Recensione su Spider

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sette e mezzo pulito. / 4 Ottobre 2014 in Spider

Basato sull’omonimo romanzo di Patrick McGrath, figura che nel film si occupa della sceneggiatura, Spider è un validissimo compromesso fra luci ed ombre, pazzia e raziocinio, amore e morte. Analizzandolo ancora più in profondità, al di là del dramma famigliare, è un film psicologico, è allo stesso tempo mistero e verità sconvolgente. Al centro dell’opera il regista David Cronenberg pone la mente umana tutta, così disturbata, così profonda, così misteriosa. Il risultato finale è un tunnel disturbante percorso da figure grottesche.
Ambientato nel periodo che va dagli anni ’60-’80 nella Londra delle osterie e del sottoproletariato urbano, Spider analizza la psiche di un giovanissimo. Il film però non inizia mostrandocelo, il regista preferisce partire da un treno che si ferma mentre un disadattato scende dal mezzo. Il personaggio che viene svelato, tal “Spider”, è un uomo distrutto dal suo passato, è un ex detenuto che passa da ospedale psichiatrico in ospedale psichiatrico. E’ interpretato da Ralph Fiennes, colonna portante dell’opera, che nella parte del pazzoide è senza la ben che minima ombra di dubbio
F A V O L O S O.

-il protagonista nei pressi di Garbatella-

Costretto a vivere in un tugurio, una casa di cura abitata da figure surreali, il regista ed il film si muovono a ritroso. La casa di cura che dovrebbe reinserire nella Società il nostro protagonista, in realtà è un luogo di perdizione ancor maggiore. Ubicata nella zona dove ha vissuto da piccolo, la struttura è il luogo da cui rivive la sua infanzia. Attraverso lunghi flashback lo spettatore fa la conoscenza di Dennis un bambino solo, un debole, delicato, soprannominato Spider data la sua ossessione per le ragnatele che riproduce costantemente all’interno della camera da letto. Egli convive con un padre assente, sempre al bar sotto casa, ed una madre dolce ma succube. Una notte “assiste” all’uccisione della madre da parte del padre, omicidio realizzato con un badile e alla sostituzione della stessa con una prostituta del quartiere. Convinto che il duo voglia far fuori anche lui, Spider ordisce un piano folle e brutale. La trama si sviluppa fra ricordi che riaffiorano dopo aver letto le frasi (in un linguaggio incomprensibile) impresse su un taccuino, allucinazioni ed episodi della quotidianità dello “Spider maturo”. Il personaggio interpretato da Fiennes rivive i fantasmi della sua infamia, ricorda, delira e scopre piano piano la verità. Indaga ma non c’è luce al di là del tunnel percorso da Spider; se lo spettatore è nuovo al regista potrebbe anche domandarsi, gli è lecito, dove vuole andare a parare El Senior Cronenbergo.. ma posso scommetterci le palle che neanche lui rimarrà deluso. Il prodotto è geniale, è fantastico ed agghiacciante, è un’opera magistrale.

Se la follia è già una cosa tremenda, la cosa peggiore di perdere il raziocinio è senza dubbio ritrovarlo.

DonMax

1 commento

  1. rust cohle / 6 Febbraio 2024

    Ottima analisi, sullo stile di Shutter Island, sopratutto sul discorso che facevi della perdita del raziocinio.
    A mani basse posso dire che questo Spider è superiore al film di Scorsese perché estremamente più profondo, enigmatico e meno sensazionalistico.

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