Scorsese, Tarantino e Jarmusch in cattedra / 14 Marzo 2017 in Swingers

Divertente, logorroico: il film in questione è una specie di figlio putativo di alcuni di Scorsese (Quei bravi ragazzi su tutti) e di quelli firmati da Tarantino fino a quel momento (Le Iene, Una vita al massimo, Pulp Fiction), che vengono citati più che esplicitamente in svariate occasioni. Non ci sono ammazzatine sanguinolente e vendette da perpetrare, ma il contesto e il tono dei dialoghi sono praticamente gli stessi.
Jon Favreau, qui interprete e sceneggiatore, rilegge e rielabora bene il mood tarantiniano (ma ci ho visto anche qualcosa di Jarmusch e, di rimando, di Tom DiCillo), dando al film di Liman una precisa identità, autonoma, seppur basata su uno smaccato e consapevole citazionismo.

Vince Vaughn mattatore: all’epoca, neppure trentenne, con quello stile un po’ rétro tipico degli anni Novanta sfruttato -per esempio- anche da Lynch (penso all’estetica generale di Twin Peaks), era (fisicamente) uno strano ibrido tra Paul Newman e Marlon Brando.

Nota: ricordo un episodio de I Soprano, in cui Favreau compare nel ruolo di sé stesso. Chris, il cugino di Tony Soprano, vuole diventare sceneggiatore cinematografico e Favreau gli commissiona uno script a tema mafioso. Viene citato anche Swingers: è stata quella l’occasione in cui ho deciso di recuperare questo film.

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