Recensione su Star Wars - Il risveglio della Forza

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Il ristagno della Forza / 16 Dicembre 2015 in Star Wars - Il risveglio della Forza

[PRIMA PARTE: NO SPOILER]
Non c’erano dubbi che la qualità del prodotto dovesse essere eccellente, e non sarà di questa altissima qualità che discuteremo negli anni a venire, così come non abbiamo mai messo in discussione la qualità produttiva della trilogia I-II-III. Ciò di cui si discute e sempre si discuterà è la storia. Prima di farlo è doveroso però un commento sulla qualità: l’estetica di J.J. Abrams, che conosciamo bene dai suoi lungometraggi (Star Trek, Super 8, Mission: Impossible), fra lens-flare, piroette della macchina da presa e spielberg-face quante bastano, trova perfetto compimento anche qui, e segna un taglio immediato, sin dai primi fotogrammi post-crawl, con la staticità rassicurante di George Lucas. Anche il montaggio è più affine al ritmo spielberghiano sostenuto, dai contrasti comici e persino dagli effetti-sorpresa tipici dell’horror, piuttosto che alla sacralità sequenziale delle trilogie precedenti. Insomma siamo davvero in una nuova gestione della baracca. La perla dell’apparato produttivo è però la colonna sonora di John Williams che svecchia gli arrangiamenti dei temi classici (a partire dalla sigla iniziale), si concede a generi anche diversi dalla pompa che sulla struttura lucasiana era invece inevitabile, e forse per la prima volta in Star Wars compone un’opera che cattura l’attenzione in ogni momento e non solo nelle scene chiave: insomma un album che sarà ottimo da ascoltare da capo a piede invece che selezionando le tracce preferite, cosa che, almeno a me, con le score precedenti non mi riusciva.
Se c’è una nota negativa, è il ricorso alla motion capture. Sì, ha il pregio di farci riassaggiare Andy Serkis (che supponiamo avrà maggior peso nei prossimi episodi) ma ci costringe a sopportare un’animazione poco credibile per dei personaggi che cercano invece di suscitare emozioni genuine (il Leader Supremo di Serkis, e la saggia locandiera di Lupita Nyong’o: quest’ultima fralaltro ci priva di contemplare la suprema bellezza dell’attrice. IMPERDONABILE).

[SECOND PARTE: SPOILER DIFFUSI]
La storia è quella che smonta (finalmente, direi) l’enorme aspettativa di questi anni e ridimensiona questo fenomeno riportandoci tutti con i piedi per terra, e riservando le santificazioni a altro. Un primo quarto d’ora meraviglioso con i dialoghi ridotti all’osso e la presentazione quasi muta dei tre protagonisti di questa nuova gestione (il pilota ribelle Poe Dameron [Oscar Isaac], il trooper rinnegato Finn [John Boyega], e la gagliarda squattrinata Rey [Daisy Ridley]), che lascia spazio a una regia pura: solo recitazioni, musica, montaggio, suoni e effetti speciali. Sì, non si capisce chi sarà davvero il protagonista, da dove vengano, non si capisce nemmeno dove eravamo rimasti, né chi sia buono e chi cattivo. E sarebbe stato fantastico se il resto del film si fosse mosso su questa parzialità di informazioni e bombardamento di suggestioni. Ma c’era da subito un indizio che lasciava intendere che questo era solo un interludio, il giardinetto dove JJ ha potuto sfogare la sua creatività, per poi tornare a portare avanti i piani dell’Oscura Signora del Male, Darth Disney. I piani erano di raccontare una storia IDENTICA a Episodio IV. C’è un droide che ha un messaggio segreto per la Resistenza. C’è un pazzo mascherato che vuole scoprire questo segreto per schiantare la Resistenza, e un pianeta-arma in grado di distruggere altri pianeti. Nel frattempo gli sbandati protagonisti che vengono dalla polvere saranno magicamente in grado di mettere i bastoni fra le ruote di continuo al pazzo mascherato e alla sua mastodontica arma apocalittica perché gli sbandati protagonisti in realtà sono i figli della gallina bianca e quindi super importanti. Ma questo è un sequel, e il primo di molti altri, quindi i super importanti saranno ancora più importanti negli episodi seguenti. Qui, a essere davvero fondamentali, sono i personaggi della saga precedente. Episodio VII, nonostante veda risvegliarsi la Forza, è la storia di Han Solo. La storia finale, definitiva, di Han Solo. E Leia. E la palla al piede di Chewbacca. Tanto è vero che a nonno Han e sora Leia tocca persino l’ingrato compito di uno spiegone che si era divinamente riuscito a evitare nel primo quarto d’ora senza che nessuno ne sentisse la mancanza.
Nella seconda parte poi la quantità di personaggi e una incauta gestione dei tempi porta a uno slabbramento dell’intreccio tale che dieci minuti di storia richiedono mezzora di pellicola: lo so perché fra la confusione e la noia così generate ho guardato l’orologio più volte.

Insomma, è un peccato che a JJ non sia stata lasciata la libertà di creare una storia davvero nuova (persino Episodio I aveva trovato un espediente narrativo diverso per giustificare la nuova trilogia!), e peccato che, spostando l’accento di molte sottotrame sui prossimi episodi, quello che rimane in questo primo episodio più che un cliffhanger è una matassa da sbrogliare.

5 commenti

  1. hartman / 16 Dicembre 2015

    azz, mi hai fregato la prima recensione! 😀
    ottima analisi, sei riuscito nel non facile compito di fornire un giudizio completo “no spoiler”, cosa tutt’altro che semplice, considerata la quantità di novità e colpi di scena…

  2. Francesco / 17 Dicembre 2015

    Sono andato a vederlo alle 11 di mattina per il puro gusto di fare la recensione per primo 😛

  3. Danilo Bruni / 20 Dicembre 2015

    Concordo in pieno….in effetti se lo chiamavano “reboot” ci facevano bella figura, ma così….

  4. laschizzacervelli / 5 Gennaio 2016

    Ti sottoscrivo parola per parola!

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