18 Recensioni su

Rogue One: A Star Wars Story

/ 20167.3357 voti

Praticamente un’appendice di Guerre Stellari (o come lo chiamano i neofiti “Una Nuova Speranza”) / 3 Agosto 2020 in Rogue One: A Star Wars Story

Guardando questo film mi assillano alcune domande. Perché non lasciano in pace il franchise di Star Wars? Fare un intero film solo per giustificare/spiegare la presenza di un punto debole nella Morte Nera era sul serio necessario? Siamo davvero interessati a seguire altri frammenti della stessa storia? Perché sì, negli anni hanno ampliato il numero di personaggi della saga, ma sostanzialmente c’è un unico filo che collega questi pezzi di universo creato da George Lucas, un’unica storia. Questo film, in particolare, è praticamente un’appendice della trilogia originale. E tanto vale. Io trovo molto più bello, e forte, e sensato che le saghe ad un certo punto finiscano.
Quand’ero bambino la trilogia di Guerre Stellari era un mito. Tre film, bam! Tutto ciò di cui c’era bisogno. In questi anni hanno pensato bene, invece, di cagare roba su roba (e vale per qualsiasi franchise), spesso anche di dubbia qualità, ed è soprattutto colpa nostra (sì, anche mia) che comunque andiamo a vedere qualsiasi cosa ci propinino. E magari ce li godiamo pure, sul momento. Ma più i giorni passano, più (per quanto mi riguarda) ci penso su, nel frattempo che l’eccitazione passa, e meno apprezzo quanto visto. E sono abbastanza convinto che dovrebbe funzionare al contrario.
Se negli anni 80, con tre film in sei anni, è stato creato un mito, nell’ultimo decennio questo mito è stato non dico rovinato, ma annacquato da film mediocri usciti con una media di, circa, un film l’anno. E mi viene il sospetto che alla lunga distanza questo sistema rischi di rovinare l’intero franchise.

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Rogue1 / 4 Febbraio 2018 in Rogue One: A Star Wars Story

decisamente più interessante e coinvolgente di episodio VII, malgrado sia una storia conosciuta con un finale già scritto. Noi nerds di vecchia data possiamo apprezzare ma non certo esaltare l’ennesima operazione commerciale $isney.

Ritrovare vecchi amici/nemici. / 1 Maggio 2017 in Rogue One: A Star Wars Story

Sinceramente pensavo meglio, ma comunque un buon spin-off della Saga.
Solo per appassionati.
Voto:6,5
Amarcord
P.s. e comunque per me rimane Fenner e non Vader…

Superfluo Divertimento / 12 Aprile 2017 in Rogue One: A Star Wars Story

Sarà che ad Abrams toccava l’ingrato compito di portare avanti, ma il lavoro di Edwards risulta più concreto e divertente, malgrado dovesse fare lo spiegone di qualcosa che non fregava a nessuno.

da riguardare / 1 Aprile 2017 in Rogue One: A Star Wars Story

film fatto molto bene e da riguardare sopratutto le scene finali sono molto belle fatte molto bene e con molti colpi di scena molto bello come film

Gradevole, ma… / 29 Marzo 2017 in Rogue One: A Star Wars Story

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Film gradevole, ma che lascia una sensazione di inutilità. Nella prima metà l’azione tarda a ingranare, passa per un numero francamente eccessivo di mondi diversi e soffre inoltre a mio parere di un problema comune alla intera saga di Star Wars, in particolare quando lo scenario è qualche mondo alla periferia della Galassia: la ricerca del pittoresco, tra alieni ingaglioffiti che giocano e bevono, tradisce spesso una qualità di cartapesta, di finzione un po’ troppo trasparente.
Le cose vanno meglio con la missione a Scarif, in cui finalmente l’azione acquista un afflato più epico; ma qui inizia un guaio diverso, e cioè il fatto che conosciamo perfettamente l’esito della trama, vista la natura di prequel rispetto al primo (o quarto, vabbeh) episodio. La suspense comprensibilmente sfuma alquanto; forse è per questo che la sceneggiatura ha preso l’inusuale decisione di far morire tutti i protagonisti, il che effettivamente restituisce un minimo di effetto sorpresa, anche se un po’ amaro.
Buone le interpretazioni; straniante ma nel complesso accettabile la reincarnazione digitale di Peter Cushing, mentre la ricreazione della giovane Carrie Fisher è plasticosa e imbarazzante. Tra i piloti dei caccia dell’Alleanza si nota qualche viso familiare: sono attori del primo episodio in sequenze dell’attacco alla Morte Nera che non erano state utilizzate. Lo sforzo è lodevole, ma contribuisce a una certa mancanza di originalità visuale: il film sembra per lunghi tratti un centone di pezzi già visti – anche se non siamo al dejà-vu programmatico del Risveglio della forza.

