Recensione su Stoker

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15 Luglio 2013

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Nella prima mezz’ora tutti continuano a ripetere ossessivamente il nome di India. India è la protagonista, Mia Alice-è-una-me**a-lamentiamoci-in-coro Wasieccetera, che indossa scarpe tipo da golf, vive in una villa di mezza campagna altoborghese americana, è un po’ freak a scuola, dorme su di un letto contornata da composizioni di scarpe tipo quelle di cui sopra che le vengono regalate annualmente e sente le cose. IO SENTO LE COSE!!! A Indiaindiaindia è morto il beloved padre il giorno del diciottesimo (magari il video del prediciottesimo merita), e ora deve sopportare Nicole Kidman nel ruolo della mamma milfona idiota. Il giorno del funerale arriva lo zio Charlie, belloccio-raffinato-fighetto e catchy. Chiunque adora lo zio Charlie, sa fare tutto lo zio Charlie, la va a prendere a scuola e le sue compagne squirtano per lo zio Charlie, tranne lei. LEI SENTE LE COSE!!! India ha due occhi che, veri o finti che siano, sono assurdi e blu, e cangianti e pulsanti ed enormi, di una bellezza che abbacina. Si capisce che lo zio Charlie è ‘nu poc na mmmerd quando lei trova la vecchia governante morta nel freezer. Dove era andata a mettere il gelato. Non so voi quanto gelato compriate, ma lo zio Charlie lo prende 4 chili per volta.
Però India accetta il gioco, accetta la morte e la corte, torbida e intellettuale e violenta (verso tutto ciò che li circonda ma non lei) dello zio Charlie. Accetta che si stia per fare la mamma, che tanto lei odia, e tanto sa che lo zio Charlie è qui solo per lei. Perché lui l’ha sempre amata; oltre al fatto, vabbè, che è matto come un cavallo. Però cucina bene eh.
Il regista della trilogia della vendetta goes to Hollywood, e lo fa con una script che calza a pennello, elegante e formale, che percorre sentieri e passioni dentro menti malate e/o ipersensibili e/o diverse, NOI SENTIAMO LE COSE!!! come i personaggi fossero superuomini/donne in lotta per qualcosa in un mare di banalità; come il suo stile di direzione, stile, lo stile che ha in più un koreano rispetto a un americano è tipo MMMille, l’eleganza composta del finale è un buon esempio. Il film ascende verso un climax, la violenza trattenuta si libera (ma senza esagerare, siamo americani), a simboleggiare il fatto che India riuscirà a superare, sbocciare, crescere, épanouir vien quasi da dire, o fagocitare, sia la mamma che lo zio Charlie. E dietro di lei non lascerà niente, se non dei fiori, in un campo, tinti di rosso e di sole; come tutti i giochi intellettuali, il futuro è bello se si accetta di giocare. Indiaindia gioca e vince.

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