Paura in palcoscenico

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Paura in palcoscenico

Film tratto dal romanzo 'Man Running' di Selwyn Jepson. Jonathan Cooper è il principale sospettato dell'omicidio del marito di Charlotte Inwood, una nota cantante e attrice con cui ha una relazione amorosa. Ricercato dalla polizia, Jonathan si rivolge a una sua amica, Eve Gill, che lo aiuta nascondendolo nella sua casa.
schizoidman ha scritto questa trama

Titolo Originale: Stage Fright
Attori principali: Jane Wyman, Marlene Dietrich, Michael Wilding, Richard Todd, Alastair Sim, Sybil Thorndike, Kay Walsh, Miles Malleson, Hector MacGregor, Joyce Grenfell, André Morell, Patricia Hitchcock, Ballard Berkeley, John Harvey, Alfred Hitchcock, Robert Adair, Alfie Bass, Hyma Beckley, Gordon Bell, Gerald Case, Robert Cawdron, Cyril Chamberlain, Ann Codrington, Brenda Cowling, Harold Coyne, Basil Cunard, Nuna Davey, Petra Davies, Howard Douglas, Josephine Douglas, Frank Duncan, Norman Fisher, Susanne Gibbs, Helen Goss, Everley Gregg, Irene Handl, Arthur Howard, Lionel Jeffries, Kenneth Kove, Joe Linnane, Jack Mandeville, Howard Marion-Crawford, Sidney Monckton, Edna Morris, Reginald Purdell, Louie Ramsay, Peggy Scott Sanders, Leonard Sharp, Jean Shepherd, John Tatham, Dennis Vance, Digby Wolfe, Mostra tutti

Regia: Alfred Hitchcock
Sceneggiatura/Autore: Whitfield Cook
Colonna sonora: Leighton Lucas
Fotografia: Wilkie Cooper
Produttore: Alfred Hitchcock
Produzione: Gran Bretagna
Genere: Thriller, Poliziesco
Durata: 110 minuti

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Stage fright / 21 Settembre 2015 in Paura in palcoscenico

Girato a Londra, ma appartenente al cosiddetto periodo americano di Hitchcock, Stage Fright è un film notevole per diversi aspetti: in primis per la sceneggiatura, che mantiene un ritmo impeccabile per tutta la durata del film. Una sceneggiatura impreziosita da dialoghi assolutamente avvolgenti, anche se tutto sommato semplici.
È raro trovare un film prettamente dialogico che riesca a tenere così elevato il livello di interesse, per la bellezza di 105 minuti di pellicola. Sorprendente, se si pensa che siamo di fronte ad un film del 1950, quando la concezione del ritmo cinematografico era totalmente differente rispetto ad oggi.
Impeccabile la regia di Hitchcock, che si riserva di scatenare tutta la sua bravura nella scena finale, in cui tutti i nodi vengono al pettine: Eve e Jonathan, nascosti sotto il palcoscenico, hanno il viso illuminato parzialmente e segnato da ombre con cui il regista replica visivamente le loro emozioni.
Una sequenza superlativa, in cui ho visto diversi richiami all’espressionismo tedesco (Murnau soprattutto), in particolare quando Jonathan concepisce la pazza idea di uccidere la persona che tanto lo aveva aiutato, al solo fine di farsi dichiarare folle al processo.
Si comporta egregiamente anche il cast, tra cui spicca una Marlene Dietrich il cui inevitabile declino si avverte soltanto da un punto di vista puramente fisico.
Certo, c’è il tema controverso di quello che si rivelerà un flashback fasullo, che in apertura trae in inganno lo spettatore (il quale però, riflettendo bene, non può negare che detto flashback gli sia stato presentato come una versione di parte).
Ciò non basta, tuttavia, a disconoscere la grandezza di un film che, a mio avviso, è ingiustamente considerato minore nella cinematografia del Maestro del brivido.

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8 Settembre 2014 in Paura in palcoscenico

Una lezione di stile.
Il film inizia con il sipario che si alza sui titoli di testa e si chiude con il sipario che cala sull’ …….. In mezzo solo finzione.

28 Marzo 2013 in Paura in palcoscenico

Trovo la recitazione della Wyman e di Wilding piuttosto insipida, ma Marlene basta a risollevare ogni possibile giudizio <3 "Now, get me out of these weeds. I'm beginning to feel sad, and I shouldn't feel sad: it's so depressing!"

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