8 Gennaio 2013 in Stories We Tell

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Altro film al Sottodiciotto. Sarah Polley è una tipa che fa la giovane attrice e regista. Succede che si mette in testa di raccontare la storia della sua famiglia, e allora fa questo film. Mannaggiallei quanto l’ho detestata. In pratica, in questo documentario lei coinvolge tutti i famigliari per raccontare, soprattutto della madre, che oramai è morta. Ah, con quanto affetto tutti ricordano la madre. Era così simpatica. Così brava. Così piena di vita (tanto che infatti è morta). Così… ecco, in pratica da questo fuoco incrociato di testimonianze viene fuori anche che era così troia. Ah, così troia. Ma noi le vogliamo tutti bene lo stesso, e si scopre che la stessa Sarah non è per un ca**o figlia di suo papà, ma figurati. E anche quello che non è più il papà ama ancora tanto la moglie defunta, ah, era così cara. Insomma, la piccola Sarah fa tutto ciò per raccontare questa storia che finge di parlare della sua famiglia, ma in realtà gira tutta intorno a lei. Sarah… ma vaffanc**o va. Non si capisce del resto come una ricostruzione montata così possa interessare a qualcuno al di fuori di questa, pur tanto simpatica e easygoing, famiglia. Nel senso, chi ca**o se ne frega, o la metti in forma narrativa, e ancora a seguire le performances di quella simpatica nymphomaniac della mamma sarebbe stato funny, ma così.. sì ok, tutto gira intorno a te Sarah, brava. Credo si sia capito il fastidio che ho provato, la Pollin mi ha dato tanto la sensazione di essere affetta dalla sindrome di Jodie Foster, so’tutto io, faccio tutto io, ma i documentari così guardateveli a Natale e tra di voi, che non ce n’è proprio bisogno.

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