Recensione su L'uomo d'acciaio

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8 Luglio 2013

Le difficoltà nel portare sullo schermo Superman sono sempre state due a mio parere, il problema di rendere credibile un tipo che porta le mutande (rosse) sui pantaloni (azzurro shocking) e rendere profondo, squadernare la complessità di dio, perché Kal-el è dio.
Il primo ostacolo qui lo hanno superato levandogliele le mutande ( e pure la S sul mantello, ma quello mi sa che fosse già stato fatto nel precedente), ridisegnando quindi in toto l’impatto simbolico/iconografico (colori e consistenza del costume); il secondo ostacolo hanno cercato di superarlo rielaborando i piani identitari del protagonista, non più un umano che scopre e cerca di convivere con la sua alterità/divinità, ma una divinità che fa la pace con la sua umanità.
Per questo secondo aspetto i flash back sull’infanzia, il concatenare presente e passato di Kent a mio parere sono stati un ottimo espediente, peccato che la sceneggiatura davvero sia leggera, distratta e inconcludente nel complesso. Superman sin dal fumetto ha una forte lettura cristologica (almeno Snyder qui lo riprende poche volte in una posa da crocifisso simbolico), abbiamo il vero padre che altro dal suo mondo (un senso di divino c’è in Jor-el, scienziato, alieno, depositario di una tecnologia molto più avanzata della nostra), abbiamo il padre umano con la famiglia tradizionale, che si fa nucleo sociale è il depositario della sua crescita, abbiamo Clark che passa 3 anni vagando per il mondo in fuga dalla sua diversità come il Cristo ebbe i 40 giorni nel deserto prima di tornare e predicare, lì coperto di tentazioni che ne portano alla consapevolezza, qui affrontando le difficoltà umane che lo chiamano ad intervenire con i suoi poteri. Tutto molto ben chiaro, ma la prima domanda che mi sono posta è perché Clark ami tanto gli umani, perché? Chi gli ha forgiato il senso morale? Quella libertà nello scegliere cosa essere (il libero arbitrio!) di cui Zod è privo chi gliel’ha orientata verso il bene se non è tematizzata praticamente mai nel rapporto con il padre umano e men che meno nel rapporto con la madre? Mi manca proprio la costruzione del senso di bontà a meno che non debba credere che ne sia geneticamente pieno, messianicamente infuso e che la paura che John Kent gli insegna non abbia prodotto nessun effetto se non un senso di ribellione quasi generazionale che lo porti all’uccisione direi del padre nello svelarsi al mondo (con una successiva riconciliazione nel vendicarsi del primo padre).
Nolan: il personaggio è crepuscolare, cupo, problematizzato, scisso (ma tutti i supereroi sono scissi), pieno di dubbi etici e portati a scelte etiche. Posto che l’umanizzazione estrema della divinità scalfisce il senso del divino e quindi, essendo Superman non un uomo che si pompa i muscoli per combattere i cattivi, ma un essere immortale che tutto può, anche qui abbiamo il momento della scelta etica, salvare la famiglia nucleare tipica (padre e madre e due bambini) dalla furia di Zod e quindi piegarsi all’omicidio puro ed anche abbastanza crudo e umano, realistico insomma. Sorvoliamo insomma sul fatto che nella lotta precedente praticamente si è distrutta NY e quindi di milioni di morti già si è fatto scempio, ma il momento topico e di chiusura dopo il quale Superman, che ha già baciato Lois quindi ha già provato l’amore, accetta la sua umanità e può indossare i famosi occhiali è l’uccisione a mani nude di Zod che minaccia di sterminare 4 persone. Questo evento mi ha molto richiamato il giochino delle due navi di Batman 2, insomma il solito espediente di Nolan per mostrarci come la cosa giusta passa da un atto sbagliato che dobbiamo accettare, seppur sbagliato (quindi la domanda successiva è: non sarà poi mica tanto sbagliato questo atto?). E se dio stesso deve uccidere per salvare altre vite … allora…la laccatura fascistoide è sempre in agguato.
Ecco quindi finalmente ristabilita la storia come la conosciamo, Clark è in procinto di farsi giornalista, montatura nera di prammatica e terribile accostamento fra camicia e cravatta.
E’ un fumettone adrenalinico, quindi 50 minuti di una battaglia furiosa che appena è finita quella di gruppo e Superman e Zod rincominciano a darsele in un duello solitario ti domandi “Ancora?”.
Altri buchi di sceneggiatura a me incomprensibili: Lois scopre la vera identità di Superman in due minuti e senza tanto sforzo, molto accade proprio sopra, fisicamente, il tetto della casa dei Kent e poi vogliamo raccontarci che Superman ha una identità segreta che FBI ed esercito ignorano completamente? Avere nel curriculum l’aver fatto la pesca d’altura paga.
Il personaggio di Lois è stato mantenuto solo perché lui la baci, la salvi un po’ e perché, dannazione! Avrà esclamato Nolan, nel fumetto c’è.
Notazione: Cavill è abbastanza consono, si vede pochissimo a petto nudo, ma non si dimentica. Quando fa due passetti i muscoli li senti spingere contro l’aria, quasi puoi sentire l’attrito contro bicipiti e pettorali, impressionante (seppur davvero un tantino eccessivo).
Notazione due: Reeve rimarrà Superman per sempre, il perfetto, scanzonato uomo d’acciaio, perché era elegante con tutti quei colori assurdi addosso, perché era credibile anche con le famose mutande, perchè aveva gli stivaloni di plastica eppure era fascinoso e potente senza doversi gonfiare i pettorali. Perché l’ho visto da bambina e l’imprintig è l’imprintg
A me Superman è sempre piaciuto, ho la maglietta, quella classica con i colori vivaci e un po’ pop, comprata in età adulta, mica a 10 anni.

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