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Siamo i ribelli della montagna / 26 Febbraio 2017 in Rogue One: A Star Wars Story

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Famiglia fuggita su un pianeta agricolo, sanno che qualcuno gli da la caccia, arrivano! Vai ca**o, seguiamo il piano, sapete tutti il da farsi. Il piano: nascondiamo la pupa/motore della storia, tu donna ti fai ammazzare come un’imbecille, io uomo vado virilmente incontro al mio futuro carnefice e mi faccio sodomizzare in quasi qualsiasi senso, noto e meno noto. Belin, ma è un piano GENIALE! Si vede proprio che sei scienziato. Ebbene, la storia della figlia dello scienziato che, dopo aver picchiato il cane che morse il c**o al gatto che impanò il topo e continua tu, costruì la Morte Nera. Che per un refuso stavo scrivendo morte tenera, ma sono un po’ fuori giri. Quindi la figlia fugge con Forest Whitaker e un respiratore, ma anni dopo… e diventata figa. Ah, comunque il padre è Mads Mikkelsen, per cui fa simpatia nonostante tutto. No non è vero (la fighezza, dico). Invece è diventata una scavezzacollo, e riceve da un pilota ribelle e attraverso altre vicessitudini giustamente fracassone un messaggio del padre che le dice che lui, furrrrrrrrbo, ha inficcato un tallone d’Achille (meglio noto ormai come tallone da killer, grazie ai provini di Mai dire GF) nell’intero ambaradan. Che è una bellissima parola. E insomma, non c’è gnocca ma tutti i soliti alieni buffi, l’ammiraglio cetaceo e si deve andare sul pianeta Sbimbumbam a sottrarre all’Impero i piani con la vulnerabilità ecc. Si parte dalla guerriglia urbana, nella città sotto controllo imperiale con i brutti bruti alieni in giro, per poi passare alla battaglia parallela sia di terra sia nello spazio, come oldie but goldie insegnano.
Ottima è questa idea di fare degli spin-off non indispensabili ma che aggiungono pezzi, cesellano vicende minori, alla storia principale di Star Wars, un po’ perché il gusto ci guadagna, un po’ perché un fan vero non ne ha mai a basta. Ti dico solo che in uno dei film degli anni ’80 mai e poi mai sarebbero potuti morire tutti come succede qui O_O e ci sono rimasto malemalissimo, manco li droidi (che equivale al manco li cani che si potrebbe sentire al Pincio. Oh, io nemmen so più se ci son mai stato, al Pincio). L’altra cosa pazzesca è il governatore, e pure Leila ma per 3 sec finali, resuscitato con la computer grafica, sai quello con la faccia da vecchio teschio, lui. E non me ne ero accorto (anche se in effetti aveva una certa fissità, ma col senno di poi…). Per cui tutto resta in mirabile equilibrio, e l’autoconclusività aiuta, i due si piaciucchiano non hanno il tempo per chiagnere e futtere, ci sono i robot elefanti della battaglia di Taooine, il droide era simpatico ma ZAP!, la cumpa è ottima e ben assortita ma morendo compensa la poca originalità dei suoi componenti, cumunque tutti piuttosto simpa. Pochi fronzoli, siamo i ribelli!

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non ci siamo / 9 Febbraio 2017 in Rogue One: A Star Wars Story

premetto che scrivo questa recensione come conseguenza delle altre che mi hanno preceduto.
NON CI SIAMO, film freddo scontato e con una trama e degli sviluppi che vanno da A a B senza apparente senso, con un finale che più che ineluttabile direi prevedibile.
io amo la saga di SW, ma questo film è solo un pretesto per infilare riferimenti a cartoni e videogiochi spiegando nel frattempo il più grande dilemma dei fan fin dai tempi dell’ulscita di Ep.IV (ma chi ha progettato la morte nera, era scemo?!?).

