Quello che la critica ha definito senza remore come il peggior film della storia del cinema, è in fin dei conti un ottimo popcorn movie, con tutti i suoi pregi e le sue ( non poche ) debolezze.
Difatti, se da un lato questa critica quasi adolescenziale ( basta leggere alcuni commenti ) non ha minimamente considerato il genere di pellicola rappresentato ( intrattenimento ) , né la matrice ( il fumetto ) dalla quale è trasposto, cercando sempre e comunque il confronto ( ancora? ) con altre raffigurazioni; dall’altro, il pubblico, decisamente più maturo, si è almeno diviso nel parere.
Occorre però fare alcune constatazioni.
Da quando Raimi col suo Spiderman ha riportato in auge le trasposizioni cinematografiche sui supereroi, molti di questi, soprattutto quelli appartenenti all’universo Marvel, hanno subito nel trasferimento un cambiamento quasi radicale. Come non citare Iron Man, che con Robert Downey Jr. è passato da un milionario noioso e dedito alla politica, a una sorta di playboy ironico e carismatico. Tale innovazione ha colpito anche lo story-concept dei film, divenuto nel tempo sempre più realistico, e quindi più lontano da una connotazione fumettistica. E qui la critica si è ancorata ( e con essa una buona parte degli spettatori ), cercando da Nolan in poi ( universo DC ) sempre un’intensità e una caratterizzazione degna del genere, non curandosi invece di accettarne altre, magari più vicine a un archetipo di supereroe, che di reale, forse, non ha proprio nulla.
E qui si incastra Suicide Squad, e ancor prima Batman v Superman, che ne hanno alleggerito un po’ i contenuti, soprattutto il primo, che del suo esacerbato humor ne ha fatto un vero e proprio stendardo.
Lo squadrone suicida, ancor prima di roboanti colonne sonore e character design accattivante, è innanzitutto marketing, puro marketing, che ha decretato ancor prima dell’uscita ai botteghini, il suo successo commerciale.
Forse un marketing fraudolento, che ha promesso più di quel che ha mantenuto ( e ovviamente parlo del minutaggio del Joker ), ma che ha saputo sin da subito creare aspettativa. Basta navigare nella rete ( e fra i maggiori social network ) per accorgersene. Orde di fan accaniti e di cosplayers pronti a prendere le sembianze dei vari villains protagonisti, e in particolare ( e soprattutto ) quelle di Harley Quinn e del Joker, assolute star della pellicola, sebbene quest’ultimo sia lasciato ai margini della storia.
I difetti non mancano, e come già ampiamente descritto in altre recensioni, vanno da una storyboard frammentaria, ricamata da flashback non propriamente analitici, e a volte confusionari, ma perfettamente in linea con lo stile del film, a una visione fin troppo politicamente corretta, che ne ha snaturato in parte i caratteri dei personaggi, dei quali, i più importanti, vado a mio modestissimo parere a descrivere.
Deadshot
Will Smith fa bene il suo lavoro, e ci consegna un Deadshot in grado in intrattenere e divertire ( senza i suoi commenti, a livello di humor, il film ne risentirebbe molto), non disdegnando di ricalcare l’impronta di un cattivo in cerca di redenzione, con relativa accettazione di sé, e dei suoi limiti. Forse un’interpretazione un po’ troppo limata a livello della sua immagine, ma non certo per demerito dello stesso attore. Un valore aggiunto.
Harley Quinn
Visionaria, folle, al punto giusto. La sua relazione con il Joker è l’elemento che più appassiona, sebbene non incida particolarmente nella storia. In ogni sua apparizione vi è una sorta di immagine del Joker sovrapposta, come se incarnasse la versione femminile del pagliaccio, e non la sua mera spalla. Dimostra di avere un lato umano, il che la porta, per amore del suo folle amato, a ricorrere a una dose innaturale di pazzia per poterne controbilanciare il peso. Una Margot Robbie in uno stato di grazia.
Joker
Il più controverso,il più discusso, il più idolatrato, il più criticato. Il Joker di Jared Leto è agli antipodi di quelli interpretati dai suoi famosi colleghi, ma non vi è in alcun modo inferiore, semmai diverso. E questa sua diversità si riflette nel suo modo di porsi davanti alla telecamera, mai così temeraria da riprendere l’assoluta pazzia e instabilità del caratterista.
Proprio questa instabilità, che lo porta inevitabilmente a chiudersi in sé stesso, come un leone in gabbia ( non a caso ruggisce ), è l’elemento di imprevedibilità che mancava a un personaggio così estroso, da essere considerato la vera nemesi del pipistrello. Per un certo verso mi è sembrato di vedere quel Joker della serie animata degli anni ’90. Quello vanesio, che si mirava a volte nello specchio, e che impersonava, senza alcuna grande introspezione scenica, il classico boss, con il suo naturale carisma, che il buon vecchio Batman alla fine dell’episodio prendeva a calci. Un Joker ottenebrato, intenso, ma allo stesso tempo ilare, brioso, per quanto questi termini possano accostarsi a un personaggio del genere. In linea generale è anche quello più coerente del gruppo ( anche se non vi partecipa ), in quanto fedele alla sua malvagia e stravagante visione, senza mai cadere in quel buonismo esasperato, vero difetto della pellicola.
Ovviamente, quella parte della critica e del pubblico ( non molta, a dire il vero ) che nel criticarlo ha dovuto necessariamente confrontarlo con quello interpretato da Heath Ledger, vi è da dire ( o meglio scrivere ) che ciò risulta quanto mai ridicolo, o superficiale, essenzialmente per tre motivi.
1) Sin da quando è stato scelto Leto come nuovo interprete del pagliaccio, ossia due anni fa, sia l’attore che il regista hanno dichiarato che avrebbero battuto per il personaggio nuove strade, anche per non incorrere in critiche immotivate. Quindi dire : ”non è minimamente paragonabile al Joker di Ledger ” , è in fin dei conti asserire : ” ho scoperto l’acqua calda! ”
2) Non esiste ”IL” Joker, bensì ”I” Joker. Il personaggio è passato attraverso varie chine, schizzi, disegni, storie e avventure. Attraverso vari autori che lo hanno reinventato, ridiscusso, rimodellato. Uno stereotipo del Joker è semplicemente irrealizzabile, proprio perché cangiante e mutevole.
3). Se Nicholson e Ledger ( soprattutto quest’ultimo ) hanno avuto a disposizione un’intera pellicola per poter esprimere al meglio le loro doti, e quindi dare una migliore immagine del loro Joker, per Leto ( anche in virtù di notevoli tagli ), ingabbiato in una sorta di flashback imperituro, atto a valorizzare solo la figura di Harley Quinn, non è stato possibile. Eppure l’eclettico attore è riuscito a dare la sua impronta, anche grazie al suo indiscusso talento, che fa ben sperare per un ottimo confronto con il pipistrello in un futuro e ipotetico film.
Gli altri personaggi, in linea di massima, contribuiscono in discreta misura alla riuscita del film, che ha dalla sua il pregio di intrattenere il pubblico e non annoiarlo ( un aspetto da non sottovalutare ).
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