissimo la parte, anche grazie alle “coccole” che la macchina da presa le riserva, ma meritevolmente, sia sul piano attoriale che rispetto allo scopo del film, notevoli le bambine (intendo, l’uso registico e la resa di questo “elemento” nell’economia generale della narrazione e del parco personaggi) più stucchevoli le parti dedicate alla “zia”, ma, vedi sopra le perplessità di sceneggiatura, che rimane la parte più “manchevole”.

Avrei voluto vederlo in lingua originale, perché sono convinta che la sonorità del persiano avrebbe contribuito positivamente alla godibilità sensoriale del film, tuttavia va detto che il romanzo da cui è tratto è stato scritto da Rahimi direttamente in francese, quindi…

Nell’insieme, non male, vale vederlo, sopratutto per chi ama esplorare cinematografie non occidentali e meno diffuse.

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