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Bello con riserva / 20 Gennaio 2017 in Rogue One: A Star Wars Story

Il film è bello esteticamente ed è bella la storia, mi hanno lasciato dubbioso diversi punti:
1) attori umani in computer grafica. Al di là del giusto o sbagliato, ci stanno effettivamente bene o no?
2) il doppiatore italiano di Dart Vader
3) l’attore che interpreta Dart Vader (la maschera rigida tende a guardare in alto)
4) ok cambiare, ma perchè cambiare così tanto la colonna sonora?
Detto ciò, sicuramente è da vedere.

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Un degno tassello / 17 Gennaio 2017 in Rogue One: A Star Wars Story

Il rischio di far flop – o perlomeno di non destare quell’interesse che si deve a ciò che pretende essere un episodio della saga di Star Wars – c’era ed era concreto. Fortunatamente la regia, dopo un inizio non esaltante, quasi rigido, riesce a coinvolgerci. Anche grazie a citazioni-omaggi che contribuiscono a far sentire lo spettatore “a casa”. Degno tassello dell’universo starwarsiano. Scena conclusiva di Darth da brividi.

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Mille volte meglio di Star Wars 7 / 16 Gennaio 2017 in Rogue One: A Star Wars Story

Questo si che è degno di essere chiamato “Star Wars”.
Bella trama , personaggi abbastanza profondi – x quanto possibile – nessun personaggio ridicolo , bravi attori.
X il bene della saga , brucerei ogni idea di Abrams su 8 e 9 ….E affiderei il tutto a Edwards.

Brevi note da un not addicted / 9 Gennaio 2017 in Rogue One: A Star Wars Story

La saga di Guerre Stellari non è mai stata tra le mie preferite, seppure io ne abbia sempre amato la ricca galleria di personaggi antropomorfi (da quel mitico bar della città-pirata di Mos Eisley in poi). Questo episodio che si colloca tra il III e il IV episodio mi è piaciuto per la sua freschezza, per il gran contenuto di battaglie e soprattutto per quel senso di ineluttabilità che prova fin dall’inizio chi conosce un minimo la storia dell’Alleanza e i piani segreti della Morte Nera, esaltato da una sequenza luminescente, intensamente drammatica, verso il finale. Buon cast nel quale emergono le performance della protagonista Felicity Jones e quella di un Forest Whitaker ribelle stralunato. Secondo me è inevitabile un po’ di delusione dall’apparizione di Darth Vader; la figura del villain più famoso della storia del cinema non potrà mai ritornare in tutto il suo austero e oscuro fascino.

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Rogue One: quando Star Wars ritorna Guerre Stellari! / 29 Dicembre 2016 in Rogue One: A Star Wars Story

