Recensione su Rapina a Stoccolma

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Il voto sarebbe un 6.5 / 25 Novembre 2020 in Rapina a Stoccolma

Film particolare ispirato a fatti realmente accaduti che hanno dato origine a quella sindrome chiamata “Sindrome di Stoccolma”.
Un uomo mascherato con baffi e parrucca (Ethan Hawke) entra in una banca ma invece di rapinarla, prende in ostaggio alcuni dipendenti per chiedere il rilascio di un uomo, Gunnar Sorensson (Mark Strong). Tra i dipendenti presi in ostaggio c’è anche Bianca (Noomi Rapace), sposata e con due figli, che dopo l’iniziale paura inizia a stabilire un rapporto umano con il sequestratore.
Alcuni eccessi del sequestratore sommato ad alcuni strani comportamenti (prende in ostaggio delle persone ma non si barrica dentro, anzi le porte sono aperte a tutti o quasi) rendono la pellicola un po’ particolare. Anche alcuni dialoghi con il capo della polizia (e alcuni ragionamenti dello stesso) sono quasi surreali, rendendo strana l’atmosfera del film. Il film è abbastanza interessante, anche per lo strano legame d’amicizia tra lo sconosciuto e Gunnar.
Questo episodio in cui gli ostaggi stringono un legame quasi affettivo con i sequestratori dà origine alla “Sindrome di Stoccolma”.

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