9 Recensioni su

Sulla mia pelle

/ 20187.6318 voti

21 Aprile 2021 in Sulla mia pelle

Un ottimo film, il migliore che si poteva ricavare da questo tragico episodio, che suscita una rabbia e un dolore indicibili. E invece nel film non c’è retorica, non c’è dolore insopportabile, non ci sono eroi, non ci sono mostri, non ci sono pianti greci. è un racconto disincantato e ben recitato (perfetta e mimetica anche Jasmine Trinca, che in genere non mi piace) che consente di farsi un’idea di un fatto di cronaca terribile e inspiegabile. Sintomo della grande sobrietà che è alla base del film la scelta di non mostra e non far sentire il pestaggio: Stefano Cucchi entra in una stanza e ne esce dolorante, coperto di lividi, con due vertebre rotte. Non sappiamo esattamente cos’è successo lì dentro. Cucchi non è in alcun modo un eroe, non si gioca nemmeno a renderlo simpatico. è un uomo con le sue debolezze, che come nessun uomo meritava di morire ricoperto di lividi e con le ossa rotte. Bella prova per il regista.

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Bellissimo / 19 Settembre 2019 in Sulla mia pelle

Ottimo fil non mi sono annoiato un attimo,attori fantastici e regia non da meno

La dura verità / 25 Gennaio 2019 in Sulla mia pelle

Pensavo che considerando che conoscevo benissimo la storia, ed il suo finale, questo film non avrebbe scaturito nessun effetto. E invece con mio stupore non è stato così. Il protagonista Alessandro Borghi si è rivelato assolutamente all’altezza di un ruolo così impegnativo, crudo, difficile. Nonostante sapessi benissimo che il finale sarebbe stato scontato questo film mi ha profondamente scossa. E’ stato un modo più che eccellente di portare sullo schermo un’episodio così peculiare del nostro paese. Davvero ben costruito.

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Per non chiudere gli occhi / 28 Dicembre 2018 in Sulla mia pelle

Un Alessandro Borghi perfetto nei panni di Stefano Cucchi. Il film racconta i fatti senza stare dalla parte della famiglia Cucchi né da quella degli indagati. Vengono i brividi a vedere in video quello che finora si era letto sulla stampa.

Amaro. / 20 Novembre 2018 in Sulla mia pelle

È bello, ma non è bello per niente.
Diario veritiero di una scomoda e orrenda verità.
Protagonista eccellente.
7.

Toglie il fiato e le parole / 11 Novembre 2018 in Sulla mia pelle

Nessuna scena violenta nel crudo racconto di un omicidio causato proprio da cieca violenza ma soprattutto dall’indifferenza dei più nei confronti degli ultimi. Perché ciascuno di noi possa riflettere su dove vuole stare quando è testimone di ingiustizia e deve decidere tra la comoda indifferenza del voltarsi dall’altra parte o la dura Scelta verso ciò che è umano, giusto è vero.. Sceneggiatura magistrale, fa risuonare l’eco di quei sette giorni di dolore e solitudine lasciando ogni considerazione o presa di posizione alla coscienza delle spettatore.

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Da vedere. E capire. / 3 Novembre 2018 in Sulla mia pelle

Nel caso di Giovanardi, con l’assistenza di personale qualificato.
Per gli altri, “sulla mia pelle” sia “nel mio stomaco” per intensità e messaggio.

Cosa sarà successo… / 18 Settembre 2018 in Sulla mia pelle

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

La storia drammatica di Stefano Cucchi, morto dopo essere stato arrestato dai Carabinieri perché in possesso di una quantità ridicola di droga ed essere stato dagli stessi massacrato di botte.
Se valutiamo il film è fatto molto bene. Bravi i protagonisti. Le pause e i momenti di riflessione di Stefano. Il dramma dei genitori e la totale incapacità di affrontare la situazione.
Ma se consideriamo che è una storia vera subentra anche tanti dubbi, tanta rabbia, e tanta tristezza.
Si può morire a 30 anni semplicemente perché si ha qualche canna in più? Ok, era uno spacciatore e quindi condannabile; ma arrivare al massacro fisico fino alla morte? E’ questa la giustizia? Meritava tutto questo? O in quella benedetta stanza dove si è consumata la mattanza cosa realmente è accaduto? Credo che un pensiero fisso sarà sempre nella testa dei familiari. Ma i due carabinieri che in teoria hanno eseguito il pestaggio, come riescono a non essere schifati di loro stessi, come possono guardarsi in faccia e stare bene, come riescono ad abbracciare i propri figli, amanti, parenti e amici e non sentirsi sporchi e vigliacchi… Cosa gli ha fatto perdere la ragione per indurli a massacrare un ragazzo ammanettato e quindi indifeso.
E’ il dramma di vede questo film e si immedesima nei parenti di Stefano. Quante domande che nessuno può e soprattutto vuol rispondere.
Quanta rabbia ti rimane in corpo alla fine…
Stefano era un piccolo delinquente ma di certo non meritava la morte.
Da vedere.
Ad maiora!