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Ho aspettato la seconda visione prima di buttare giù queste righe. Non sarà una recensione obiettiva perché da fan di Star Wars sono stato letteralmente catturato dal nuovo capitolo firmato Gareth Edwards.
Incastonato tra La Vendetta dei SIth e Una nuova speranza e ambientato poco tempo prima quest’ultimo episodio, Rogue One, con un concept visivo praticamente identico a quello della trilogia classica, ci riporta alle atmosfere di quest’ultima con una storia semplice ma efficace: un manipolo di ribelli capitanati da Jyn Erso (Felicity Jones) e Cassian Andor (Diego Luna) si impadroniscono dei piani della Morte Nera, consentendo all’alleanza di compiere l’eroica missione che tutti conosciamo fin dal primo Guerre Stellari. Molti sono gli interrogativi ai quali viene data una risposta: come è stato possibile recuperare i piani? Chi ha progettato la Morte Nera? Perché ha un punto debole tale da consentire ai ribelli la sua distruzione? È proprio quando le storie personali dei due protagonisti si intrecciano che l’impresa diventa possibile. Jyn, figlia di colui il quale ha costruito e allo stesso tempo reso vulnerabile la Morte Nera, si unisce ai ribelli non per una convinta adesione alla causa ma spinta dal desiderio di ritrovare suo padre. Cassian, costretto a molte azioni terribili in nome dell’alleanza ribelle, non si tira indietro nel momento decisivo nemmeno di fronte a una missione impossibile. Ad accompagnarli è un manipolo eterogeneo di personaggi: il droide imperiale riprogrammato K-2SO, sarcastico al punto giusto, il pilota disertore dell’Impero Bodhi e la coppia di custodi del tempio di Jedha: Chirrut, un guerriero cieco e in grado di dominare la forza (non una prerogativa dei Jedi dunque) e Baze, un energumeno che fa da spalla al compagno (proprio nella loro unione c’è chi ha visto la prima coppia omosessuale in Star Wars). Dovranno vedersela con l’ambizione del Direttore Orson Krennic, il responsabile per la costruzione della Morte Nera, grazie al quale assisteremo per la prima volta alle dinamiche interne dell’élite di comando imperiale. No, non ci sono Jedi, né Sith in questo capitolo (se si esclude la comparsa, ancora una volta emozionante, di Darth Vader). In Rogue One piuttosto trovano spazio quei personaggi che spesso erano stati esclusi da altri film; non paladini del bene, né agenti del male; sporchi e controversi, ritroviamo in loro l’umanità che spesso è stata assente in passato: saranno le loro scelte e il loro sacrificio a determinarne il valore e a porre le basi di quello che sarà. Ciò rende Rogue One una vera Star Wars story; se il tanto criticato capitolo VII dell’anno scorso aveva fallito, non riuscendo a proseguire in modo coerente e originale le vicende delle precedenti trilogie, qui Gareth Edwards, con pretese assai inferiori rispetto al collega J.J. Abrams, ha saputo abbracciare il vero spirito di Star Wars e proporre qualcosa di nuovo in un contenitore che tutti hanno amato e che rischiava di diventare saturo. Quasi tutto funziona in Rogue One. Non solo grazie ai continui riferimenti e citazioni di altri capitoli della saga (e ce ne sono tanti da mettere a dura prova i fan più accaniti), ma perché la narrazione funziona e il war movie che ne risulta è più attuale che mai, vedi l’attacco dei ribelli di Saw Gerrera (il premio Oscar Forest Whitaker) contro le truppe imperiali presenti a Jedha (la somiglianza a Gerusalemme è impressionante) e la drammatica risposta dell’Impero. Un altro pregio del film è averci portato finalmente nel cuore della ribellione e soprattutto averci svelato la sua composizione e il processo decisionale al suo interno. Come possiamo osservare in alcune scene la ribellione è ben lungi dall’essere una forza unitaria; si tratta piuttosto di un’alleanza di schieramenti che decidono di aderire volontariamente e agiscono in modo unitario solo dopo decisioni prese all’unanimità. È proprio la contrarietà di alcuni membri del consiglio a spingere i protagonisti ad agire isolati. Da apprezzare il ritorno di molti personaggi già visti ma spesso poco approfonditi: la leader ribelle Mon Mothma, il senatore Bail Organa e soprattutto il famigerato governatore Tarkin. Proprio la presenza in alcune scene di quest’ultimo ha scatenato il dibattito, in quanto per realizzare il defunto attore Peter Cushing si è fatto un massiccio ricorso alla CIG, ricreando in modo quasi perfetto le fattezze del governatore partendo da un attore reale. C’è chi ha criticato la cosa dal punto di vista etico, sostenendo che in futuro attori già morti potrebbero arrivare a vincere un oscar; ma, come afferma il regista, l’utilizzo di questa costosa e difficile tecnica ha costituito un unicum, reso necessario solo per questa specifica situazione. Forse si sarebbe potuto limitare la CIG facendo ricorso ad altri stratagemmi, come ologrammi o inquadrature meno esplicite, ma d’altronde effetti speciali all’avanguardia sono da sempre un tratto distintivo della saga.
Ottima la recitazione e la scelta del cast, impreziosita da attori del calibro del di Forest Whitaker e Mads Mikkelsen (nei panni di Galen Erso, il padre di Jyn). Nota di merito inoltre per il compositore Michael Giacchino, che in linea con l’intento del film ha saputo comporre una colonna sonora assolutamente originale, in grado di distaccarsi dai temi principali ai quali siamo stati abituati nei precedenti episodi (provare per credere: https://youtu.be/Qemb3iBlp1o ). Coraggiosa infine la scelta di rimuovere il caratteristico preambolo introduttivo, quasi a voler defilare ulteriormente Rogue One rispetto al filone narrativo principale. Peccato per alcuni dialoghi un po’ ripetitivi (si poteva fare di più) e per il doppiaggio italiano, ancora una volta al di sotto delle aspettative.
Il mio consiglio è di andare a vedere la pellicola di corsa e di godersi ogni singolo fotogramma, da quando veniamo sballottati da un pianeta all’altro per conoscere i vari personaggi fino ad arrivare, in un crescendo di intensità, al tanto atteso finale, a mio parere uno dei più emozionanti dell’intera saga.
VOTO: 9

