Shakespeariano, anche se non muore nessuno. / 24 Dicembre 2015 in Steve Jobs
L’attesissimo nuovo copione di Aaron Sorkin, il film definitivo sul mito di Steve Jobs, è finalmente compiuto.
Sorkin ha l’idea mirabile di non adattare l’intera biografia di Jobs ma di legare il personaggio ai suoi prodotti, e in particolare alle rituali presentazioni di questi al pubblico. A poche ore (a volte minuti) dall’inizio di tre fondamentali keynote (quello del Mac del 1985, del NeXT nel 1988 e dell’iMac nel 1998) amici, colleghi e familiari di Steve si accalcano su di lui costringendolo a confrontarsi col suo caratteraccio che allontana chi gli vuole bene; allo stesso tempo è l’occasione per Jobs di ribadire la sua visione del mondo e di come i suoi prodotti e le sue idee possono rivoluzionarlo.
Una sceneggiatura di impianto teatrale per unità di tempo e spazio, con continue entrate e uscite di personaggi, e rari flashback vivacizzati dalla frenesia del montaggio alternato, che rispecchia la fibrillazione continua dei dialoghi di Sorkin.
Ne risulta un ritratto non necessariamente celebrativo né caricaturale, dove un Fassbender neutrale è serve piuttosto d’appoggio ai più colorati compagni corali.

bella recensione, ma il povero danny boyle regista potevi almeno nominarlo 🙂
Non si è fatto notare. O magari è stato bravo nel non farsi notare e nel far brillare gli altri. Poi è un commento breve, non è una recensione, quindi qualche vittima la mieto sempre 😛