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La morte di Stefano Cucchi: gesti, parole, opere e omissioni / 14 Settembre 2018 in Sulla mia pelle

Non ce la faccio a esprimere un giudizio analitico su questo film.
Però, mi sento di dire che la capacità del regista e sceneggiatore Alessio Cremonini di raccontare (insieme a Lisa Nur Sultan) la morte di Stefano Cucchi quasi per sottrazione è stata pregevole. Della mimesi di Alessandro Borghi è quasi inutile parlare: la sua prova artistica e umana è impressionante.
Sicuramente, Sulla mia pelle è il miglior film Netflix visto finora.
Oltre a mostrare la progressiva comparsa sul corpo di Borghi dei terribili segni delle percosse subite da Cucchi nella realtà e i mortali effetti sul suo organismo, il film di Cremonini non indulge mai sulle dinamiche della violenza fisica subita dal protagonista, ma -piuttosto- insiste sull’aspetto psicologico della vicenda legato all’atteggiamento omertoso di chi l’ha circondato nei suoi ultimi giorni di vita.
Sulla mia pelle non fa sconti a nessuno, né alla vittima, difettosa e assolutamente imperfetta, né a chi, in modi diversi, ha concorso a causarne la morte, né al pubblico. Il film è un concreto atto d’accusa e uno strumento di riflessione, apolitico ma sociale, che potrebbe essere utile a sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti di un sistema burocratizzato all’eccesso, cieco e sordo, in cui, purtroppo, il senso del potere travalica spesso la morale personale. I fatti del G8 di Genova, la Diaz, Bolzaneto, Aldrovandi, Uva… Non vado più indietro del 2001, perché, prima di quel luglio di sangue, non ero davvero cosciente di quel che era accaduto e accadeva nel mio Paese. Per quanto, nel mio piccolo, avessi già avuto esperienza di quanto una scrivania, una divisa, un titolo accademico o l’iscrizione a un albo professionale possono manipolare la vita altrui, non avevo realmente idea del condizionamento psicologico che i cittadini subiscono da parte di rappresentanti deviati delle professioni e delle istituzioni. In questi anni, ho imparato una cosa, banale ma non scontata: siamo esseri umani e, in quanto tali, siamo imperfetti e, spesso, illogici, umorali, istintivi. Penso che, chi più, chi meno, tutti abbiamo brutti ricordi di esperienze con persone che, per il solo fatto di rivestire nella gerarchia sociale un ruolo legittimato da un qualsivoglia titolo (esempi a caso: insegnanti, controllori, infermieri, portinai, perpetue, impiegati del catasto, vigili urbani…) hanno fatto la voce grossa con noi, sia che fossero “nel giusto” o meno, intimidendoci e facendoci entrare in un circolo vizioso per cui, notoriamente, il timore di peggiorare la propria situazione precaria ingigantisce senza ragion d’essere il ruolo del prevaricatore. Cucchi si è trovato in un brutto affare di questo tipo e ci ha rimesso la vita, vittima dei pregiudizi e dei giudizi senza tribunale sul suo presente e sui suoi trascorsi.
Cucchi Stefano non era uno stinco di santo, ma è morto in una maniera terribile. Stefano è stato condannato senza appello a morire da solo, dolorosamente, probabilmente pieno di rabbia, dubbi e sensi di colpa.
Cucchi è uno dei tanti, di cui sicuramente non abbiamo notizia e coscienza, che perisce sotto i colpi, fisici o meno, di una forma mentis anomala, secondo cui la vita quotidiana si basa indiscriminatamente sui rapporti di potere fra simili.
Sulla mia pelle è un film coraggioso, perché, senza chiasso, mette tutti davanti a una scomoda domanda: “Cosa avrei fatto/cosa farei, al posto suo?”, lasciando allo spettatore la possibilità di scegliere a quale personaggio rapportarsi: Cucchi, la sorella Ilaria, un carabiniere a caso, il giudice, l’avvocato, la guardia carceraria, la dottoressa, il radiologo, ecc.
Tutti siamo parte di un sistema in difficile equilibrio e tutti abbiamo delle responsabilità: le nostre “parole, opere e omissioni” (cit.) hanno degli effetti sulla nostra vita e su quella degli altri. Raccontata sulla pelle di un morto sottoforma di brutte ecchimosi che affiorano lentamente sulla carne, la storia di Cucchi ci parla di questo, solo di questo.

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