25 Ottobre 2022 in Detective Stone
Film di serie B ai livelli del miglior Antonio Margheriti?
Film di serie B ai livelli del miglior Antonio Margheriti?
Pseudo-thriller in salsa horror con cenni all’occulto in cui tutto è eccessivo: la rudezza del detective Stone, la leziosità dell’azzimato collega, la fatuità della fidanzata, l’abitazione sordida del protagonista. Ambientazione da “Blade runner” dei poveri. Intreccio incoerente e prevedibile, understatement comico che stride con tutto il resto. Scene d’azione eroiche e muscolari involontariamente ridicole, copione cialtronesco. Il punto più basso si tocca quando la “disperata” Michelle rivela che la madre dell’ex sodale si è uccisa. Stone risponde serafico e indifferente: “Poverina, mi dispiace”. (sic) Del tutto pretestuoso il riferimento alla fandonia del “riscaldamento globale”.
Detective Stone prende le cose migliori della filmografia di Ridley Scott e le trasforma nelle cose peggiori che il genere possa offrire servendocele a tavola fuori tempo massimo come un abbacchio dopo il caffè. Il filone fantascientifico che aveva caratterizzato la decade precedente stava esaurendo la sua forza rivoluzionaria sparacchiando qua e là gli ultimi colpi a disposizione. “Alien3”, “2013 la fortezza” e “Detective Stone” sono i massimi esponenti del genere fantascientifico dell’annata in questione ed è tutto dire.
Di pregevole in detective Stone c’è la consapevolezza di essere un piccolo film. Una pellicola di stampo derivativo che riconosce i suoi limiti e rimane nel suo piccolo senza strafare.
La storia è talmente semplice che pare un tema libero delle medie e si riesce a seguire con un occhio e un orecchio impegnati a fare altro.
La regia non stupisce ma trabocca amore verso opere ben più riuscite tipo “Alien” “Fuga Da NewYork” “predator” e “Blade Runner” .
Il cast è in parte sprecato con Rutger Hauer che s’ispira chiaramente a Maurizio Vandelli per infondere più carisma possibile al suo detective salutista. L’atmosfera viene creata tramite scenografie tenute assieme col fumo e un padrenostro.
Memorabili tutte le battute pronunciate da chiunque…talmente vuote e prive di sostanza da risultare divertenti. Su tutte ho adorato lo scambio “Ma non eri morto?” “indossavo la canottiera antiproiettile” per giustificare il decesso nella scena precedente.
Voto: 6 per l’impegno
Nel 2008 in una Londra sporca, tetra e in preda ad allagamenti dovuti all’alta marea, si muove il detective Harley Stone. Stone è in apparenza un poliziotto che non ispira molta fiducia, infatti beve, è irriverente e va in giro con armi che potrebbero sventrare una mucca. In realtà è molto più profondo di quello che si possa pensare, è infatti tormentato per il triste destino occorso al suo vecchio collega, ucciso da un serial killer a cui dà la caccia ormai da anni.
Il killer però dopo un periodo di silenzio ritorna, e con esso tornano anche tutti i tormenti del detective. Ma questa volta ad essere preso di mira saranno lui e la sua donna, già ex del collega morto. In questa avventura Stone si troverà suo malgrado affiancato ad un nuovo collega, il precisino e logorroico Dick Durkin. Il buon Durkin, che più che un poliziotto sembra un contabile, dovrà fare i conti non solo col serial killer inafferrabile, ma pure col pessimo carattere e i tormenti del suo collega.
Detective Stone è quello che si può definire un gran bel film di serie B. E’ grezzo, è sporco, c’è sangue, un mostro e un protagonista a metà tra il buono e il cattivo. Mi è piaciuto molto Rutger Hauer nei panni del classico,ma anche po stereotipato, poliziotto cattivo, con tanto di occhialini da sole rotondi, trench nero di pelle, e armi che sarebbero illegali anche in Afghanistan. Stereotipata è anche l’accoppiata poliziotto buono-poliziotto cattivo, già vista decine di volte in thriller e polizieschi vari. Nonostante questo la cosa funziona, il film è gradevole e scorre via senza farmi sbadigliare (e questo è importante)
Le scene di sparatoria sono realizzate abbastanza bene, l’unica delusione forse è che il mostro si vede abbastanza bene solo nel finale del film, soprattutto nella scena della sparatoria nella metropolitana. Ma questo per qualcuno può anche essere un punto a favore. Ho apprezzato molto anche l’ambientazione, che come detto è la Londra del 2008, e nello specifico i suoi bassifondi e le vecchie stazioni della metropolitana. Bassifondi sempre allagati, sudici e invasi da barboni e da centinaia di topi. Un’atmosfera quasi post apocalittica, più che urbana.
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