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Alla faccia dello spin-off / 29 Dicembre 2016 in Rogue One: A Star Wars Story

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana…
Resta soltanto la storica, favoleggiante epigrafe ad accomunare l’inizio di Rogue One a quello dei sette episodi finora costituenti la saga di Star Wars.
Manca la leggendaria scritta scorrevole e la pomposa introduzione sonora di John Williams e già sembra che buona parte del solito fascino si sia perso soltanto per questo motivo.
Rogue One ci mette un bel po’ ad ingranare.
La storia è inizialmente abbastanza confusa, a causa dell’assenza di stabili punti di riferimento e nonostante i palesi tentativi di semplificare la sceneggiatura.
Ci vuole almeno una mezz’ora prima di immergersi appieno dentro la storia di Galen e Jyn Erso, padre e figlia protagonisti di questo spin-off.
Ma superata quella mezz’ora si aprono scenari di assoluto entusiasmo.
Il film è infatti un progressivo crescendo, un climax come forse mai si era avuto nella storia della saga (forse soltanto con l’episodio III, che tuttavia ha un andamento più lineare).
Fortemente collegato a Una nuova speranza, di cui costituisce l’immediato prequel, Rogue One è nel complesso un film decisamente riuscito, che costringe a rivedere (al ribasso) i giudizi sull’episodio VII, superato di gran lunga nonostante quest’ultimo sia stato diretto da un big come J.J. Abrams.
Il meno celebre Gareth Edwards se la cava alla grande, merito anche di una C.G.I. che oltre a regalarci le solite scene di azione e battaglia galattica, riporta in vita due personaggi chiave come il Grand Moff Tarkin e la giovane Principessa Leila della compianta Carrie Fisher (vedere il film proprio nel giorno successivo alla sua scomparsa ha pesato notevolmente sull’effetto emotivo del finale).
Il risultato è davvero impressionante, soprattutto per il Tarkin di Peter Cushing, le cui sembianze sono pressoché perfette.
Il finale è un vero e proprio tuffo al cuore per i fan della saga, che si ritrovano catapultati nelle ambientazioni del film del ’77, ricostruite alla perfezione nella scena che collega Rogue One con l’incipit di Una nuova speranza.
Una grandissima operazione della Lucasfilm per un film che doveva passare in sordina (almeno se confrontato con il battage dell’anno scorso per The Force Awakens) e invece si è rivelato un autentico gioiellino.
Alla faccia dello spin-off.

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La Saga continua… / 21 Dicembre 2016 in Rogue One: A Star Wars Story

Ottavo episodio incastonato dal migliore di tutto (tra LA VENDETTA DEI SITH e il primo GUERRE STELLARI da cui tutto è nato) si rivela una vera chicca.
Creare una storia nella storia è stato geniale ma anche molto pericoloso. Si possono da oggi creare altre mille storie e mille nuovi mondo da poter sviluppare con la paura che diventi un proliferare di inutili episodi.
Ma questo è veramente fatto bene con le perle delle apparizioni ologrammatiche di personaggi che rivedremo nel GUERRE STELLARI ma che però in teoria dovrebbero avere quasi 40 anni in più rispetto al primo film…
Fantastico!!!
Due pecche: la prima manca la musica tipica di STAR WARS che solo alla fine riusciremo a sentire; la seconda la didascalia all’inizio del film è troppo caratteristica e non vederla beh… non sembra di vedere STAR WARS…
Per il resto veramente bello.
Da vedere per chi ama la saga (questa saga per che io le ODIO!!!)
Ad maiora!

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Il voto sarebbe un 7.5 / 19 Dicembre 2016 in Rogue One: A Star Wars Story

