E’ più bello che “buono”. / 17 Aprile 2013 in Steamboy

A 16 anni di distanza da Akira, Ōtomo torna a dirigere un altro film self-made, rinnovando il prestigio delle sue animazioni, questa volta arricchite effetti 3D davvero senza pari.

Le atmosfere ovattate ed infantili dei buon vecchi cartoni Disney, vengono spazzate via da un contesto ben più concreto, dove non solo l’impeccabile ambientazione in perfetto stile vittoriano aggiunge credibilità ad un lavoro tendenzialmente mediocre, in fatto di trama. In Steamboy saltano fuori anche tutti i lati più oscuri e marci dell’animo umano, rarità confinata ai più vili ‘cattivi’ dei classici cartoni odierni.

Peccato che per un cartone è dura reggere i tempi cinematografici di un film “normale”, tanto più se basato su una storia diluita, spesso insufficiente e banale. Grintosa solo durante gli scontri e le sequenze più dinamiche.

Ma va detto che ogni carenza relativa la sceneggiatura viene calpestata da una realizzazione visiva dove architetture, fondali e macchinari sono un’ESTREMA goduria per gli occhi, data la loro complessità e accurata bellezza.
In Steamboy il dinamismo spadroneggia, tutto è in movimento, tutto sembra possedere vita propria.
Ferro, bulloni e vapore, non sono mai stati più coreografici di così!

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