Spinoff della saga di Star Wars, per non fare stare troppo in astinenza i fan in attesa dell’Ottavo Capitolo della Saga. Questo episodio, a sè stante, si colloca appena prima del IV Capitolo (“Guerre stellari” in origine, “Una nuova speranza” successivamente) con i ribelli intenzionati a rubare i piani di una terribile arma: La morte nera.
Inizio introduttivo e un pò dispersivo per presentare i vari personaggi coinvolti e lo scenario in cui si muovono. La protagonista principale è Jyn Erso (Felicity Jones, vista ne “La teoria del tutto” e recentemente in “Inferno”), figlia dello scienziato Galen (Mads Mikkelsen) che ha collaborato col direttore Krennic (Ben Mendelsohn) per la costruzione della Morte Nera. Il personaggio di Jyn è quello più interessante, coinvolta nella ribellione soprattutto per rivedere il padre da cui è stata separata da piccola e apparentemente indifferente ai veri scopi dei Ribelli.
L’altro co-protagonista dovrebbe essere Cassian Andor (Diego Luna), ufficiale dell’esercito ribelle, che però non riesce ad emergere, offuscato in gran parte dalla presenza di Jyn.
Parlando di ribelli, passano in secondo piano i Jedi e la Forza; si assiste quasi ad azioni di guerriglia con i combattimenti che assomigliano più a battaglie in zone di guerra. Molti i riferimenti e i collegamenti con la Saga “originale”. Simpatico il droide K2SO, ottime le apparizioni di Darth Vader; rimane però al di sotto degli altri capitoli della Saga.
Nel resto del cast da citare Forest Whitaker nei panni del ribelle estremo Saw Gerrera.

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Il prequel capolavoro che Star Wars merita / 18 Dicembre 2016 in Rogue One: A Star Wars Story

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Film bellissimo ed emozionante.
L’inizio della pellicola può risultare un po’ confusionario, con continui cambi di pianeti e sfondi, ma da quando ingrana è inarrestabile. Questo film chiude lacune aperte da quasi 40 anni e nello stesso momento ci offre una visione più ampia su questo universo che tutti amiamo. La caratterizzazione dei personaggi è profonda, non ci sono momenti morti e gli effetti speciali si integrano in modo perfetto con le situazioni e non sono solo dimostrativi.
Probabilmente 9 sarebbe stata una valutazione più giusta, ma l’ultima mezz’ora è qualcosa di epico che a parer mio fa valere il 10 (e anche la voglia di scrivere questa recensione).
La scelta (molto poco Disneyana… Voglio ora sentire qualcuno che, come per episodio 7, si lamenti dell’influenza del “topo” sulla pellicola) di fare morire tutti i personaggi era obbligata ma allo stesso tempo è stata coraggiosa e resa in maniera davvero emozionante (e merita rispetto soprattutto perché alcuni personaggi sarebbero potuti diventare icone, usate e ri-usate in continuazione: un esempio per tutti il robot K-2SO che regge egregiamente il confronto con i suoi predece…Successori!).
Presente anche un fan service non ingrombrante.
Unica pecca che ho trovato è il doppiaggio italiano di Darth Vader, personalmente non all’altezza.
Prendendo con le pinze prossima affermazione e con le dovute precisazioni (ovvero che episodio I-II-III fanno abbastanza schifo e che 4-5-6 sono invecchiati male), il titolo perfetto con cui iniziare qualcuno alla saga Star Wars.
Ottimo lavoro!

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Well done, Rogue / 15 Dicembre 2016 in Rogue One: A Star Wars Story

Il primo vero e proprio spin-off che funge anche da prequel al primo leggendario capitolo di Star Wars è un film veramente convincente, ben fatto, appassionante e capace di emozionare e colpire. Personaggi nuovi interessanti, qualche sorpresa più o meno attesa dal passato decisamente ben inserita, nulla sembra lasciato al caso. Bravissima la protagonista, Jyn,, interpretata da Felicity Jones, che dimostra ancora una volta che le donne in Star Wars non sono semplici “principesse da salvare”, anzi. Per non parlare del resto della squadriglia e dei personaggi che andiamo a trovare, dal coraggioso Cassian (Diego Luna) al malvagio imperiale Krennic (Ben Mendelhson), o a personaggi come Chirrut (Donnie Yen), che ci fanno capire quanto il legame con la forza possa sempre essere possente anche senza Jedi in circolazione -ancora per poco-, oppure il nuovo droide…ma ci staremmo tanto a citare tutti: sappiate che come attori abbiamo anche persone del calibro di Mads Mikkelsen e Forest Whitaker, tra i tanti. E, come detto, diverse sorprese. Un vero e proprio film d’azione, senza soste, che sembra durare pochissimo da quanto è serrato e ben fatto. Bravissimi tutti, un lavoro fantastico! Un ottimo modo per farci attendere con ulteriore trepidazione il tanto atteso episodio 8!

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